- E' resistente la barriera al primo piano? - Disse Oliver a Petra.
La donna andò a sedersi sulla poltrona. I raggi del sole filtravano debolmente attraverso i tendaggi appesi sulla finestra del soggiorno. - Perché? -
- Livio è da solo laggiù, non vorrei che... - Oliver si zittì un momento. - Credo che dovrebbe stare con noi, e non da solo. Voglio dire, potrebbe essere capace di tutto. Dobbiamo tenerlo d'occhio. Evitare che si faccia del male o... -
Petra corrugò la fronte. Non si aspettava che Oliver fosse preoccupato per Livio. - Ho già tentato in passato. Mio marito scende sempre di sotto, e se lo chiudi nell'appartamento diventa violento e pericoloso. L'ultima volta voleva lanciarsi dalla finestra. - Si alzò dalla poltrona e andò a bussare con le nocche sulla spessa vetrata della finestra. - Vedi? E' resistente. - Poi fece scivolare un dito verso una scheggia. - Qui è dove si lanciò mio marito. Sbatté la testa e rimase incosciente per due ore. - Poi andò a sedersi di nuovo alla poltrona. - Chiunque abitava qui, ha messo questo vetro ad ogni finestra. E se non bastasse, ho trovato un piccolo arsenale nell'armadio della camera da letto; roba vecchiotta, credo. -
Oliver aggrottò le sopracciglia. - Che armi? - Chiese frettoloso.
- Due mitra, tre pistole e un machete. - Rispose Petra con aria incerta. - In effetti non saprei se fosse un machete o una piccola spada antica. Non m'intendo di armi e non so distinguerle. Non so nemmeno i loro nomi. - Poi si ammutolì un attimo. - Comunque non sono più qui. -
- E dove sono? -
- Non lo so. - Petra abbassò lo sguardo - Prima eravamo in molti. Io e mio marito non eravamo gli unici a vivere qui. C'era altra gente. Molta gente. - Sospirò. - Molti sono morti e sono là fuori. -
Oliver lanciò uno sguardo verso la finestra.
Petra continuò: - Prima di costruire lo sbarramento al primo piano, molta gente si riversò nell'edificio in cerca di aiuto. Tutti fuggivano da qualcosa, ma non sapevo cosa. Parlavano di morti che si rianimavano e aggredivano i vivi. Per me sembravano solo sciocchezze, in un primo momento. Roba da cinema, insomma. Pensavo che... - Rimase per un attimo in silenzio. - Pensavo fosse scoppiata un epidemia, o qualcosa del genere. E invece... - Petra guardò Oliver negli occhi - Ricordi i mostri che volevano divorarti quando eri sul camion..? Quelli erano i sopravvissuti di questo condominio, o almeno la maggior parte. Riconosco molti dei loro volti, o ciò che ne rimane. - La donna chiuse gli occhi. Provò una fitta dolorosa al ventre. - E' tutta colpa mia. Se avessi taciuto, a quest'ora sarebbero vivi tutti. -
Oliver si inginocchiò davanti a lei, le prese le mani, ma lei se le tolse subito. L'uomo non cercò di forzarla, ma rimase seduto sui talloni. - Cosa è successo? -
Petra non rispose subito. - Li ho condannati a morire. -
- Non è colpa tua. - Disse Oliver cercando di rassicurarla.
- Tu non sai niente. Non sai come sono andate le cose. Io... - Balbettò, mentre a stento tratteneva le lacrime. - Li ho fatti morire... Tutti. -
Oliver rimase in silenzio. Ascoltò il pianto sommesso di Petra. Non sapeva cosa fare. Non era bravo a confortare la gente, e si sentiva a disagio.
Poi Petra si alzò. Raggiunse la finestra e guardò fuori, mentre Oliver si issò in piedi a guardarla. - Ogni giorno vengo qui. Guardo i loro visi e chiedo loro di perdonarmi. Ogni giorno mi domando se mi hanno perdonata... Ma so che non lo faranno mai. - Si ammutolì. - Ho mandato a morire intere famiglie. E loro mi hanno maledetta. Livio... Lui è così per colpa mia. Dio ha ascoltato le loro sofferenze e mi ha punito in questo modo. -
Oliver pensava che Petra stesse delirando. Ma le faceva tanta pena. Era totalmente distrutta dal peso delle sue azioni, dal suo passato, che ora sembrava inghiottita dall'oscurità. Ma non rispose. Ascoltò in silenzio.
- Da quando sono morti tutti... Livio è peggiorato. - Petra guardò il volto di uno zombie ammucchiato nell'orda che ingorgava la strada. Riconobbe il volto mezzo divorato di Mark, lembi di pelle gli penzolavano dalla guancia. Era stato un uomo sulla quarantina che aveva salvato un intero orfanotrofio di diciannove bambini, tra maschi e femmine. Lui ci lavorava come inserviente, e quando il caos dilagò a Raccoon City, tutti quei bambini furono lasciati da soli e rinchiusi a chiave nella sala da pranzo. Quando li trovò, li liberò e li condusse alla cieca nelle strade tumultuose di Raccoon City con la speranza di trovare aiuto. Poi incrociò il cammino di Livio che si era messo in testa di salvare la gente dai demoni, perché Derrek gli aveva detto così. Petra non voleva che Livio girasse per le strade con la mente stralunata, ma non sapeva ancora che Livio era quasi del tutto impazzito. Le persone che salvò, non avevano mai pensato che il loro salvatore era mezzo matto.
Livio aveva condotto molta gente nel suo condominio; quarantotto persone in tutto.
I sopravvissuti vivevano un po' ovunque dentro l'edificio, finché la situazione nelle strade peggiorò in poche ore. Allora un orda di non-morti si accalcò davanti al portone dell'edificio, e una volta che l'abbatterono, entrarono, divorarono e integrarono nell'esercito delle tenebre quelli che vivevano al piano terra. Le scale, strette e con un pianerottolo che svoltava a destra, bloccarono l'avanzata per un po'. Gli zombie si ammassarono così stretti, che non riuscivano più a muoversi. Poi alcuni riuscirono a salire quasi al primo piano, e due uomini li spinsero via con lunghi manici di scopa, facendoli ruzzolare giù dalle scale. La gente si riunì al primo piano e iniziò frettolosamente ad ammassare oggetti lungo le scale; divani e sedie, poltrone e armadi, letti ed altro ancora, tutto ciò che poteva impedire agli zombie di salire. Svuotarono i quattro appartamenti del primo piano per innalzare un alto sbarramento di diversi metri. La scala era del tutto ostruita, così come metà corridoio del primo piano.
Dopo un ora i non-morti furono attratti da qualcosa. Fuori dall'edificio la polizia aveva costruito un posto di blocco, mentre gli SWAT sparavano a vista coperti dietro a sacchi di sabbia. Molti zombie furono crivellati dalle pallottole delle armi automatiche, ma continuavano ad alzarsi, alcuni silenti, alcuni gemendo, e marciavano verso di loro. Gli SWAT cominciarono a sparare persino alle gente che tentava di trovare rifugio dietro il posto di blocco, pensando che fossero lì per aiutarli. I sopravvissuti del palazzo rimasero scioccati alla vista di quella carneficina, e in breve tempo, il posto di blocco fu sommerso da un mare di non-morti e inghiottito nei suoi abissi.
Petra si girò verso Oliver e disse: - L'aver salvato della gente lo stava aiutando. Parlava molto meno con la sua pistola, perché era sempre impegnato a discutere con gli altri. Ero così contenta. Sembrava quasi che stesse guarendo da quel terribile trauma, e poi... - Sospirò e lanciò un occhiata dietro le sue spalle, fuori dalla finestra. - Poi qualcuno disse che i militari stavano allestendo un centro evacuazione, non poco lontano da qui. Noi tutti sentivamo gli elicotteri dirigersi da quella parte e sparire tra i grattacieli. Così ho pensato che Alphonse aveva ragione, che c'erano veramente i militari che stavano aiutando i superstiti a lasciare la città. Ma gli altri non volevano rischiare le loro vite e lasciare l'edificio, perché si sentivano protetti quassù. Alcuni di loro dicevano che presto una squadra militare sarebbe giunta per liberarli, e che dovevano solo pazientare. Io non la pensavo così, e nemmeno Alphonse. Poi lui, Jerry e un altro uomo, rubarono le armi che trovai in questa stanza, e lasciarono il palazzo tramite la finestra da cui sei entrato. E da quanto hai sentito da mio marito, Jerry ha rubato anche tutte le medicine. - Fece una pausa. - Oltre il posto di blocco la strada era deserta, e gli zombie erano stati bloccati dal cancello che la polizia aveva costruito per controllare e bloccare la via. Li vidi sparire dietro l'angolo della farmacia, e non tornarono mai più. - Poi il viso di Petra si rabbuiò - All'inizio pensavo che... Pensavo che Alphonse c'è l'aveva fatta, che si era messo in salvo. Continuavo a vedere molti elicotteri sorvolare il cielo. Così un pomeriggio sono salita sul terrazzo, e vedevo che gli elicotteri atterravano sempre dietro i lontani grattacieli di Downtown. Pensavo davvero che evacuassero i superstiti, perché poco dopo prendevano il volo e svanivano all'orizzonte, verso la foresta. Poi pensai che forse gli elicotteri appartenevano ai ricchi, che evacuassero solo le loro famiglie e i loro beni... Avevo una miriade di pensieri in testa, che non sapevo più cosa pensare. - Sospirò e lanciò un occhiata alla finestra. Si udivano deboli gemiti provenire dalla strada.
Oliver ascoltava. Era preso da ciò che le stava confidando Petra, ma sapeva che non era arrivata al fulcro del discorso. Così sedette su una sedia.
Petra gli diede le spalle. Guardò giù in strada e rimase a lungo in silenzio, finché disse: - Quando sono scesa, ho cominciato a convincere la gente a lasciare il condominio. Ho mentito, persino, detto loro che avevo sentito in lontananza un megafono che diceva che stavano evacuando i sopravvissuti dalla città, ma non è servito. Nessuno voleva andarsene... - Petra cominciò a piangere. - Così ho convinto mio marito che aveva un forte ascendente su tutti loro. Li aveva salvati... - Singhiozzò per un momento, il petto faceva su e giù freneticamente. - Mark è stato il primo a schierarsi dalla sua parte. Chi aveva una famiglia, invece, non voleva andarsene. Volevano proteggere i lori figli. Li capivo... O almeno pensavo di capirli. - Rimase a piangere per un pezzo, finché non si calmò da sola. Oliver non poté fare altro che ascoltare. Poi Petra continuò. - Mark li convinse. Non so come, ma tutti loro accettarono di seguire mio marito. Io ero felice... Che stupida! - Batté un pugno a martello sulla finestra. - Che stupida egoista che sono stata. Pensavo solo a me. Volevo abbandonare Raccoon City a tutti costi. Ero terrorizzata da quei mostri là fuori. Sono stata una stupida. Stupida! - Sferrò più volte pugni a martello sulla finestra per cacciare via i sensi di colpa che le assillavano la mente, finché non si mise improvvisamente a piangere.
- Hai fatto ciò che ritenevi più giusto. - Disse Oliver che era deciso a confortarla.
- Sono morti a causa mia! - Esplose Petra, girandosi verso di lui. - Tutti loro! - Indicò con un dito gli zombie nelle strade. - Se non avessi convinto Livio, nessuno di loro sarebbe morto. Sarebbero tutti al sicuro. Qui dentro. E mio marito sarebbe guarito... -
Oliver si chiese come mai lei e suo marito non fossero morti insieme agli altri. Ma rimase in silenzio. Era inutile domandarlo, pensò.
Ma Petra glielo lesse negli occhi, e aspettò un momento prima di parlare: - Ero stata l'ultima a lasciare il condominio. Tutti erano usciti dalla finestra e si erano messi lungo le mura del palazzo, vicino al posto di blocco. Dietro di loro gli zombie si ammassavano contro la recinzione, ma... - Rimase in silenzio per un poco. - Quando vidi che il cancello stava per cedere, ero già sul tetto del camion, proprio dove sei stato tu. Ero pronta a scendere... Poi il cancello cedette, e gli zombie si riversarono come un fiume in piena. Tutti fuggirono terrorizzati verso la direzione dove era sparito Alphonse, compreso mio marito. Io ero rimasta sul tetto del camion paralizzata dalla paura. Ero circondata e non potevo raggiungerli. E'... E' successo tutto così in fretta. Li vidi svoltare l'angolo della farmacia, mentre i non-morti l'inseguivano. Poi fu assordata dai gemiti. Mi accasciai e piansi perché ero rimasta da sola e mio marito mi aveva abbandonata. Qualche minuto dopo sentii degli spari in quella direzione. Vidi Livio e altre undici persone tornare indietro. Mio marito sparava contro il resto dei sopravvissuti. Solo che... Erano morti tutti, ed altri seguivano alle spalle. Tra loro mi pare di aver visto Alphonse, ma non ne sono sicura. Tutti loro erano circondati da entrambi i lati dagli zombie, ma solo Livio riuscì a mettersi in salvo arrampicandosi sul tetto di una grossa jeep. Un uomo disperato e in lacrime gli porse il figlio di due anni, ma mio marito... Non lo prese. Ricordo ancora quella scena. Quel bambino... Le urla... Mi perseguita ancora. - Pianse di nuovo per un lungo momento, ma in modo del tutto incontrollato. - ...Poi vidi mio marito aggrapparsi a un ramo di un albero e raggiungere il balcone di una casa. Da lì proseguì sui tetti. Quando mi raggiunse, non era più lo stesso. -
Oliver rimase senza parole. In realtà non sapeva cosa dire. Petra si era salvata per puro caso. Ma Livio... Perché non ha salvato quel bambino? Si chiese Oliver. Cosa gli costava?
STAI LEGGENDO
Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3
FanfictionUn uomo alle prese con la terrificante pandemia che ha distrutto Raccoon City. La storia inizia poco prima dell'arrivo di Leon, e non segue le vicende del gioco, anche se può allinearsi ogni tanto.