Oliver indietreggiò, mentre una mano si serrò sulla sua spalla e cercò di tirarlo a terra. Si girò di scatto. Vide la faccia putrefatta del non-morto, le orbite vuote, nere, la pelle squarciata da cui s'intravedeva la mascella. Lo zombie cercò di addentargli il collo, ma Oliver si spostò in tempo. Altri non-morti barcollarono verso di lui. Colpì lo zombie con il calcio del fucile, ma un altra mano affondò le dita ossute nella sua giacca, lacerandola un poco. Oliver sussultò, e voltandosi, mirò allo zombie. Era pronto a sparare, quando udì i passi pesanti e duri di quell'essere mostruoso. Oliver lanciò un occhiata verso la ferramenta, mentre teneva il fucile puntato verso la testa dello zombie. Vide il corpo rigido del Nemesis scendere dal mucchio di macerie e muoversi verso di lui. Indossava un lungo impermeabile nero che nascondeva le mostruosità che si celavano sotto di esso, oltre a stivali e un pantalone nero; nella mano destra aveva quelli che sembravano tentacoli. Il suo viso, un ammasso di carne deforme con occhi piccoli e denti sporgenti.
Lo zombie si aggrappò con le mani alla canna del fucile. Oliver trasalì e lasciò partire un colpo. Il proiettile si conficcò nel petto dello zombie, ma non lo uccise. Il non-morto tirò a sé il fucile come se volesse appropriarsene. Oliver gli sferrò un calcio nello stomaco eviscerato e lo zombie cadde di spalle. Guardò lo zombie sull'asfalto, poi gettò uno sguardo intorno. Era completamente attorniato dai non-morti.
Il Nemesis, imponente e dal viso mostruoso, continuava a camminare nella sua direzione, finché iniziò a schiacciare gli zombie sotto i suoi stivali o lanciarli in aria a suon di pugni. Troneggiava sulle teste di un centinaio di zombie e spazzava via qualunque cosa si trovasse sulla sua strada, comprese le auto, i furgoni e persino i camion. Grazie al caos che dilagava, Oliver individuò un vicolo tra due palazzi, che poco prima era stato coperto dalla carcassa carbonizzata di un furgone. Corse in quella direzione, stringendo sul petto il fucile. Quando arrivò, gettò un occhiata alle sue spalle e vide che un orda di zombie lo stava inseguendo, mentre altri volavano in aria lanciati dal Nemesis e atterravano sui crani di altri non-morti. Oliver deglutì, gli occhi totalmente sbarrati per la forza sovrumana di quell'essere mostruoso che sembrava uscito dal più profondo inferno. Poi corse per il vicolo sperando di non incontrare altri non-morti.
Non fece molti metri, poiché svoltato l'angolo, si ritrovò davanti un muro di sette metri; era un vicolo cieco. Ai piedi di esso, non c'era niente che poteva usare per arrampicarsi e saltare dall'altra parte. Si girò e guardò l'angolo da dove era venuto. Sentiva i gemiti dei non-morti sovrastare qualsiasi suono. Non poteva tornare indietro. Poi si guardò attorno, cercò di aprire tre porte, ma erano tutte bloccate o chiuse a chiave, e l'unica scala antincendio era crollata al suolo. Era nel panico. Si asciugò il volto pregno di sudore con la manica della giacca, mentre le sue gambe iniziarono a tremare. Poi, con la coda dell'occhio, vide un tubo pluviale d'acciaio salire fino al tetto di un edificio di tre piani che aveva le finestre frantumate. Non ci pensò due volte, e si precipitò a salire. Ma quando arrivò vicino al tubo, si fermò, posò le mani su di esso e iniziò a scuoterlo. Non era danneggiato. Avrebbe retto il suo peso. Ma non poteva salire con un fucile in mano, così, con grande rammarico, lo posò a terra e iniziò la salita; una mano dopo l'altra, susseguito da un piede dopo l'altro. Non arrivò nemmeno a metà strada, quando vide sbucare una decina di zombie che camminavano alla cieca nello spiazzo. Poi se ne aggiunsero degli altri, finché diventarono un agglomerato di teste dalla pelle grigia e lacerata e denti sporgenti. Poco dopo vide il Nemesis che si fermò alle spalle degli zombie. Rimase immobile, senza muovere un muscolo, mentre gli zombie camminavano e si scontravano tra loro. D'un tratto il Nemesis alzò di scatto la testa e fissò Oliver. L'uomo sussultò dallo spavento, e quasi perse la presa dal tubo pluviale. Ricominciò a salire, anche se era diventato difficile mantenersi, poiché le mani stavano diventando via via più sudaticce, ed era costretto ad asciugarsele sui vestiti.
D'un tratto percepì il tubo tremare. Guardò in basso. Gli zombie si erano accalcati sotto di lui e sferravano pugni e schiaffi sul tubo. Nel frattempo, il Nemesis si avvicinava con passo meccanico e minaccioso, colpendo gli zombie sulla sua strada oppure schiacciandoli sotto il peso dei suoi stivali. Oliver affrettò la salita, quando il tubo si staccò dalla parte superiore. L'uomo precipitò aggrappandosi al tubo e chiuse gli occhi, preparandosi a morire, mentre il vento gli sferzava la nuca.
Improvvisamente il tubo si fermò di colpo, ondeggiando a diversi metri dal terreno. Oliver rimase con le gambe penzoloni, ma con le mani ben serrate attorno al tubo. I non-morti si allontanarono dalla base del tubo pluviale e si riversarono sotto i suoi piedi. Allungarono le mani per afferrarlo o divorarne i piedi. I gemiti diventarono più intesi. Il Nemesis arrivò quasi vicino a Oliver, quando il tubo si inclinò di lato e Oliver precipitò oltre il muro che bloccava il vicolo. Si schiantò sul parabrezza di un auto; il tubo gli mancò di poco le gambe, ma se le avesse centrate, gliela avrebbe spezzate. Per un istante, si sentì mancare il fiato nei polmoni, mentre la vista si offuscava. Guardò il muro sgranarsi lentamente; i gemiti gli assordavano le orecchie.
Attimi dopo, udì qualcuno o qualcosa afferrarlo e metterselo di peso sulle spalle. Vide il retro della camicia a quadri verde con righe nere, deformarsi e poi tornare normale. La vista diventava via via più sfocata. D'un tratto il muro che bloccava il vicolo esplose in mille pezzi. Oliver vide una nube di polvere avanzare sulla strada, mentre gli zombie scendevano dalle macerie. Chi l'aveva afferrato si fermò dopo aver camminato per un po'. Sentì il cigolio di una porta. Poi lanciò un ultima occhiata al muro distrutto e vide il profilo del Nemesis immobile come una statua, mentre la coltre di polvere gli avvolgeva lentamente le spalle. Poi tutto diventò scuro.
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Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3
FanficUn uomo alle prese con la terrificante pandemia che ha distrutto Raccoon City. La storia inizia poco prima dell'arrivo di Leon, e non segue le vicende del gioco, anche se può allinearsi ogni tanto.