SAN VALENTINO

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Una bellissima vista, altezza tetto, della mia bellissima Firenze si stese davanti a noi come un tappeto rosso la notte degli Oscar.

Le:"Wow, è bellissima, come te."

Giu:"Bella vero? Magari in questi giorni ti porto un po' in giro, anche con gli altri."

Le:"Volentieri."

Ci guardammo, occhi negli occhi e sentii il mio corpo che veniva percorso da brividi e come se tantissime farfalle fossero chiuse nel mio stomaco ma decisi di non darmi ascolto.

Ci sedemmo e ordimammo. Fortunatamente il servizio era abbastanza veloce poiché avevamo una fame assurda entrambi.

Misi in bocca l ultima forchettata di pasta quando per poco non mi strozzai.

Le:"So che già lo sai ma ho bisogno di dirtelo... Mi piaci troppo!"

Rimasi un attimo a fissarlo e poi presi coraggio. Mandai giù la pasta, bevvi un sorso d'acqua e poi risposi.

Giu:"Anche tu..."

Le:"So che mi hai chiesto di aspettarti ma... Aspetta. Cosa?"

Giu:"Sì, Lele mi piaci."

Le:"Sto sognando.."

Giu:"No Lele, è vero. Tu mi piaci un sacco..."

Intanto che gli dicevo questa frase mi alzai e mi andai a mettere in piedi davanti a lui, mentre mi fissava con sguardo vigile.

Le:"Mi stai dicendo che stai accettando di essere mia e solo mia?"

Giu:"Beh... Sì, credo di sì. Non lo so. "

Le:"Okay...mi spiego meglio.-Si alzò, mi prese per mano e ci avviciniamo al parapetto della terrazza- Qui, davanti a tutta la città, io Emanuele Giaccari ti sto chiedendo... Giuli... vuoi essere la mia ragazza?"

Giu:"Sì Emanuele Giaccari, voglio essere la tua ragazza."

Mi prese il viso tra le sue mani calde e mi fissò con quei suoi bellissimi occhi verdi che brillavano come le luci di un albero di Natale. Si morse le labbra guardando intensamente le mie e piano piano si avvicinò, sempre di più fino a che le nostre labbra non si toccarono.

Mi baciò quasi timidamente, poi di nuovo con passione e desiderio e io ricambiai. Le avevo volute tanto quelle labbra, più di quanto potessi immaginare, e avrei voluto non staccarmi mai.

Giu:"Lele non farmi male ti prego."

Non rispose. Mi guardò dolcemente e mi abbracciò forte come si abbraccia qualcuno che non si vuole lasciare andare.

Giu:"Adesso che facciamo?"

Le:"Non so. Se vuoi raggiungiamo gli altri visto che avevi promesso a Gaia che stavate insieme."

Giu:"Se ti va, sì."

Le:"Certo, nessun problema."

Presi le mie cose che avevo lasciato al tavolo, andammo a pagare e poi uscimmo diretti dagli altri.

Giu:"Sì, noi stiamo andando dagli altri ma non ho idea di dove siano. Gaia sarà sicuramente con Gian..."

Le:"Chiama Gaia, io chiamo Diego così ci ritroviamo tutti."

Presi il mio telefono e chiamai la mia migliore amica che mi aveva scritto una ventina di messaggi che non avevo minimamente considerato.

Giu:"Amo?"

Ga:"Ehyyy, ma sei viva allora. Pensavo che ti avesse rapita e portata in qualche paese assurdo."

Giu:"Stupida. Nono, abbiamo appena finito di cenare."

Ga:"Peccato altrimenti non mi sarebbe affatto dispiaciuto doverti venire a cercare."

Giu:"Io mi stupisco di quello che dici a volte. Comunque... Dove siete?"

Ga:"Siamo al Red."

Giu:"Al Red?! Macche... Ookay. Va bene dai, arriviamo."

Ga:"Okay, a tra poco."

Giu:"A tra poco."

Attaccai e dissi a Lele dove eravamo diretti. Lui ovviamente non aveva idea di cosa gli stessi dicendo quindi acconsentì e ci avviammo a piedi verso il locale.

Mai nella vita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora