Salirono sul cavalcavia, tenendosi vicino alla banchina della strada. Quando arrivarono sull'autostrada, che passa sopra la zona industriale e termina nel limitare dei quartiere di Downtown e Uptown, si accorsero che c'erano dozzine e dozzine di auto incolonnate.
Lara ebbe quasi un mancamento. Sperava di poter prendere un auto e guidare fino alla periferia. Rimase ferma a guardare i veicoli dalle portiere aperte, o dal sangue raggrumato sui finestrini infranti o intatti delle auto.
Oliver la raggiunse poco dopo, zoppicando e facendosi leva sulla sua sbarra di ferro. Le posò una mano sulla spalla. - A quanto pare, non eravamo gli unici a voler fuggire dalla città. -
Lara non rispose, ma gli posò una mano sulla sua, l'accarezzandola e stringendola.
Oliver le si affiancò. - Non vedo zombie. -
- Nemmeno io. -
- Teniamoci sul fianco della strada. Proseguire al centro è pericoloso. -
- E' pericoloso anche sul lato della strada, Oliver. -
- Lo so, ma potremmo evitare gli zombie... Quelli che strisciano, insomma. - Le disse Oliver con un sorriso.
Lara annuì. - Hai ragione. Non ci avevo pensato. -
S'incamminarono lungo il parapetto di cemento sul fianco della strada. Alcuni corpi giacevano dentro i veicoli, in parte divorati, in parte crivellati di pallottole. Raggrumi di sangue pennellavano l'asfalto un po' ovunque.
Oliver vide un altro furgone nero dell'Umbrella. Non disse nulla a Lara delle armi che aveva trovato in un altro furgone, ma nemmeno si avvicinò a questo. Anche se ebbe una mezza idea di prendere le armi, e proteggersi con quelle. Poi pensò che fosse troppo pericoloso. Gli spari avrebbero attirato l'attenzione e lui, visto le sue condizioni, non poteva permetterselo. Inoltre, non era sicuro che all'interno ci fossero delle armi.
Passarono dritto, senza soffermarsi quasi su nulla. Nell'aria c'era un silenzio spettrale, quasi insopportabile, inquietante. Il vento a Est, alitava gelido sui loro visi, mentre a Sud, nuvoloni plumbei si addensavano minacciosi all'orizzonte.
Oliver era alle spalle di Lara che si accertava che nessun zombie sbucasse da dietro i paraurti delle macchine. Seguirono l'autostrada che si curvava lentamente a sinistra.
Poi videro una dozzina di auto, furgoni e due camion che si erano schiantati tra di loro frontalmente, ed altri che si erano incanalati al seguito. Lo spartitraffico era distrutto in alcuni punti, notò Oliver.
- Ecco perché c'erano tante auto. - Disse Lara indicando l'incidente.
- Può essere. - Rispose Oliver. - Ma quando la gente prova a fuggire... Be', il risultato è caos. -
Lara si voltò verso di lui. - Che vuoi dire? -
- Che un incidente era inevitabile. Ognuno tenta di fuggire come può. Le regole non contano più. - Si avvicinò allo spartitraffico distrutto come se volesse esaminarlo. - Conta sopravvivere, in un modo o nell'altro. -
Raggiunsero le carcasse dei veicoli. Molti di essi erano state divorate dalle fiamme, così come i loro passeggeri. Oliver si guardò attorno e non vide nessun camion dei pompieri. Potevano essere venuti e poi fuggiti, oppure non erano venuti affatto. Si ricordò che quattro giorni prima, forse cinque, ormai non ricordava più perché gli sembrava che fosse passata un eternità, aveva piovuto. Era stato la pioggia a spegnere le fiamme, si disse.
Lara si avvicinò a un auto. Nei sedili posteriori, c'era un corpo carbonizzato che sembrava essere un bambino, e affianco, ciò che rimaneva di una navicella per neonati. Davanti, i due cadaveri carbonizzati dei genitori. Lara si coprì la bocca con una mano. Aveva le lacrime agli occhi, ma cercò di non piangere. Oliver se ne accorse, ma decise di non confortarla. Forse avrebbe solo peggiorato le cose, pensò.
L'aria era pregna di un forte odore di carne bruciata, anche se erano passati giorni dalla loro morte.
Nelle altre vetture, intravidero altri cadaveri. L'incidente era stato brutale, e molta gente non era morta sul colpo. La maggior parte, incastrata tra i rottami, era stata divorata dal propagarsi delle fiamme.
Poco dopo superarono l'incidente e proseguirono, lenti e con le menti annebbiate da ciò che avevano provato. La strada si apriva verso le due corsie laterali che scendevano nella zona industriale; la prima serviva per entrare in autostrada, la seconda per uscirne.
I veicoli diminuivano man mano che si avvicinavano alla corsia di sinistra, e l'odore di carne scomparve quasi del tutto. In lontananza, fulmini silenti e rossastri squarciavano il cielo, ramificandosi in varie direzioni.
- Presto pioverà. - Disse Oliver.
- Lo so. - Rispose Lara. - Non serve un genio per capirlo. -
Oliver smorzò un sorriso.
Discesero lentamente la corsia del cavalcavia, ritrovandosi nella zona industriale. Fino ad allora non avevano incontrato nessun non-morto, il ché era strano, pensò Oliver. Ma quando si voltarono a destra, verso un enorme edificio grigio, videro un infinità di zombie bloccati dentro la recinzione perimetrale alta due metri; la base era fatta in cemento, e la parte superiore in metallo a forma di griglia. Qualcuno li aveva ammassati lì, o forse, si erano radunati lì per puro caso.
Lara e Oliver rimasero scioccati da quella visione. Oliver non ne aveva mai visto così tanti. Non poteva credere che il loro numero poteva essere così abnorme. Aveva visto sì, un orda, ma quella in confronto a questa non era nulla. Forse aveva persino sbagliato a pensare che erano centinaia, forse erano migliaia o milioni.
I non-morti erano stretti gli uni agli altri; chi era vicino alla recinzione, veniva schiacciato da quelli dietro. Parti di cervella penzolavano dalla griglia metallica, e alcune teste erano implose contro la recinzione sotto la pressione di altri non-morti. Sul piccolo prato smorto, al di là della griglia, c'erano un mucchio di occhi vitrei schizzati fuori dalle orbite.
La cosa più sconcertante per Oliver, e che nessuno dei non-morti gemeva. Per questo non li aveva sentiti. Se ne stavano con la testa china, silenti nello sbattere uno contro l'altro, cercando inutilmente di muoversi.
Gli zombie non li avevano visti, o non sembravano darlo a vedere. Oliver toccò la spalla di Lara che sussultò. - Dannazione! -
- Allontaniamoci, Lara. -
Proseguirono nella direzione opposta, camminando sul marciapiede. La zona industriale era tappezzata di edifici diroccati ed enormi strutture che troneggiavano su quelle più basse o più elementari. Le strade erano larghe; tubi di ferro corrosi dalla ruggine correvano sopra le teste di Lara e Oliver, finendo negli edifici accanto, o continuando sopra ai marciapiedi, perdendosi chissà dove. Tutto il paesaggio era giallastro, privo di vita. In alcuni punti, l'erbaccia che cresceva affianco ai marciapiedi era alta fin sopra il ginocchio, e più in profondità, era alta quasi quanto un uomo. Molti furgoni erano parcheggiati, ed altri ancora erano stati abbandonati davanti ai semafori o in mezzo alla strada.
Non incontrarono nessun posto di blocco, nessun cadavere in strada. Eppure poco prima, si disse Oliver, aveva visto con i suoi occhi un numero impressionante di zombie. Che fossero tutti gli operai che lavoravano in questa zona? E poi perché erano rinchiusi nello spiazzo di quell'enorme edificio? Pensò.
- Perché non prendiamo un furgone. - Disse Lara. - Così potremmo andarcene dalla città. Le strade sono libere. -
- Sai accendere un veicolo senza le chiavi? - Le domandò Oliver.
- No. -
- Allora è inutile. -
- Potremo rubarlo. - Lara si avvicinò a un furgone bianco con il logo Carpentier industries impresso sulla fiancata. Era in mezzo alla strada con la portiera del guidatore aperta. - Ci sono ancora le chiavi. Dai. Sali a bordo. Guido io. -
Oliver era titubante. - Ma sai guidare un furgone? -
Lara che si stava sedendo per guidare, si fermò e lo guardò male. - Ti sei dimenticato il furgone di mio padre? - Inclinò la testa quasi assorta dai pensieri. - Il viaggio nell'Indiana? Volevamo passare una settimana immersi nella natura. Ti sei scordato? Ho rubato il suo furgone per stare più comodi, anche se mi sono sentita in colpa perché... -
- Sì... ricordo. - Disse Oliver abbassando gli occhi. - Abbiamo fatto l'amore così tante volte vicino a quella piccola cascata che... -
D'un tratto udirono dapprima il guaito di un cane poi un singolo abbaio. Oliver si girò, guardò verso la direzione del suono. Poi girandosi nuovamente, disse. - Sali! Sali! - Fece leva sulla sbarra per portarsi il più velocemente possibile al posto del passeggero. Quando ci arrivò, aprì la portiera e con la coda dell'occhio, vide un branco di cani zombie correre verso di lui. Non abbaiavano; si sentivano solo le loro zanne grattare sull'asfalto. I loro occhi bianchi, le putride fauci spalancate, la pelle scarnificata, fecero rabbrividire Oliver.
- Merda! - Gridò Oliver lasciando cadere la sbarra e mettendosi a sedere.
Lara girò la chiave del motore che emise un rantolo, senza accendersi. Oliver chiuse la portiera, e in quell'istante un cane ci si lanciò contro. La portella vibrò. Entrambi sussultarono dallo spavento, e la chiave scivolò dalla mani di Lara, cadendo sul tappetino.
- Che aspetti! Accendi questo catorcio! - Urlò Oliver, mentre i cani si schiantavano contro il furgone, facendolo dondolare.
Lara non rispose. Non lo aveva neanche sentito. Afferrò la chiave, la mise nel blocchetto e la girò. Il motore emise uno sbuffo, ma non partì. I cani zombie continuarono a tartassare il furgone, mentre i due venivano sballottati uno addosso all'altro.
Un cane si piazzò davanti al furgone, accucciandosi. Oliver lo vide; gli sembrava che lo stesso guardando con i suoi occhi bianchi. Lara era troppo presa nel cercare di far accendere il furgone per notarlo. Il cane zombie si alzò, mostrò i denti aguzzi e ringhiò. Tutto il branco smise di infierire sulla carrozzeria ammaccata e graffiata. Due lo raggiunsero alle spalle. Poi uno di loro scattò in avanti, lanciandosi verso il parabrezza del furgone. Lara lo vide all'ultimo momento, e si tirò indietro urtando la nuca contro schienale del sedile. Oliver invece, mise la testa tra le gambe, proteggendola con le sue braccia. Il centro del parabrezza si ruppe. Il cane zombie si squarciò il collo, rimanendo incastrato.
- Cazzo! - Imprecò Oliver, mentre i denti aguzzi del cane scattavano per divorargli la faccia. - Accendi questo fottuto furgone! -
Lara non lo sentì, guardando in faccia il cane zombie che la ignorava. Gli occhi bianchi fissavano la ferita alla scapola di Oliver. Gli stracci erano un po' sporchi di sangue. Forse era stato quello ad aver attirato il branco? Pensò Oliver.
- Che cazzo stai aspettando! - Tuonò Oliver.
Le zanne del cane zombie scivolarono sul cofano, grattando e graffiando per trovare un appiglio. D'un tratto il cane zombie scattò in avanti. Oliver si piegò indietro, spiaccicandosi al finestrino, mentre si abbassava più che poté sotto il vano portaoggetti. - Cazzo! -
Le fauci del cane ora, scattavano a un palmo dalla sua testa, le pupille bianche puntavano la ferita sulla scapola.
Sì udì uno sbuffo, poi un rombo del motore. Oliver gettò uno sguardo a Lara che aveva le pupille dilatate dal terrore. Il furgone partì, le ruote anteriori fischiarono e i cani zombie guairono spostandosi dalla traiettoria del mezzo. Il cane zombie incastrato nel parabrezza, continuava a serrare la mascella sopra la testa di Oliver.
Lara adocchiò dapprima il cane zombie, poi Oliver. - Tieni duro! -
- Mi vuole staccare la testa, cazzo! - Imprecò Oliver.
Il branco di cani zombie si misero al loro inseguimento. Lara svoltò a sinistra, e continuò dritto verso un incrocio a T, serpeggiando tra i veicoli in mezzo alla strada. Tutto il branco era rimasto indietro, ma solo uno di loro non mollava, ed era lo stesso che si era accucciato dinanzi al furgone; il capo branco. Quando Lara fece per svoltare di nuovo, il capo branco si lanciò contro la fiancata posteriore del furgone, facendolo sbandare. Lara frenò, e il cane zombie che era incastrato nel parabrezza, schizzò fuori fracassandosi la testa contro un muro. Lara urtò con violenza la fronte contro il manubrio, perdendo i sensi. Oliver invece, arricciato sotto il vano porta oggetti, non subì nessun colpo.
Si mise subito a sedere, guardando il sangue sulla fronte di Lara. Poi guardò il parabrezza. Se Lara non avesse frenato, si sarebbero schiantati contro il muro e a quella velocità, sarebbero morti. Oliver si girò, guardò lo specchio retrovisore esterno. Vide il capo branco inerme sull'asfalto. Allora si voltò verso Lara, le scrutò la piccola ferita sulla fronte, e con molta delicatezza, la mise al suo posto, mentre lui si mise sul sedile del guidatore. Non aveva mai guidato un furgone. Ma in quella situazione, non doveva avere paure o incertezze. Guardò lo specchio retrovisore interno, e ingranò la retromarcia. Il furgone indietreggiò rapidamente.
In quell'istante, con molta fatica, il capo branco cercò di alzarsi sulle sue zampe, e quando i suoi occhi bianchi si voltarono, una ruota gli frantumò il cranio, implodendo in una poltiglia di cervella, carne e ossa. Un occhio bianco rotolò brevemente sull'asfalto.
- Beccati questo, stronzo! - Urlò Oliver con foga. Si affacciò dal finestrino, guardando la carcassa. - Mi piacciono gli animali, ma tu eri un cazzo di abominio! - Non sapeva spiegarsi del perché aveva detto quelle parole, se non per un flebile senso di colpa. Credeva di aver ucciso un cane, quando in realtà aveva ucciso qualcosa che era tutto fuorché un cane.
Ingranò la prima, e si dirisse verso la periferia a Nord-Est. Sfiorò con un dito le guance di Lara, mentre zigzagava tra i veicoli. - Lara. Mi senti? - Cercò di scuoterla, ma non si svegliò.
Si fermò davanti a un incrociò. Un incidente tra una dozzina di macchine, ostruiva la strada al centro e a sinistra. Poteva solamente andare a destra, ma così facendo doveva fare almeno il giro di un isolato. Abbassò la testa per guardare meglio. Nell'isolato che doveva aggirare, c'era una fabbrica. Era un lungo pezzo di terra di settecento metri, susseguito da veri edifici appartenenti alla stessa azienda. Non c'erano stradine nel mezzo, perciò doveva per forza fare il giro. Nella fuga, pensò Oliver, Lara si era diretta inconsciamente nella direzione giusta.
Mentre girava a destra, guardando lo specchietto retrovisore esterno, adocchiò il branco di cani zombie infondo alla strada; correvano verso di lui con le fauci aperte. Sentì un pugno allo stomaco. - Ma non mollano mai! -
Proseguì a tutto gas lungo il rettilineo, lasciandosi alle spalle il branco di cani zombie che si andavano via via rimpicciolendosi. Poi li vide fermarsi e tornare indietro. Oliver lanciò un urlo di felicità, battendo i pugni sul manubrio.
In quell'istante, confusa e frastornata, si svegliò Lara. Si toccò la testa dolorante, e quando l'abbassò, sbarrò gli occhi alla visione del sangue sulle sue mani.
- Ehi... - Disse Oliver con un sorriso. - Abbiamo seminato quei bastardi! Tu... Tu stai bene? -
Lara lo fissò per un momento, oscurandosi in viso. - E tu chi sei? -
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Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3
FanfictionUn uomo alle prese con la terrificante pandemia che ha distrutto Raccoon City. La storia inizia poco prima dell'arrivo di Leon, e non segue le vicende del gioco, anche se può allinearsi ogni tanto.