Nonostante preferissi temporeggiare, mi costringo a guardare in faccia la realtà e a dare una risposta a Lewis.
"Sì, ho pensato alla tua proposta" gli dico, proprio mentre lui alza un braccio per farmi fare una giravolta.
"E?" chiede, non appena ho riappoggiato le mani sulle sue spalle.
"E non verrò in Mercedes, al momento" gli rivelo, lasciando in sospeso la frase con un cambrè.
"Rimarrai in Ferrari?" chiede lui sbalordito, riprendendomi di botto fra le sue braccia per essere sicuro di sentirmi bene.
"No" dico con leggerezza. La confusione che si dipinge sul suo volto mi fa spuntare un sorrisino di vittoria.
"E cosa farai allora?" domanda, mentre continuiamo a volteggiare lungo la sala.
"Prima voglio laurearmi. Terrò la tesi in estate o a ottobre, a seconda delle sessioni" gli spiego.
"Cioè, lasci la F1?" commenta con una espressione a metà fra lo stupito e il confuso.
"Non per sempre, solo per questi mesi. Così avrò più tempo per decidere qual è l'offerta migliore" concludo la mia spiegazione, e il suo volto si stende in un'espressione di sollievo.
"Non parlarne con nessuno però, voglio essere io la prima a dirlo a Charles e in generale alla Scuderia" gli intimo.
In risposta lo vedo annuire e spero che rispetti questo piccolo patto fra di noi.
"E invece posso farti io una domanda?" gli chiedo dopo aver fatto un'altra giravolta.
"Certo chiedi pure" risponde con disinvoltura.
So che non dovrei tirare fuori argomenti del genere, ma lo faccio per una causa di forza maggiore. Se risponde di sì, allora sappiamo con chi Rossa potrebbe avere dei contatti.
"Tu e Rossa scopate?" gli sussurro in un orecchio, per evitare che orecchie indiscrete ascoltino le mie parole.
Lo sento irrigidirsi alle mia domanda, anche se il suo volto rimane impassibile.
"Wow" pronuncia con la solita espressione seria "Non credevo volessi chiedermi questo" commenta, con una sottilissima nota di imbarazzo nella voce.
Non smetterò mai di invidiare la sua fermezza di nervi.
"Allora?" lo incalzo, quando vedo che inizia a tentennare.
"Perché ti interessa? Cosa sei, una mezza ninfomane?" mi prende in giro con uno strano sorriso.
E ora che dico? In effetti è un po' strano che io gli chieda una cosa del genere.
"No, ma Rossa è sempre molto riservata a riguardo e volevo solo sapere se ho avuto la giusta intuizione" risolvo così la questione, puntandola sull'amicizia.
"Beh che dire..." borbotta spostando lo sguardo sul lampadario della sala "Rossa è molto bella e sì qualche volta è successo" aggiunge, in questo caso con anche un lieve rossore sulle guance.
"Ma è una cosa abituale?" gli chiedo ancora, anche se so di risultare fuori luogo.
"Abbastanza" risponde rimanendo sul vago.
Mannaggia a te Lewis, quando potresti essere utile fai il riservato.
"Ma sei sicura di non avere tendenze ninfomani?" mi domanda di nuovo, squadrandomi con quello che sembra disgusto mischiato a interesse.
"No!" affermo decisa "Non nei tuoi confronti per lo meno" commento, puntando lo sguardo sui suoi occhi così da essere chiara.
"Allora per Rossa" esordisce, abbassando il tono di voce, convinto di aver centrato il bersaglio.
Che faccio? Se negassi potrebbe insospettirsi delle mie numerose domande. Ma se glielo confermassi andrebbe a dirlo alla diretta interessata, il che sarebbe anche peggio.
Scelgo perciò di distogliere lo sguardo dal suo e la fine della musica mi salva da questo momento. Speriamo che faccia il bravo e non dica niente a nessuno, potrebbe aver già intuito troppe cose.Quando finalmente posso allontanarmi dalla pista da ballo cerco di evitare di essere intercettata da chiunque, perché al momento c'è solo una persona con cui voglio parlare. Suppongo abbiate intuito di chi sto parlando.
Lo trovo sul terrazzo con un calice di champagne in mano, intento a contemplare l'infinito. Mi concedo qualche istante in cui non si è accorto della mia presenza per scrutare l'espressione del suo volto, illuminato soltanto da un sottile raggio di luna. È molto rabbuiato e serio, concentrato sui suoi pensieri. Nel suo viso non sembra esserci neanche un po' di quell'entusiasmo che mi aspettavo di vederci dopo il giro veloce di oggi, anzi, appare contratto in una smorfia, come se facesse uno sforzo enorme per cercare di comprendere qualcosa che ciò nonostante, continua a rimanergli oscuro.
Temo che la ragione sia io.
Mi avvicino con passo felpato per non disturbare il suo flusso di coscienza. Mi appoggio alla ringhiera e scruto anch'io il panorama di fronte a noi.
Rimaniamo entrambi in silenzio per un periodo indefinito e inizio a dubitare che si sia accorto della mia presenza.
Decido perciò di prendere la parola, anche se questo significa richiamarlo dai suoi pensieri.
"Non ho ancora preso una decisione riguardo al mio futuro" pronuncio, guardando fissa davanti a me, come se stessi parlando con gli alberi del giardino.
Nell'angolo della visuale noto che cambia lievemente posizione.
"Se non quella di mettere tutto in pausa e laurearmi" continuo a spiegare alle piante.
Notando che ancora non risponde niente, mi volto decisa verso di lui.
"Ma non vedo perché tu debba trattarmi in modo bipolare. Nel paddock parliamo normalmente e quando siamo fuori ti comporti come se avessi il mutismo selettivo? Ho chiesto scusa e ti ho dato delle spiegazioni. Ti prego, ora torniamo a parlare" lo supplico.
Appoggio anche una mano sulla sua per dare maggior enfasi al mio discorso, ma lui la ritrae di botto, come se scottassi.
"No" afferma, con una determinazione che penso sia solito riservare solo ai giri di qualifica.
Rimango piuttosto stupita dalla sua reazione.
Allora è veramente bipolare. Commenta la vocina e in questo momento non mi sento di contraddirla.
"E perché no?" gli chiedo con un tono che possa sembrare il più dolce possibile: forse trattandolo con le buone riesco ad ottenere risposte un po' più articolate di semplici monosillabi.
Lui mette su il broncio e vi giuro che le fossette che gli incorniciano il volto e il labbro inferiore sporgente lo fanno sembrare un bimbo troppo adorabile. Ciò nonostante, mi trattengo dal riempirlo di coccole.
"Allora?" gli chiedo di nuovo, e mi sento davvero una mamma che cerca di capire perché il figlio è arrabbiato.
"Perché sono geloso" borbotta voltandosi di spalle.
"Geloso?!" rispondo incredula di sentire una tale rivelazione.
"Sì sono geloso" mi conferma, girandosi di nuovo verso di me "Sono geloso della mia ingegnera. Non voglio che vai a lavorare in un'altra scuderia, perché tu sei perfetta per il mio stile di guida, per me come pilota. Non serviresti a Lewis come servi a me" mi spiega, aggrappandosi con forza al bordo della ringhiera.
Le sue parole, se da un lato mi lusingano, dall'altro mi mettono in guardia. In fondo non sono di sua proprietà e mi sento ancora abbastanza libera di scegliere per me della mia vita.
"Mi fa molto piacere saperlo e anche io lavoro bene con te, Charles" gli rispondo, lasciando in sospeso un 'ma' per cui ho bisogno di un po' di tempo per trovare le parole giuste con cui accoppiarlo "Ma non sarà sempre possibile lavorare insieme. Domani è l'ultimo giorno in Scuderia e non mi è ancora stato offerto un contratto. E se anche lo facessero, al momento rifiuterei. Come ti dicevo, voglio laurearmi e poi tornerò volentieri in Formula 1" gli spiego, posando lo sguardo sul suo profilo.
Lui sospira rumorosamente e torna a guardare il cielo.
"Oi!" gli tiro una pacca sulla spalla "Non muoio mica, ho solo detto che ci incontreremo nel paddock fra qualche mese, magari con due divise diverse questo è vero, ma magari no, se ci metti una buona parola con Mattia" aggiungo, cercando di risollevare l'umore ad entrambi.
Lui fa un mezzo sorriso, poco convinto.
Decido perciò di intervenire fisicamente, altrimenti qua viene la depressione a tutti quanti. Per questo sollevo gentilmente il suo braccio destro dalla ringhiera e me lo metto intorno alle spalle. Così, se entrambi dobbiamo contemplare il panorama, almeno possiamo farlo da vicini.
"Potrò venire a trovarti anche quando dovrai studiare?" mi chiede ad un certo punto, facendo scorrere le sue dita sul mio braccio.
"Se vieni con la Portofino puoi fare quello che vuoi" gli rispondo, dandogli un colpetto con l'anca e finalmente riesco a strappargli una risata.* spazietto privato *
Hola a tutti! Mi scuso per questa attesa così lunga, la maturità mi sta prosciugando ogni attimo di tempo libero. Spero vi sia piaciuto il capitolo, finalmente sappiamo un po' di più sul futuro di Emma!
Per farmi perdonare aggiornerò a breve, perciò stay tuned!
❤️🌼
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Portofino | Charles Leclerc
FanfictionFin da piccola sono sempre stata la classica brava ragazza: gentile, studiosa, simpatica e solare al punto giusto, mai invadente, giudiziosa, la figlia modello insomma. No, okay, non è del tutto vero. Non è sempre stato così. Ma ora lo sono di nuov...