Sette

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I giorni passavano tranquillamente, Giulia stava ritrovando la serenità che aveva perduto e da poco aveva iniziato a lavorare con Marco e la sua famiglia nel loro negozio.
Una mattina era andata a trovare il ragazzo al mercato rionale nelle vicinanze, e vedendo Francesco e suo figlio indaffarati si era offerta di aiutarli.
In un primo momento Francesco era dubbioso, ma sin da subito Giulia si era dimostrata svelta ed imparava velocemente, tanto da spingere l' uomo a proporle di aiutarli fino al giorno della sua partenza.
Settembre era ancora molto lontano, e la ragazza non voleva assolutamente pensare a quando se ne sarebbe andata.
Giorno dopo giorno con Marco stava instaurando un bel rapporto, tra loro c'era una grande complicità, ed anche se erano diventati amici si trovavano bene insieme.
Le loro giornate erano caratterizzate dalla canzone Sally che Marco adorava e che ascoltavano sempre: in macchina mentre andavano al lavoro al mattino, in negozio, ed anche la sera quando facevano boxing.
Tutto andava bene fino a quando un giorno accadde qualcosa che rischio' di turbare la serenità di Giulia.
Era quasi l' ora di chiusura di una sera d' inizio estate: Giulia, Marco e Alessandro si trovavano davanti al negozio a parlare.
Stavano ridendo e scherzando quando un uomo si avvicinò a loro.
"Allora è vero!" esclamò l' uomo.
I due ragazzi portarono la loro attenzione su quell' uomo, e Giulia, che era di spalle, si voltò.
Il sangue le si gelo' nelle vene: Matteo era lì davanti a lei.
La ragazza, cercando di mantenere la calma, domandò :
"Che cosa è vero?"
" Che hai lasciato tutto per venire a seppellirti in questo paese" rispose ironico Matteo.
"Per prima cosa non ho lasciato proprio niente, e poi se proprio lo vuoi sapere sono qui in vacanza" Giulia ormai stava perdendo il controllo.
"Sarà. Ma vedo che ti sei consolata presto. Chi è il fortunato dei due?" Matteo era sempre più ironico.
"Io sono il fortunato! C'è qualche problema?" chiese Marco in tono di sfida.
Giulia ed Alessandro lo guardarono perplessi, ma il ragazzo non ci bado' e continuò a guardare Matteo.
Ne seguì una lite tra i due ragazzi, ed Alessandro cercò di placare gli animi senza riuscirci.
Ma quando i due stavano per arrivare alle mani, Giulia si mise in mezzo ed urlò:
" Adesso basta! Matteo, sparisci dalla mia vita!"
Il ragazzo fece un passo indietro, con un sorriso beffardo si voltò e si allontanò.
" Stai bene?" domandò Marco un po' preoccupato.
"Sì, sto bene." rispose Giulia tentando di essere convincente.
Ma Marco non era affatto convinto, ormai con il passare del tempo stava imparando a conoscerla,e sapeva che era turbata.












Quando i due fratelli furono soli Alessandro volle delle spiegazioni, e Marco, dopo avegli raccontato tutto, andò alla ricerca di Giulia.
La ragazza non rispondeva ai suoi messaggi ed iniziava ad essere preoccupato.
Andò a casa, convinto di trovarla sul divano in un mare di lacrime.
Suonò più volte alla porta ma non rispose, così aprì con le sue chiavi ed entrò.
Le luci erano spente, sembrava non esserci nessuno, la chiamò ma non ottenne risposta.
La cercò per tutta la casa e non la trovò.
< Può essere solo in un posto> pensò mentre usciva.
Pochi giorni prima le aveva dato le chiavi dell' attico dove la ragazza poteva andare quando voleva restare sola.
E fu proprio lì che la trovò, concentrata a colpire il sacco più e più volte senza fermarsi mai.
"Ehi, furia scatenata!" esclamò il ragazzo mentre richiudeva la porta dietro di sé.
Giulia si fermò solo un momento lo guardò per un attimo negli occhi e poi riprese più forte che mai.
In quello sguardo Marco vide solo tanta rabbia, e avvicinandosi non disse nulla, si limitò a tenere il sacco prima che si rompesse per quanto erano forte i colpi.
Non sapeva da quanto tempo era lì, ma si accorse che ormai Giulia stava per cedere, e poco dopo si fermò.
Era pronto a consolarla, ed invece lei si sedette a terra appoggiando la testa al muro.
Lui si assento' per un momento, e ritornò subito dopo con un barattolo di nutella da 1kg circa.
Le sedette accanto e senza dire una parola le porse un cucchiaino ed in silenzio iniziarono a divorarla.
Parlare non sarebbe servito a niente, e quando ebbero finito rimasero lì nel buio della notte, illuminati dalla luna che entrava dal finestrone del terrazzo.
Marco si limitò a metterle una mano sulla spalla, ad attirare la testa sul suo petto e rimasero in quella posizione finché non si addormentarono.

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