XIV. Capitolo

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I quattro trovarono rifugio nel condominio. Leon aveva abbattuto con un calcio la porta di un appartamento al primo piano, e il resto del gruppo era entrato dentro. Nell'ingresso c'erano tre valigie, e chiunque ci viveva, aveva avuto intenzioni di andarsene. Man mano che ispezionarono le quattro stanze, scoprirono che l'appartamento era abitato da una famiglia.
Adagiarono Oliver sul divano, e Leon disse loro per l'ennesima volta che presto si sarebbe ripreso. Ma Jill non ne era tanto convinta, e Lara taceva.
Qualche tempo dopo, Leon tornò nel soggiorno, guardando le foto di famiglia appese al muro. L'uomo nella cornice, doveva avere quarantanni, la donna trenta e il bambino non più di dieci. Erano in un parco, seduti su un verdeggiante prato mentre facevano picnic.
Jill gli si avvicinò alle spalle.
- E' sorprendente come le cose possano cambiare da un momento all'altro. - Disse Leon.
- Già. - Rispose Jill.
Dopo un breve pausa Leon disse: - Non sembri un civile. Sei un poliziotto? -
- Qualcosa di simile. -
Leon si girò. - Lavori sotto copertura? -
- Cos'è? Un terzo grado? - Si accigliò Jill.
- E' un modo per conoscerci. - Disse Leon con un lieve sorriso.
- Per conoscere me, vuoi dire. -
- 'Qualcosa di simile'. - Sottolineò Leon sorridendo.
Jill sbuffò e andò da Lara, che sedeva affianco a Oliver e gli puliva la faccia con un panno bagnato. - Come ti sembra Leon? -
Lara alzò il viso, guardandola negli occhi. - Che vuoi dire? -
- A te come sembra? - Insistette Jill.
Lara lanciò uno sguardo a Leon che era di spalle mentre guardava le foto appese al muro. - Mi sembra un bravo ragazzo. -
- Appunto. - Disse Jill. - Troppo amichevole. Troppo altruista. Non mi piace. -
- Cosa c'è di male in questo? -
- Nulla, e che... - Jill fece una pausa, guardando sottecchi Leon che si era girato in quell'istante. - Non mi fido di gente così. -
- Ma perché? - Le chiese Lara, tornando a pulire il viso sporco di sangue di Oliver.
- Sono prevenuta con gente del genere. Molti di loro si sono rivelati l'opposto di ciò che erano. -
- Io non sbaglio quasi mai sulle persone. - Disse Lara. - Se fosse... Se avesse cattive intenzioni, le avrei percepite... - Si zittì un attimo. - Non so come spiegartelo, ma certe cose le sento dentro. Non so se... - Lara si ammutolì di colpo.
- Come sta, Oliver? - Disse Leon che li raggiunse.
- Non lo so. - Rispose Lara.
Leon si avvicinò al viso di Oliver, lo scrutò un poco e si allontanò. - Per me sta dormendo. -
- Dormendo? - Ribadì Jill scettica. - E' stato pestato a sangue. -
- Lo so. - Aggiunse Leon. - Ma come ho già detto a Lara; ho visto di peggio. -
- Ma che vuol dire; 'ho visto di peggio?'. - Disse Jill irritata.
- Credo di non piacerti. - Le disse Leon.
Jill non rispose.
Lara scosse la testa. - Sembrate due bambini. -
Leon sorrise, si avvicinò di nuovo a Oliver e gli mollò un ceffone in faccia.
Oliver si svegliò di soprassalto, spaventato e confuso.
- Visto! - Disse Leon a Jill, e si allontanò da loro.
Lara rimase spiazzata da quel gesto. Non sapeva se urlare contro Leon o ringraziarlo.
Jill serrò gli occhi irritata e lo guardò.
- Dove... - Mormorò Oliver del tutto confuso. - Aaaah... Mi fa male dappertutto, e mi gira la testa. -
Leon andò in cucina e si sedette su una sedia, guardandoli da là.
- Stai bene? - Chiese Lara a Oliver.
- Sì... -
Lara l'abbracciò per la felicità, e Oliver urlò di dolore. - Oh scusami, Oliver, non... Non volevo... -
- Non fa niente. - Le sorrise Oliver.
- Dovrai stare fermo per almeno quattro giorni. - Disse Leon a Oliver.
- Ma tu... - Disse Oliver cercando di ricordare. - Tu sei Scott. -
- Puoi chiamarmi Leon. -
- Sono... - Oliver non finì la frase che vide Jill dietro le spalle di Lara. - E tu sei... -
- Jill Valentine. - Disse Jill con voce poco irritata, che non riuscì per nulla a nascondere.
- Io... - Oliver era troppo confuso per ricordare.
Lara gli prese le mani e gli sorrise.
- Dov'è la bambina? Michelle? - Chiese Oliver a tutti tre.
- Che bambina? - Rispose Leon perplesso.
- Quell'uomo l'ha presa. - Aggiunse Lara.
- Chi? - Oliver si mise seduto sul divano, mentre teneva una mano sotto il fianco dolorante.
- Credo che si chiamasse Tom. - Disse Jill. - La bambina lo chiamava zio. E' veramente suo zio? -
- Sì... Almeno credo. - Rispose Oliver. - Li ho incontrati in una farmacia. Cercavo qualcosa per curare la ferita... Qui. - Indicò la scapola, ma subito dopo sentì una fitta di dolore alla schiena.
- Non ti sforzare. - Gli disse Lara.
- Quel tipo diceva che tu volevi uccidere sua nipote. - Aggiunse Jill. - E che gli avevi mentito su qualcosa... -
- Non ho mentito. - Rispose Oliver.
- Ma cos'è? Un interrogatorio? - Disse Lara con tono stizzito a Jill.
- A quanto pare. - Rispose Leon con sarcasmo.
Jill lo fulminò con gli occhi.
Leon alzò le mani come per dire; non lo faccio più.
- Volete sapere la verità? - Disse Oliver. Tutti lo guardarono. Oliver raccontò tutto quello che era successo con Tom e Michelle.
- Quindi non ha ucciso sua sorella? - Chiese infine Jill.
- No... Voglio dire, Lili era infetta, ma l'ha uccisa quando si è trasformata. Michelle non lo sapeva, ma credo che hanno sbagliato a tenerla all'oscuro. -
- Già. - Ribadì Jill.
- Ma come potevano dire a una bambina che sua madre stava per morire? - Disse Lara.
- Si sarebbe preparata. - Rispose Leon. - Avrebbe avuto tempo per... per accettare la sua morte. -
- La penso allo stesso modo. - Gli disse Oliver.
- E' una bambina. - Aggiunse Jill. - E con suo zio non è al sicuro. E' uno psicotico. -
- E' un uomo che si scalda facilmente. - Confermò Oliver.
- Ho visto di peggio. - Disse Leon.
Jill si girò verso di lui. - Ma non sai dire altro? -
- E' la verità. - Continuò Leon. - Ho visto uomini della SWAT uccidere a sangue freddo chi voleva salvarsi. Strani tizi a Uptown massacrare un intero quartiere. -
- Quelli erano dell'Umbrella Security Service. - Gli disse Oliver.
Jill lo guardò sottecchi. - Come lo sai? Lara mi ha detto che avevi trovato un foglietto con degli ordini. -
A Oliver non piacque affatto lo sguardo sospettoso di Jill. - Infatti. -
- E allora? Che c'era scritto? - Jill si avvicinò a Oliver. - Dov'è il foglietto? -
Jill fece per frugargli le tasche, ma Lara si mise in mezzo. - Lascialo stare! -
- Sei troppo tesa, Jill. - Leon si alzò dalla sedia e andò da loro.
Jill lo ignorò.
- Non ce l'ho qui con me. - Rispose Oliver.
- E dov'è? - Gli domandò Jill corrugando le sopracciglia.
- Non lo so. -
- E' in casa dei miei. - Aggiunse Lara. - L'ho gettato sul pavimento. Ero sconvolta da quello che avevo letto. -
- Perché ci tieni tanto a leggerlo, Jill? - Disse Leon.
- Fatti gli affari tuoi. -
Tutti la stavano guardando confusi. Non capivano perché si stava comportando in modo così sgradevole.
- Dov'è la casa? - Domandò Jill a Lara che non rispose. - Allora? - Urlò Jill.
- Ehi! - Tuonò Oliver in difesa di Lara. Poi tossì per via dei dolori al petto.
- Rilassati, Jill. - Disse Leon che le posò una mano sulla spalla.
Jill si girò di scatto e lo spinse via. - Non toccarmi! -
- Va bene. - Rispose Leon alzando le mani.
- Ventunesima strada di Uptown. - Disse Oliver. - Numero diciassette. -
- Perché gliel'hai detto? - Gli rispose Lara un po' irritata.
Oliver non rispose.
Jill guardò Oliver, e senza dire una parola, uscì dall'appartamento. Quando Leon fece per seguirla, Jill spuntò di nuovo sotto la soglia della porta. - Non seguirmi! O ti ammazzo! -
Leon annuì. Ma non capiva perché voleva a tutti costi leggere quel foglietto.
- Pensavo fosse mia amica. - Disse Lara a Oliver.
- Certe persone sono imprevedibili. - Le rispose Oliver accarezzandole una mano.
- Da quanto la conoscete? - Domandò loro Leon.
- Poche ore. - Aggiunse Lara.
- Si è sempre comportata così? -
- No. -
- Capisco. -
- Perché? - Gli domandò Lara incuriosita.
Leon si avvicinò loro. - Non sono sicuro, ma quando ha sentito Oliver dire dell'Umbrella, Jill è cambiata. Ve ne siete accorti anche voi? -
- Be', non proprio. - Rispose Lara. - Si stava già comportando male con te, ancor prima che Oliver le dicesse di quel dannato foglietto. -
- Ma sei stata tu a parlargliene. - Disse Oliver. - Lo ha detto lei. -
Lara lo guardò in malo modo, ma non rispose.
- Non importa chi gliel'ha detto. - Aggiunse Leon. - Ho la sensazione che Jill c'entri qualcosa con tutto questo. -
Lara inclinò la testa confusa. - Che vuoi dire? -
- Non lo so con certezza, ma non mi piace il suo comportamento. -
Lara si ricordò del Nemesis che fissava spesso Jill: - Sai qualcosa sulla parola STARS? -
Leon corrugò le sopracciglia. - Non che io sappia... Aspetta un momento... - Leon abbassò lo sguardo per ricordare. - Come ho fatto a non pensarci prima. - Schioccò le dita. - Quel nome l'ho letto nel dipartimento di polizia. Era scritto sul muro. Sì, proprio in quella stanza. - Guardò Oliver e Lara come se avesse un rivelazione. - Lì ho trovato il diario di un certo Chris... Non posso dirvi cosa c'era scritto, perché sono informazioni riservate, ma là sopra c'era il nome di Jill. Inoltre, in una delle scrivanie, ho trovato una foto dei membri della STARS, e indovinate un po'; Jill era fra loro. -
- Sicuro che sia la stessa persona? - Chiese Oliver.
- Più che sicuro. Era lei. -
- Ma... Ma poteva essere qualcuno che le assomigliava. - Rispose Lara. - E poi perché non puoi dirci cosa c'era scritto? -
- Perché sono informazioni riservate. - Rispose Leon.
Lara voleva una risposta, ma comprese che era inutile insistere, così scelse di rimanere in silenzio.
- Quindi la parola STARS, cos'è? - Domandò Oliver a Leon. - Una divisione? O qualcosa di simile? -
- Era una divisione della polizia. - Confermò Leon. - Un unità speciale. Credo sia stata sciolta dal capo della polizia, Brian Irons, e sostituita con la SWAT. -
Oliver corrugò la fronte: - Per quale ragione è stata sciolta? -
- Dovresti chiederlo a Jill. -
- Non credo che tornerà. -
- Lo farà, invece. - Rispose Lara. - Quando lei è scappata da quel mostro, dopo è tornata a cercarmi. -
- Oppure lo farà per saperne di più su voi due. - Disse Leon.
Oliver si accigliò. - E cosa vorrebbe mai da noi? -
- Non lo so. -
- Noi non sappiamo nulla. - Rispose Lara.
- Io sì, però. - Aggiunse Oliver, mentre Leon e Lara lo guardavano perplessi. - Lavoravo per l'Umbrella come tecnico addetto alla manutenzione. Forse lei... -
- Mezza città lavorava per quella corporazione, per quanto ne so. - Lo interruppe Leon. - A meno che tu non sappia qualcosa su di loro. Inoltre, non siamo sicuri che l'Umbrella c'entri qualcosa. -
- Leon ha ragione. - Rispose Lara.
- Solo Jill conosce le risposte. - Disse Leon. - Almeno per ora. - Nel suo tono deciso si celava la voglia di saperne di più.

Passarono tre giorni in quel condominio, ma Leon se ne era andato il giorno successivo, dicendo che aveva visto una certa Claire in strada, e che doveva incontrarla. Lara e Oliver non sapevano chi era Claire, e Leon non si dilungò nel dare spiegazioni.
Lara si occupò di Oliver, che il giorno dopo si era già messo in piedi. Gli faceva male ogni parte del corpo, ma il viso era stato quello meno colpito durante il pestaggio. Portava sì, il volto tumefatto, ma non gli faceva poi tanto male. L'unico dolore insopportabile era alla schiena, e sulla scapola ferita.
Lara trovò dei medicinali rovistando negli appartamenti del terzo piano, e Oliver si maledisse per non aver portato con sé i farmaci che aveva lasciato a casa di Lara.
Tutto sommato, Lara e Oliver si sentivano al sicuro in quell'appartamento. I non-morti camminavano spesso lungo la strada, ma non erano mai entrati nel palazzo. Inoltre, udivano spesso degli spari in lontananza, e si domandavano se fossero Leon o Jill a sparare. Poi il terzo giorno, quando Oliver decise di mettersi in marcia per lasciare la città, Jill comparve nel loro appartamento come un fantasma.
Lara la guardò con fare sospettoso, mentre Oliver era seduto vicino alla finestra che dava sulla strada con in mano una brioche.
- E' questo il foglietto? - Disse Jill alzandolo in aria con una mano.
- Vediamo. - Disse Oliver, mordendo un pezzo della brioche.
Jill lo raggiunse e gli diede il foglietto. Oliver lo lesse di sfuggita mentre masticava. - Sì, e questo. -
- Perché sei qui? - Le chiese Lara con tono sgradevole.
- Volevo accertarmi che stavate bene. -
- E' una battuta? - Rispose Lara. - Perché non fa ridere. -
Jill non rispose.
- Ti sei comportata male con noi, e ora vieni qua e dici che volevi accertati che... -
- Lara. - Aggiunse Oliver in tono pacato, tentando di tranquillizzarla.
- Non si trattano così le persone. - Disse Lara tra i denti.
- Sono una frana, lo so. - Ammise Jill. - Ma... -
- Non puoi nasconderti sempre dietro a stupide giustificazioni. -
Jill non rispose, e le allungò qualcosa. Lara vide che aveva un inalatore in mano. - E... E questo cosa significa? -
- Nulla. - Le rispose Jill. - Ho pensato che ti servisse. -
Oliver era confuso dal gesto di Jill.
- Dove l'hai preso? - Chiese Lara.
- Dalla tua casa. Era sopra il comodino. -
Lara la guardò, ma non prese l'inalatore.
- Avanti. - Aggiunse Jill. - Prendilo. -
Lara lo afferrò. - Ma questo non cancella quello che hai fatto. -
Oliver sorrise. Capì in quell'istante che Jill era una brava ragazza, forse Lara doveva sbollirsi per comprenderlo, ma sapeva che era una persona molto emotiva. E poi, non credeva che fosse realmente arrabbiata con Jill, poiché aveva un talento innato nel distinguere una persona buona da una cattiva.
Lara prese una bottiglietta di disinfettante dal tavolo e lo versò sul muso dell'inalatore. - Grazie. - Disse quasi mormorando.
Jill annuì e fece per uscire dall'appartamento.
- E ora dove vai? - Le chiese Lara.
- Ho delle faccende da sbrigare. -
- Riguarda la STARS? - Disse Oliver.
Jill corrugò le sopracciglia, lo guardò, ma non disse nulla.
- Leon ci ha detto che lavori per l'unità speciale della STARS. - Aggiunse Lara. - E' vero? -
Jill si guardò attorno alla ricerca di Leon, e si rese conto solo in quell'istante che l'uomo non c'era. - Lui dov'è? -
- Non lo so. - Rispose Oliver. - E' andato via ieri. Ha detto di aver visto una donna e... - Socchiuse gli occhi per spremere le meningi. - Com'è che si chiamava..? -
- Claire. - Disse Lara.
- Ah giusto! - Rispose Oliver. - Abbiamo cercato di farci dire di più, ma non ha parlato. -
- Cosa vi ha detto su di me? - Domandò Jill.
Oliver le disse tutto quello che Leon sapeva sul suo conto.
- Quindi sa chi sono. -
- Pare di sì. -
- Ci ha detto solo che lavori per la divisione STARS. - Sottolineò Lara.
- Lavoravo. - Rispose Jill. - Brian Irons ha sciolto l'unità e la sostituita con la SWAT. -
- Sì, ci ha detto anche questo Leon. - Confermò Oliver.
- Allora forse sa tutto... Vi ha detto solo una minima parte di chi sono. Devo trovarlo. - Uscì dall'appartamento ancor prima che i due potessero dire qualcosa.

Due ore dopo, verso mezzogiorno, Lara e Oliver uscirono dal condominio. Lara aveva sulle spalle uno zaino con su disegnati alcuni personaggi dei cartoni, con dentro acqua, cibo e medicinali. Oliver invece, aveva costruito una lancia rudimentale con tre cacciaviti legati con degli stracci attorno alla parte superiore della sbarra di ferro. Poi vedendo quanto era ridicola un arma del genere, confermata più volte anche da Lara, buttò sul marciapiede i tre cacciaviti borbottando fra sé, e scelse d'impugnarla a due mani, come fosse un mazza da baseball.
Le strade erano deserte, a parte il ronzio delle mosche sulle putrescenti pile di cadaveri disseminate ovunque. I lontananza, si udivano gli ululati dei cani zombie.
- Hai sentito? - Disse Lara con gli occhi sgranati dalla felicità. - Ci sono dei cani. -
- Non sono cani. Non più. - Rispose Oliver.
Lara non capì.
- Sono zombie, Lara. - Sottolineò Oliver. - Non ti farebbe per niente piacere incontrarne uno, fidati. -
Lara rimase un poco scioccata, ma non disse nulla.
Svoltarono a destra, e proseguirono lungo la strada che portava alla periferia di Raccoon City. C'erano almeno quaranta isolati da percorrere, tra strade infestate da zombie e posti di blocco che avrebbero costretto i due a cambiare tragitto.
- Se prendiamo l'Ennerdale Street, arriveremo prima. - Disse Lara.
- Lo so. - Rispose Oliver. - Ma dovremmo proseguire lungo il cavalcavia dell'autostrada che passa sopra il quartiere industrializzato. Non so quanto ci conviene farlo. Quel quartiere potrebbe essere un covo di zombie. -
- Perché? - Aggiunse Lara con tono incerto. - Gli zombie sono ovunque, no? -
- Lo so, ma... - Oliver si zittì un attimo. - Va bene, dai. Andiamo per di là. -
Lara vedeva Oliver zoppicare, aiutandosi di volta in volta con la sbarra per poter proseguire, e questo, le faceva una gran pena. Se avessero incontrato i non-morti, per Oliver sarebbe stata la fine. Inoltre, Lara si chiese se Oliver fosse in grado di usare l'arma che lo aiutava a sostenersi, visto le sue pessime condizioni, ma decise di scacciare i cattivi pensieri e di essere fiduciosa. Magari sopra il cavalcavia avrebbero proseguito senza problemi, o magari, avrebbero trovato un auto con cui percorrere tutto il tragitto. Lara ci sperava. Almeno per questa volta



 

Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora