XVI. Capitolo

21 1 0
                                    

Quando Oliver accostò lentamente il furgone sul lato della strada, Lara fece per scendere frettolosamente dal furgone, ma Oliver l'afferrò per l'avambraccio. - Ehi, dove vuoi andare? -
Lara si divincolò dalla sua presa. - Lasciami! -
- Lara, sono io. Oliver. - Disse. - Non mi riconosci? -
Lara lo fissò per un attimo. - Vogliono andarmene! - Aprì la portiera del furgone, ma Oliver la fermò nuovamente.
- Non puoi uscire. Dobbiamo lasciare la città. -
- Io non so chi sei! - Urlò Lara graffiandogli il dorso della mano. Poi uscì dal furgone, e corse in strada presa dal panico, lanciando occhiate alle sue spalle. 
Oliver ingranò la prima e la raggiunse, affiancandosi a lei.
- Vattene via! - Gridò Lara che si sentiva del tutto impotente.
- Lara, ascoltami. - Oliver abbassò lievemente la testa per guardare oltre il finestrino. - Hai battuto la testa, per questo non ricordi nulla. -
Lara lo guardò perplessa, cercando di ricordare, poi iniziò ad accelerare. 
- Fermati! - Oliver continuò a seguirla col furgone.
Fecero diversi metri, finché Lara cascò di colpo a terra. Oliver fermò subito il furgone, aprì la portiera e si precipitò da lei. Lara era con la faccia sull'asfalto. Oliver la girò lentamente, vedendo il naso che le sanguinava. 
- Maledizione! - Borbottò fra sé. Afferrò Lara tra le sue braccia e la mise sul sedile del passeggero. Poi aprì il vano portaoggetti, e con suo grande stupore vide dei fazzoletti. Ne prese due; con il primo asciugò il sangue dal naso di Lara, con il secondo, quello sulla fronte. In quell'istante Lara aprì lentamente gli occhi. - Oliver... - Biascicò lei.
- Lara. - Oliver le sorrise. - Stai... Stai bene? -
- Mi fa male la testa. - 
- Hai sbattuta la testa contro il manubrio. - 
- Non me lo ricordo. - Lara si toccò la fronte con una mano.
Rimasero per un po' in silenzio. Poi Oliver disse: - Qual è il tuo ultimo ricordo? -
Lara spalancò gli occhi terrorizzata. - Il... - Guardò il centro del parabrezza infranto. - Il cane... Quello... - Cercò di alzarsi, ma Oliver la tenne ferma. 
- Tranquilla. - Le rispose Oliver. - Siamo al sicuro. -
- Voglio andarmene, Oliver. -
- Lo faremo. - Le accarezzò una guancia con un dito. - Ora riposati. Guiderò io. Lasceremo la città prima che faccia notte. -
Lara annuì, mentre Oliver le mise la cintura di sicurezza.

I fulmini silenti, lasciarono spazio a tuoni assordanti e violente tempeste di fulmini, mentre nuvoloni neri avvolsero la città, scatenando un forte acquazzone. La pioggia entrava dal foro nel parabrezza, bagnando sia Oliver che Lara. E a peggiorare le cose, il vento sferzava vigoroso tutt'attorno.
- A volte mi sembra che c'è qualcuno che non vuole che lasciamo la città. Ogni cosa va a male. Qualunque cosa faccia. - Disse Oliver.
- Già. - Rispose Lara. 
Il furgone svoltò a sinistra, proseguì per sessanta metri e girò a destra. La zona industriale era enorme, e tra le strade non incontrarono zombie. Alcuni veicoli erano ribaltati, ed altri si erano scontrati tra loro o erano finiti dritti contro il muro degli edifici o recinzioni. Tutte le strade che percorsero erano deserte, mentre la pioggia scrosciava sul furgone. 
- Dovresti rallentare, Oliver. - Gli disse Lara. - Non si vede nulla con questa pioggia. -
- Lo so. Non preoccuparti. - Le rispose un poco irritato, cercando di guardare dove andava. Il forte acquazzone picchiava sul parabrezza di per sé già danneggiato. Poi un lato si staccò, e infine l'intero parabrezza scivolò sul cofano e finì sotto il furgone, forando le ruote che scoppiarono.
D'un tratto il furgone cominciò a sbandare; Oliver cercò inutilmente di raddrizzarlo. Si cappottarono per tre volte sul fianco, schiantandosi infine contro il cofano di un grosso pick-up nero a cabina singola. L'allarme del pick-up iniziò a suonare ininterrottamente. Poi delle fiamme si levarono dal cofano del furgone, mentre la pioggia continuava scendere. 
Lara tossì e sputò sangue. Era in testa in giù, incastrata nella cintura di sicurezza. Si voltò verso Oliver, ma non lo trovò. Il posto del guidatore era vuoto. Sentì una fitta allo stomaco, quando qualcosa le si posò sulla spalla. Lara si girò spaventata e vide Oliver che si puliva la faccia insanguinata con la manica della giacca. Ma invece di rallegrarsi, Lara disse: - Ci hai quasi uccisi... -
Oliver non rispose, e iniziò a liberarla dalla cintura di sicurezza. Improvvisamente le fiamme si rizzarono, e uno sbuffo di vapore e fumo nero entrò nella cabina del veicolo. Oliver trascinò Lara da sotto il furgone, facendosi leva sulla gamba meno dolorante per non cadere. Quando si allontanarono di tre metri, il furgone saltò in aria e con esso, anche il pick-up nero. L'onda d'urto li raggiunse e li smosse un poco. Dell'intenso fumo nero s'innalzò in aria, mentre le fiamme divoravano le carcasse dei due veicoli. 
Lara guardò Oliver. - Ora come faremo a lasciare la città? - Poi gli tirò un debole pugno sul bicipite. - Te l'avevo detto di rallentare! -
Oliver lanciò un urlo di dolore, massaggiandosi il bicipite già dolorante dal pestaggio di Tom.  

Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora