XX. Capitolo

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La cancellata cadde sulla pila di cadaveri a ridosso dell'entrata della metro, e i sopravvissuti ci si arrampicarono sopra. I bambini furono travolti, schiacciati, mentre un centinaio di persone fuggirono presi dal panico.
Leon salì rapidamente la scalinata, si affiancò a Lara e Oliver. Claire puntò la pistola verso il Tyrant che, con passo lento e rigido, s'incamminò verso loro. Lungo le mura degli edifici, i Licker zampettarono veloci sui tetti, saltarono sulle auto, cominciarono a rincorrere le persone che si riversavano in strada.
- Da dove esce tutta questa gente? - Chiese Oliver confuso.
- Me lo sto chiedendo anch'io. - Rispose Leon.
- Faremo meglio a muoverci. - Claire indicò il Tyrant con un dito.
- E i bambini? - Chiese Lara.
- Non possiamo far più nulla per loro. Sono tutti morti. - Le rispose Leon.
Lara si portò le mani davanti alla bocca: - Come fai ad esserne sicuro? -
- Non possono essere sopravvissuti. La gente li ha schiacciati, non vedi?. -
- Ma potrebbero essercene degli altri, forse... -
Un auto volò in aria, schiantandosi contro la finestra del primo piano di un palazzo. Il Tyrant era quasi vicino loro.
- Dannazione! - Disse Oliver. - Andiamocene! - Quando si girò, un sopravvissuto lo fece cadere a terra con una spallata. Claire e Lara lo aiutarono ad alzarsi.
- State dietro di me! - Disse Leon ai tre.
Il fiume di gente continuava a uscire dall'entrare della Metro; altri Licker cominciarono a sbucare fuori dalla porta da cui era uscito il Tyrant. Le persone cominciarono a bloccarsi nella folla, mentre i Licker piombarono su di loro dall'alto, squartando, uccidendo, ferendo e fuggendo via con la proprie prede. Le grida di aiuto e di dolore si levarono alte nella strada. Il Tyrant iniziò a colpire con pugni e calci persone a caso.
Il gruppo rimase bloccato nella folla che, lentamente, cominciava a indietreggiare terrorizzata. Alcuni Licker ruggirono sui tetti delle auto, altri se ne stavano sui cornicioni delle terrazze a captare innumerevoli suoni.
- Siamo bloccati! - Lara si guardò attorno.
Leon non rispose, volse lo sguardo un po' ovunque, ma non vide altro che un ammasso di teste.
- Perché non procediamo lungo gli edifici? - Chiese Lara.
- Vuoi finire dritto in pasto ai Licker? - Rispose Oliver.
Lara abbassò gli occhi, si strinse sotto il braccio di Oliver.
- Guardate lassù! - Claire indicò una finestra del terzo piano di un Hotel.
- Ma è Jill. - Rispose Leon.
- Ci ha visti! Sta agitando la mano. -
- Come ha fatto a vederci in mezzo a tutta questa gente? -
- Non lo so, ma guarda nella nostra direzione. -
- Entriamo nell'Hotel. - Disse Oliver.
- Va bene. Restate dietro di me. - Rispose Leon.
Si fecero largo a suon di gomitate tra la folla che spintonava, calciava e urlava, arrivando così davanti all'ingresso dell'Hotel. Videro due Licker contendersi una donna. Era a terra, le viscere fuori dallo stomaco, le mani protese verso la folla. Cercava di strisciare, mentre i due Licker si artigliarono tra loro. Poi il primo recise la gola al secondo, e gli balzò sopra, dilaniandogli il petto con i suoi lunghi artigli. La donna continuò a strisciare lentamente verso la folla che si allontanava da lei come fosse la peste in persona. Poi il Licker, con una rapida falcata, la raggiunse, l'artigliò alla schiena e si arrampicò portandosela con sé lungo la facciata dell'Hotel. La donna gridò in un ultimo disperato rantolo di voce.
- Che... Che morte orrenda. - Disse Lara.
- Ora! Corriamo verso la porta! - Urlò Leon.

Richiusero la porta d'ingresso alle loro spalle. La sala reception dell'Hotel era completamente a soqquadro. Tavoli, sedie, quadri e fogli erano rivoltati ogni dove. Sui muri e sul pavimento, schizzi di sangue. Ma di cadaveri e zombie nessuna traccia.
- Claire! - Disse Leon. - Aiutami a mettere il divano contro la porta. -
Lara e Oliver invece, si diressero al banco della reception. Videro Jill scendere l'ampia scala che conduceva al pianterreno.
- Il divano non servirà a nulla. - Disse Jill.
Leon si voltò: - Li rallenterà. -
- Chi? I Licker o i sopravvissuti? -
- I Licker. -
Jill raggiunse Lara e Oliver, posò un gomito sul banco. - Bloccherai solo la gente che vorrebbe entrare. -
Leon si girò dapprima verso la porta d'ingresso, poi verso di lei. - Quale gente? Non c'è nessuno davanti alla porta. -
- Per adesso. -
- Dove vuoi arrivare, Jill? - Le chiese Claire.
- Da nessuna parte. -
- Allora perché parli? -
Jill sorrise. - Restare qui non è sicuro, e di certo quel divano non bloccherà i Licker o gli zombie. -
Leon e Claire si guardarono tra loro, ma non si mossero.
- Anche nei piani superiori non è sicuro. - Disse Leon. - I Licker possono entrare dalle finestre. -
- Giusta osservazione. - Rispose Jill. - Ma non intendo soggiornare in una delle lussuose suitè, ma andare sul tetto. -
- Sul tetto? - Le rispose Claire. - Ma sei impazzita? -
- C'è un elicottero sul tetto. -
Tutti si guardarono tra loro pieni di speranza.
- Dici sul serio? - Il volto di Lara s'illuminò.
- Certo, ma c'è solo un problema. -
- Lo sapevo. - Sbuffò Leon.
- Che problema? - Domandò Claire.
- Dobbiamo fare il pieno all'elicottero. - Rispose Jill. - Ed eliminare una trentina di ricconi. Tranquilli, sono zombie. -
- E come intendi eliminarli? - Chiese Leon. - Le nostre munizioni non bastano per tutti loro. -
- Me ne occuperò io. -
Leon si accigliò. - E come? Lanciandoli dal terrazzo? -
- E' un idea. - Sorrise Jill. - Ma farò di meglio. -
Leon sbuffò nervoso. - Sarebbe a dire? -
- Tu vai a fare il pieno. Io mi occupo dei ricconi. -
Leon si avvicinò verso di lei irritato. - Ma come? Come lo farai? -
- Lo vedrai. -
Leon serrò la mascella, mentre Jill gli voltò le spalle, lasciando nell'aria un dolce aroma che prima non aveva.
- Fai il pieno. - Jill si allontanò da loro.
- Ma si è impregnata di profumo? - Disse Oliver ai tre.
- A quanto pare. - Claire fece spallucce.
Jill salì i gradini, e quando arrivò al pianerottolo, si voltò verso di loro. - Fate presto. Appena comincerò a uccidere i ricconi, questo posto si riempirà di zombie e forse anche di Licker. -
- Ehi! - Disse Leon. - Aspetta! -
Jill s'incamminò lungo il pianerottolo, sfiorando con un dito la ringhiera.
- Perché fa la misteriosa? - Disse Lara a Oliver.
- E io che no so. -
- Aspettate qui. - Aggiunse Leon. - Vado a parlarle. -
D'un tratto qualcuno urtò contro la porta d'ingresso. Tutti si girarono. Videro Tom e la piccola Michelle con gli abiti inzuppati di sangue.
- Ehi! - Urlò Tom senza riconoscerli. - Fateci entrare. - Coprì Michelle con il suo corpo, mentre alle sue spalle i Licker artigliavano i sopravvissuti.
Lara si scostò da Oliver, andò alla porta, spostò il divano senza riuscirci. - Che aspettate? Aiutatemi! -
Oliver zoppicò da lei, ma Leon lo fermò con una mano. - Riposati, ci penso io. Claire. Aiutaci con il divano. -
I tre mossero il divano verso destra e la porta si aprì. Michelle corse dentro, s'inginocchiò a un passo da Lara.
Tom richiuse la porta alle sue spalle. - Ma... Siete voi..? -
- Già. - Oliver lo guardò dritto negli occhi.
- Che bello! - Michelle abbracciò Lara sul fianco.
Oliver e Tom si lanciarono sguardi carichi di astio. Leon lo notò. - Mi sono perso qualcosa? -
- Quello là è il tizio che ha picchiato Oliver. - Disse Lara.
Leon lo squadrò. - Come mai? -
- Voleva uccidere mia nipote con una sbarra di ferro. - Rispose Tom.
Oliver corrugò le sopracciglia. - Ma che cazzo dici? -
- Mi hai mentito. - Tom si avvicinò a lui, ma Leon si mise tra loro.
- Mentito? Per cosa? -
- Mi hai detto che non avevi trovato mia nipote. -
- Infatti è così. -
- No. Tu eri di fronte a lei. Ti ho visto! Non mentire! -
Lara li raggiunse, mentre Claire posò una mano sulla spalla di Michelle.
- Ma tu sei fuori di testa. - Rispose Oliver.
Tom si fece paonazzo dalla rabbia.
- Oliver è sempre stato con me. - Aggiunse Lara. - Non c'è mai stata nessuna bambina con noi. -
Tom si voltò verso la donna.
- Te l'ho detto, zio Tom. - Disse Michelle. - Tu non mi credi mai. -
- L'hai picchiato a sangue solo per un sospetto? - Chiese Leon.
Tom sospirò dal nervoso.

Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora