DIMMELO

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Mi misi un cappuccio e, dopo aver salutato i miei colleghi che avevano acceso Netflix, mi avviai per le stradine,quelle sperdute, del villaggio per non farmi vedere mentre raggiungevo il mio ragazzo. 

Facevo piano, più piano possibile, per evitare di svegliare qualcuno. Forse il fatto che fosse una cosa mezza contro le regole la rendeva ancora più bella ed eccitante. Mentre mi avvicinavo alla finestra e lanciavo i sassolini della stradina, tutto cresceva dentro di me. Un'assurdo mix di desiderio, voglia ed eccitazione iniziavano a farsi sentire nel mio stomaco. Lo volevo, da morire, e me lo sarei preso ad ogni costo. 

Dié:"OOOOH!"- Si affacciò alla finestra urlando e qualche finestra vicina si illuminò facendomi accovacciare di getto. Gli feci segno di fare silenzio guardandomi intorno con l'allarme negli occhi e capì che poteva solo sussurrare.- Ah, piccole' sei tu. Vieni vieni." 

Giu:"Eh, dammi una mano."- Mi tolsi le scarpe per darle a lui e poi allungai una mano per farmi dare una mano ad entrare in casa. Sì, mi sarei dovuta arrampicare perché le finestre erano alte e io in ginnastica non ero proprio una cima, siamo sinceri. 

Dopo svariati tentativi riuscii ad entrare in casa dei ragazzi. Le luci erano completamente spente. Solo la luce della Tv illuminava il viso accigliato di Tanc che non si era minimamente accorto del mio arrivo. Era concentrato a giocare a Fortnite sulla play che si erano portati da Milano mentre era collegamento con Gian che giocava da casa di Gaia. 

Tanc:"Oh dai bro...dai dai, ammazzalo, grande!- Secondo me non mi aspettava. Così decisi di saltargli al collo anche per vedere come avrebbe reagito.- Ao macché...Giulietta sei tu. Com'è?"

Gian:"Ehy sorelli'. Com'é?" 

Giu:"Bene dai, so già stanca...voi?" 

Gian:"Beh si bene dai, poi appena ci sentiamo ti racconto." 

Tanc:"Madonna che male mi ha fatti al collo. Zero delicatezza."- Sorridemmo insieme, di un sorriso vero che ti fa chiudere gli occhi. Ma quelli di Tanc non si chiusero, non risero con noi, ma si fissarono sulle mie labbra. 

Dié:"Giuli comunque Lele sta di là."- Distolse la mia attenzione dall'atteggiamento strano di Tancredi indicandomi la loro stanza. Mi girai e gli rivolsi un sorriso mentre la partita alla play riprese come se non fosse mai successo niente, solo i suoi occhi erano diventati più spenti e silenziosi. 

Quando arrivai in camera vidi una scena tenerissima: Lele se ne stava disteso sul letto con gli occhi chiusi, mezzo addormentato. Indossava solo un paio di pantaloni di tuta bianchi e i calzettoni abbinati. I suoi capelli ricadevano morbidi sul cuscino, le labbra socchiuse e le labbra tutte spaccate dai morsi che si tirava sempre più spesso. Nella mano accanto al suo viso teneva il telefono che scorreva da solo le storie di Instagram e l'altra mano l'aveva appoggiata sull'elastico dei pantaloni.  Era così bello e sereno, illuminato dalla tenue luce gialla dell'abajour poggiata sul comodino, che mi sentivo in colpa da morire al pensiero di svegliarlo. Scelsi di non farlo. 

Entrai, facendo più piano possibile, e chiusi dolcemente a chiave la porta alle mie spalle. Mi stesi accanto a lui, cercando di ricorrere a quel poco di delicatezza che avevo, e lo avvolsi respirando il suo profumo. Sapeva di un misto di cloro e vaniglia. Era così buono.

Si smosse un po, girandosi su un lato, e mugugnando qualcosa nel sonno mentre si preparava a lasciarsi andare alla notte. Mise entrambe le mani sotto il cuscino stringendosi il mio braccio al corpo ancora di più. Mi fece sorridere e mi fece ancora più tenerezza, ma non riuscivo a placare gli ormoni che si agitavano dentro di me.
Sentii le mie labbra incresparsi in un sorriso malizioso e approfittatore. Come se non la controllassi, la mia mano scese all'eleastico dei suoi pantaloni. Lele borbottò qualcos'altro nel sonno prima di formulare una frase distinta.

Le:"Dié ma che stai a fa?! Smettila. - prese la mia mano e la lanciò all'indietro ma subito dopo riniziai a stuzziarlo accarezzandolo prima di ripetere il gesto. - Dié ma fai sul serio? Dai bro finiscila, buonanotte"

Mi veniva da ridere ma non potevo farmi sentire. Era divertente vederlo reagire così, soprattutto visto che voleva sembrare aggressivo ma ,da addormentato, risultava soltanto ancora più dolce. Feci un terzo tentativo afferrandolo sopra la tuta e quella volta regì. Non gli diedi nemmeno il tempo di finire di girarsi che premetti forte le mie labbra sulle sue senza spostare la mia mano mentre mi guardava con gli occhi sbarrati. 

Lo sentii addolcirsi e intrecciare le sue dita ai miei capelli quando le nostre lingue si cercavano disperate. Ci eravamo mancati e si sentiva forte e chiaro. Mi staccai e lo guardai sorridendo. 

Giu:"Adesso non mi dici di fermarmi eh."

Le:"Beh, ora che so che sei tu per me puoi continuare."

Giu:"Continuare? A fare cosa?"- chiesi, togliendo furtiva la mia mano.

Le:"A fare quello che stavi facendo!"- Esclamò come se fosse un ovvietà con un sorriso malizioso sul volto. 

Giu:"E che stavo facendo?"

Le:"Niente...assolutamente niente."-Si spense come deluso. 

Giu:"Dimmelo Lele. Cosa stavo facendo?" 

Le:"Beh..."-Iniziai a baciargli il collo dolcemente. 

Giu:"Voglio sentirtelo dire. Voglio sapere bene cosa stavo facendo e cosa vuoi che faccia.- Mi morsi d'istinto le labbra mentre sputavo quelle parole con una sicurezza che non era solita appartenermi.- Dimmelo Lele. Dimmelo."

SPAZIO AUTRICE 

Pronti a un'altro capitolo di fuoco? 

Beh, se non volete aspettare, passate dal profilo di Q4squad e leggete le sue storie. "Dimmi di si" e "Sei solo mio" sono assurde.  

Noi ci risentiamo presto. 

Un bacio a tutti. A presto. 

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