MERDA

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Mi avvicinai a Tanc che se ne stava con gli occhi bassi sul telefono, sprofondando nel divanetto e lo presi per un braccio, trascinandolo con me in riva al mare. Facemmo qualche passo sulla sabbia e poi ci sedemmo su due sdraio, mentre ancora si torturava le mani e cercava in ogni modo di evitare il mio sguardo.  

Giu:"Ahò, ma che c'hai stasera?"

Tanc:"Niente perché?" 

Giu:"Beh, guarda che faccia. Lo sai che con me puoi parlare." 

Tanc:"Non ho niente. Sto bene tranquilla." 

Giu:"Va beh. Quando decidi di smetterla di prendermi per il culo fammi un fischio eh. Sono mesi che sei freddo con me, mi fai le trappole, mi rispondi a merda. Questo non è il Tancredi che ho conosciuto." 

Tanc:"Non hai capito? Come hai fatto a non capire?"

Giu:"No, cosa avrei dovuto capire?"

Tanc:"Perché pensi che abbia fatto venire Marta alla festa a casa? Perché pensi che ti guardi male?" - Mi rivolse un sguardo di sfida, sporgendosi verso di me. 

Giu:"Io...io...- Dentro di me iniziò a farsi strada una stranissima sensazione.-...Tanc no, non può essere." 

Non disse niente, mise una mano sulla mia guancia e mi accarezzò dolcemente. Io rimasi paralizzata, non avevo motivo di spostarmi, eravamo amici e io con i miei amici ogni tanto mi ci coccolavo. Mi rivolse un mezzo sorriso e poi mi baciò.
L'alcool dentro di me iniziò a fare le capriole e non mi fece reagire, ma mi lasciò andare. Stavo per rispondere a quel bacio quando sentii il rumore di vetri rotti. 

Dié:"Cazzo." 

Le:"Tancredi io ti spacco la faccia. E' la volta buona che ti distruggo."- Gli disse mentre porgeva il suo bicchiere a Diego. Mi alzai di scatto e mi misi tra di loro.

Giu:"Lele aspetta..."

Le:"Levati dalle palle. Con te facciamo i conti dopo." - Non mi spostai.- Giulia sono seria, scollati." 

Mi girai verso Tancredi che annuì sorridendo come per tranquillizzarmi e io, a testa bassa, mi spostai guardando Lele supplicante. I suoi occhi  erano iniettati di sangue e delusi. 

Le:"Mi dici che cazzo ti salta intesta Tancredi? Da quando le ragazze degli amici sono di dominio pubblico?" 

Tanc:"Da quando gli amici non sono capaci di tenersela una ragazza." 

Dié:"Tanc, ma che stai a dì?" 

Le:"No Dié. Lascia fare...- Si rivolse di nuovo a Tancredi con i pugni serrati.- Tu ridillo, se c'hai il coraggio e sei n'omo ridillo." 

Tanc:"Tu non sei capace di tenertela una ragazza....Marta l hai soffiata al tuo migliore amico e lei...Beh, lei è sprecata con te." - In quell'istante il pugno di Lele si schiantò sulla faccia di Tancredi facendogli voltare la faccia. Sorrise mentre si toccava macchiandosi le dita del sangue che gli usciva dal labbro. 

Le:"Tu non sai un cazzo, ne di Marta ne di lei." 

Tanc:"So che, ancora una volta, mi stai menando davanti a lei solo perché sto dicendo la verità..- si rivolse a me che stavo iniziando a piangere facendo colare il mascara sulla sabbia. - Ti ricordi del bacio di Marta?" 

Lele mi guardò supplicandomi, ancora una volta di perdonarlo. 

Le:"Io non bevo mai e..." 

Tanc:"E quella sera lo hai fatto. Hai baciato la tua ex, tradendo "l'amore della tua vita"-disse facendo le virgolette per aria.-Stavi alla merda e io, IO, ti ho riportato a casa. Mi dispiace Emanuele ma tu una ragazza non sei capace di tenertela."

Si guadagno un'altro pugno e poi Diego gli bloccò le braccia ammollando i bicchieri a me, che non sapevo reggere nemmeno me stessa in quel momento. 

Le:"Tu si? Dimmelo Tancredi?- Qualche guancia iniziò a rigargli il viso che non aveva perso quei lineamenti dolci che amavo tanto.- Tu pensi di saperla tenere? Lei non ha bisogno di uno stronzo come te. Tu le usi e le mandi al diavolo esattamente come hai fatto con la Paglianiti." 

Tanc:"Ti sei scopato anche lei?" 

Dié:"Tanc basta, stai esagerando finiscila." 

Tanc:"Io sì la saprei tenere.- Mi guardò di nuovo.-Ecco, era questo quello che non avevi capito. Ti amo, da quando ti ho vista volare sullo skate a Roma. Così bella e dolce, da subito."- Qualche lacrima aveva iniziato a scendere anche dai suoi grandi occhi, così grandi ed ambrati. 

Dié:"Va beh, state sfasando entrambi...Giuli, torniamo al villaggio."

Annuii senza proferire parola, ripresi la mia roba che avevo appoggiato sulla sdraio e, con gli occhi bassi e umidi, tornai verso il locale. Non riuscivo a credere ad una sola parola di tutto quello che avevo sentito. Mi sentivo stanca, debole, e in quel momento realizzai che sarei voluta essere dovunque, tra le braccia di Gaia, che mi mancava da morire, meno che insieme a loro. 

Il viaggio verso il villaggio fu silenzioso. Nessuno osava dire niente, sarebbe stato troppo pericoloso, qualunque cosa ognuno di noi potesse dire. 
Diego mi lasciò fuori dal villaggio e gliene fui grata, sia per evitare scandali, sia perché il silenzio della notte, in quel momento era l'unica cosa che potesse calmarmi. 

In camera, mi spogliai, mi struccai ed, invece di indossare la maglia di Lele, ne indossai una di Gaia. Aveva ancora il suo profumo addosso, e mi lasciai cullare così dai miei pensieri che mi trascinarono di colpo tra le braccia di Morfeo.

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La mattina dopo, il sole faceva capolino dalla tenda di camera. Piano piano cercai di aprire gli occhi sotto le urla di Andrea che mi spronava ad alzarmi perché altrimenti avremmo fatto tardi. 

Mi stiracchiai e mi alzai, facendo tutto di corsa. Divisa, coda e poi diretti a fare colazione. Ringraziai che i ragazzi non erano mattinieri perché senza un'attimo di tempo da lucida per riflettere, non sarei mai stata pronta ad affrontarli dopo l'altra sera. 

*SPAZIO AUTRICE* 

Ciao ragazzi. Spero che la storia stia continuando a piacervi. Reggetevi forte, perché inizia a mancare poco alla fine della storia. 

Ma intanto, se non volete aspettare il prossimo capitolo a mani vuote, passate dal profilo di @Q4squad e leggete le sue storie. "Dimmi di si" e "Sei solo mio" sono assurde.

Noi ci risentiamo presto.

Un bacio a tutti. A presto. 

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