Diciannove

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Marco arrivò all'  ospedale di Pescara poco dopo l' atterraggio dell' eliambulanza.
Sua madre non gli aveva detto molto, e mentre raggiungeva il pronto soccorso il cuore gli batteva forte.
Lì  trovò Alessandro, seduto su una sedia con lo sguardo perso nel vuoto.
Marco cercò di chiamarlo e di scuoterlo più volte, e quando si  voltò  verso di lui negli occhi di suo fratello vide la paura e l' angoscia.
"Cos' è successo?" domandò Marco tentando di mantenere la calma.
"Non lo so, è stato un'  attimo. Giulia stava uscendo,  mi ha visto mentre stavo sistemando il magazzino, si è offerta d' aiutarmi ed io ho accettato. Quando abbiamo finito ha preso la borsa ed è andata via. Stavo chiudendo  quando ho sentito un botto. Mi sono girato e l' ho vista a terra piena di sangue e non si muoveva".
Marco non disse nulla,si limitò ad appogiare la testa al muro e chiuse gli occhi.
"Mi dispiace, se non avessi accettato il suo aiuto ora non saremmo qui" aggiunse suo fratello disperato.
"No, tu non c' entri nulla. È stata tutta colpa mia, dovevo segiure il mio istinto e non partire. Se dovesse accaderle qualcosa non me lo perdonerei mai" si rimprovero' il ragazzo.
I due giovani rimasero in silenzio in attesa di notizie che non arrivavano mai, e l' attesa iniziava ad essere snervante.
Dopo un po' Marco iniziò  ad essere nervoso,non riusciva più  a stare fermo, e mentre si alzava vide arrivare i suoi genitori.
Senza pensarci,  corse incontro a sua madre e l' abbraccio' forte, e la donna sentì quanto suo  figlio  stesse soffrendo.
Rimasero abbracciati per un po' e quando si staccarono Mery disse dolcemente:
"Coraggio, vedrai che andrà tutto bene".
Il ragazzo annuì, e poi chiese:
"Aveve avvertito i fratelli di Giulia?"
"Sì, ho avvertito Nardo, e arriverà il prima possibile.  Mentre Daniele si trova all' estero" rispose Francesco.
E proprio in quel momento la porta si aprì  ed il medico li raggiunse.







In terapia intensiva era concessa la presenza di una sola persona, e Marco non aveva esitato nemmeno un momento, ed era lì accanto a Giulia.
La polizia stava indagando su quanto era accaduto, e dopo aver raccolto le deposizioni gli agenti avevano promesso a Marco che avrebbero fatto del loro meglio per rintracciare il pirata della strada che aveva investito Giulia.
La ragazza  aveva varie ferite lievi ed  una gamba rotta, ma non era questo che preoccupava i medici.
Nel forte impatto aveva riportato un trauma cranico, che l' aveva fatta entrare in coma.
Nessuno sapeva se e quando  si sarebbe svegliata, e se al suo risveglio la ragazza avrebbe avuto dei problemi neurologici.
Ormai bisognava solo aspettare, ed era inutile rimanere lì tutti insieme, così Marco rimando' la sua famiglia a casa.
"Sei sicuro di voler rimanere solo?" domandò suo fratello in tono preoccupato.
"Sicurissimo. E poi sta per arrivare Nardo" rispose tranquillamente.
Alessandro annuì e raggiunse i suoi genitori.
In realtà Marco non sapeva quando sarebbe arrivato, anche se il ragazzo era già in volo verso Roma e da lì avrebbe proseguito in macchina.
Ma i due ragazzi  erano in contatto, e Nardo sapeva già quanto la situazione fosse grave.
Dopo aver salutato i suoi genitori rientrò nella stanza, e guardandola immobile nel letto vide quanto fosse fragile e indifesa.
Un senso di colpa lo invase, si sentiva responsabile di quanto era accaduto.
<Non dovevo partire, dovevo dare retta al mio istinto e restare> si ripeteva il ragazzo.
Ripenso' al tempo che avevano trascorso insieme, a tutte le cose che avevano condiviso, alla gioia che provava quando era accanto a lei,  a quanto fossero cambiati in quel periodo e quanto si fossero aiutati a vicenda.
In quel momento capì  quanto l' amasse, e si rese conto di aver sbagliato; si dava dello stupido per non averle  rivelato  i suoi sentimenti, ed in cuor suo sperava che non fosse troppo tardi.
"Non fare scherzi, Giulia. Ci sono ancora molte cose che dobbiamo fare insieme. Io ti amo" le sussurro' il ragazzo mentre le accarezzava i capelli.
E mentre pronunciava quelle parole per un attimo il ragazzo ebbe l' impressione che Giulia lo stesse ascoltando.
Continuò a parlarle per tutto il tempo, e mentre le parlava giurò a se stesso che non l' avrebbe più lasciata sola e che l' avrebbe sempre protetta.










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