Tredici

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Quella mattina Giulia l' aveva trascorsa in cucina preparando dei dolci da portare al pranzo, ma all' ultimo momento: si era resa conto di non avere  il cioccolato per ricoprire i bigne'.
"Porca trota" esclamò.
"Cos' è successo?" domandò Nardo intento a leggere il giornale in giardino.
"Ho finito il cioccolato per i bignè".
"E ora come farai?"
La ragazza riflette' un momento c' era solo una persona che poteva salvarla.
"Tranquillo, ho già risolto " urlò  mentre usciva di casa.
Salì  le scale  e suonò il campanello.
Attese un momento e quando  la porta si aprì non riuscì  a trattenere una risata.
Marco le aveva aperto  con un bel grembiule rosa.
"Che c'è? Non hai mai visto un uomo che cucina?" le domandò  un po' imbarazzato.
"Scusami, ero venuta a chiederti una cosa" gli rispose tentando di riprendersi.
"Dimmi tutto."
"Sono in piena emergenza, ho finito il cioccolato per i bignè".
"Nessun problema, vieni con me".
Il ragazzo prese le chiavi  e la portò  in negozio passando dalla porta interna.
"Fondente o al latte?" le chiese mentre accendeva la luce e si dirigeva dietro al bancone.
"Fondente" gli rispose seguendolo.
"Cos' hai cucinato?" le chiese mentre cercava il cioccolato.
"Te l'ho detto  ieri che il dolce lo avremmo portato noi. Ho preparato la cioccotella con nutella e mascarpone, e i bignè alla crema."
"Quindi avevo ragione, quel buon profumino che ho sentito prima proveniva da casa tua."
"Già!"
"Eureka! Trovato" esclamò trionfante il ragazzo mentre si rialzava.
Nel prendere il cioccolato le loro mani si sfiorarono, e per un momento rimasero lì immobili guardandosi negli occhi.
Sarebbero rimasti li a lungo, ma il  clacson di una macchina li fece tornare alla realtà.
Giulia prese il cioccolato, lo ringrazio' e scappò via.
E Marco mentre la seguiva con lo sguardo, pensò che sua madre aveva ragione: doveva andarsene per qualche giorno.





Giulia rientrò a casa il più velocemente possibile.
Il suo cuore batteva forte, e una morsa attanaglio' il suo stomaco.
Per calmarsi si appoggiò alla porta di casa dopo averla richiusa.
Non sapeva cosa le stesse succedendo, ma da molto tempo non provava più  quella sensazione.
I due ragazzi lavoravano a stretto contatto ogni giorno, ma mai erano stati così vicini come in quel momento.
Rimase lì per qualche minuto immersa nei suoi pensieri, ma poi il suono del campanello la fece trasalire.
Respiro' a fondo, aprì la porta, e suo fratello entrò.
"Hai fatto una buona corsa?" gli chiese cercando di avere un tono più normale possibile.
"Sì. Ti saluta la signora Maria".
"E come l' hai conosciuta?" gli chiese perplessa.
"Mi sono fermato a prendere un caffè, mi sono presentato e parlando è  venuto fuori che sono tuo fratello".
La ragazza sorrise e ripenso' a quanto era stata tanto cara con lei quando era arrivata a Pedaso.
" È la prima persona che mi ha accolto amorevolmente quando sono arrivata qui"  disse Giulia.
"Sì, me lo ha detto. È  stata contenta di sapere che ti stai riprendendo e mi ha parlato molto bene di Marco".
"Cosa c' entra Marco?" domandò la ragazza.
"Nulla, ma ricordati quello che ci siamo detti ieri mattina" rispose il ragazzo.
"Ok! Ma ora vai a farti la doccia che puzzi come un caprone"  dichiarò Giulia ridendo.
"Certe volte hai la finezza di un elefante" replicò suo fratello facendole la linguaccia, che la ragazza ricambio' prontamente.
"Nardo dov' è?" le domandò mentre si avviava verso il bagno.
"In giardino a leggere il giornale".
"Che pelandrone!" sbuffo'.
La ragazza si mise a ridere, e tornò in cucina a terminare i bignè.

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