Alla fine dell'arteria di Raccoon Street, Oliver non vide altro che desolazione. Gli zombie non erano così tanti, e la maggior parte di essi, giaceva sull'asfalto crivellati di proiettili. Anche i muri degli edifici erano forati ovunque. Sui marciapiedi s'intervallavano ogni quindici metri sacchi di sabbia e casse militari, mentre i posti di blocco distavano l'uno dall'altro sessanta metri. Ormai era nel distretto di Uptown. Qui la situazione era meno tragica rispetto al resto della città, poiché per qualche strana ragione che Oliver non sapeva spiegarsi, c'erano pile e pile di non-morti ovunque. La difesa di questo quartiere era stata ben organizzata, pensò Oliver. Ogni vicolo era sbarrato da una recinzione di ferro alta sette metri, e in più, i portoni di ogni edificio erano stati sbarrati con assi di legno o sacchi di sabbia. Se negli altri quartieri in cui era passato vigeva il caos più assoluto, oltre a una disorganizzazione quasi totale da parte della SWAT, qui era tutto l'opposto. Forse perché i residenti di Uptown erano molto ricchi? Pensò Oliver. Inoltre, non vide nessun cadavere della SWAT tra gli zombie, ma solo quelli che sembravano militari, almeno così la pensava Oliver, finché non vide il logo dell'Umbrella Corporation sul fianco di un furgone nero. Si fermò a guardarlo.
Lui lavorava per loro; era un tecnico addetto alla manutenzione. Sul contratto che aveva firmato sei anni prima, non si capiva bene cosa doveva fare o a cosa servissero i macchinari che aggiustava o controllava, poiché era sempre affiancato da qualcuno che lo controllava a vista quando metteva mani sui quegli aggeggi, che sembravano tutto fuorché innocui computer. Una volta che finiva, l'uomo lo accompagnava fuori dal laboratorio, che per Oliver erano tutti uguali. Un giorno, parlò di questo a un suo collega davanti a una birra in un pub di Raccoon City. Il giorno dopo, fu trasferito altrove.
Non si occupava più di macchinari, ma di generatori o strani tubi che sparivano nel sottosuolo della città. Forse il suo collegava aveva riferito tutto ai supervisori, oppure, cosa che Oliver reputava inverosimile o rasentava la paranoia, qualcuno aveva origliato la loro discussione. Non perse il lavoro, ma credeva di essere seguito durante la giornata, e spesso, di notte, vedeva fuori dalla finestra del suo appartamento una berlina grigia parcheggiata alla fine della strada. Così una notte si avvicinò e vide all'interno una donna con gli occhiali neri. Appena Oliver fece per bussare al finestrino, la Berlina partì. Non la vide più, ma al suo posto, c'era un altra macchina. Allora lasciò perdere tutto. Che lo seguissero, si disse. Un mese dopo, la macchina scomparve così come la sensazione paranoica di essere seguito.
Scoprì in seguito, tramite Morrison, un amico che condivideva con lui le stranezze di quei laboratori dell'Umbrella Corporation e che amava i complotti più della sua stessa vita, che il cellulare era stato effettivamente sotto sorveglianza. Morrison era un ottimo Hacker, e spesso entrava nel database del pentagono spulciando dossier pieni di stranezze, ma non l'avevano mai preso, poiché si limitava a guardare, non a rubare informazioni. L'ultima volta però, osò di più, almeno secondo Oliver che credeva che l'Umbrella fosse molto più pericolosa del Governo. Morrison fu scoperto mentre scaricava i dati dell'Umbrella, e fu anche l'ultima volta che Oliver lo vide.
Un giorno prima della sparizione di Morrison, si ritrovò misteriosamente il cellulare fuori uso, dopo che Morrison gli aveva passato delle foto scaricate dal database dell'Umbrella in cui si vedevano due figure umanoidi dall'aspetto mostruoso. Collegò subito il fatto con ciò che aveva fatto Morrison. Dovette comprare un altro cellulare di seconda mano, per paura che i servizi segreti o chiunque fosse dietro l'Umbrella identificasse il suo cellulare tramite i dati d'acquisto. Una teoria che Morrison riteneva inutile, perché anche se il cellulare era stato in teoria acquistato da un altro, il Governo o l'Umbrella poteva localizzarlo e identificarlo senza alcun problema, sopratutto se fosse stato una reale minaccia per loro. Poi, per concludere il discorso in maniera del tutto paranoica, gli disse che se lo volevano morto, questi 'tizi' l'avrebbero ucciso tramite un innocuo incidente; Overdose di pillole, un finto incidente stradale per aver bevuto troppo, una finta rapina andata a male e via dicendo. Oliver odiava Morrison quando faceva così, ma sapeva che, sotto sotto, c'era del vero nelle sue parole.
Non fece parola a nessuno di questo fatto, nemmeno con Lara. Aveva paura che questi 'tizi' potessero ricattarlo o rapire Lara e farle del male, o qualsiasi cosa facesse l'Umbrella per proteggere i suoi interessi. Quando Morrison scomparve, Oliver pensò che era morto o che era stato reclutato tra le fila della CIA, o dell'Umbrella o da qualche agenzia segreta, poiché lo stesso Morrison parlava spesso dei suoi amici Hacker spariti nel nulla. Una volta gli raccontò di come aveva incontrato un suo vecchio amico a Detroit, scomparso cinque anni prima dal New Jersey, e che ora, faceva finta di non riconoscerlo. Morrison aveva insistito e alla fine il suo amico gli diede un bigliettino con su scritto 'Il cielo vede e provvede.' Parole che confermavano ciò che Morrison diceva: - i Servizi segreti sono ovunque, Oliver. Persino Lara, la tua ragazza, può essere una di loro. -
Ma Oliver non gli credeva. Lara aveva problemi di asma, e fisicamente non era adatta a un lavoro del genere, e poi, gli diceva sempre la verità. Era del tutto impossibile. Ma Morrison gli rispondeva sempre così: - lascia un porta aperta per ogni eventualità, Oliver. I Servizi Segreti tessono ragnatele invisibili, e quando ci finisci dentro, non hai scampo. Perciò, osserva, ascolta e mostra, ma non parlare. -
Quando poi scomparve, Oliver cercò di dimenticare tutto ciò. Ma era difficile, poiché lavorava proprio per l'Umbrella Corporation, che fino ad allora, non gli avevano torto un capello. E poi se anche avesse chiesto aiuto o denunciato la sparizione di Morrison o di ciò che sapeva, nessuno gli avrebbe creduto, perché l'Umbrella aveva dato un forte impulso economico a Raccoon City, trasformandola da una comunità rurale, in una città industrializzata e prospera. Nessuno si sarebbe messo contro il colosso farmaceutico, che aveva i suoi tentacoli in ogni settore della città. Oliver andò avanti con la sua vita, e non rivide mai più Morrison.
Quando si destò dal suo ricordo, si accigliò. Si chiese cosa facesse un furgone nero dell'Umbrella nel distretto di Uptown? La sede farmaceutica era nel distretto più industrializzato della città, e i loro furgoni si limitavano a passare nella periferia che si estendeva a Nord e a Est, dove il traffico era molto meno intenso. Spesso erano scortati da guardie private, con qualche poliziotto al seguito per proteggere i farmaci o qualunque cosa trasportassero.
Fece il giro del furgone, e si fermò nella parte posteriore. Quando aprì i portelli del veicolo, dentro c'era una vero e proprio arsenale di armi. Oliver rimase stupefatto. Guardò il suo fucile, poi i fucili d'assalto, le mitragliatrici, le pistole e le granate appese su due rastrelliere ai lati del furgone. Inizialmente non capì perché ci fossero tanti armi in un mezzo dell'Umbrella, giacché trattava farmaci. Poi quando si girò, i suoi dubbi furono spazzati via.
C'era un uomo vicino la fiancata di un auto con le viscere di fuori. Indossava una tuta nera, quasi aderente; stivali e guanti neri, e un casco nero con il visore notturno alzato sopra la testa. Sul suo giubbotto antiproiettile strappato a metà dalle dita dei non-morti, proprio all'altezza del petto macchiato di sangue raggrumato, c'era la scritta U.S.S.
Oliver non capì chi o cosa rappresentasse quell'uomo, finché per pura curiosità, si mise a tastare il corpo dell'uomo. Fino ad allora non l'aveva mai fatto per paura che i cadaveri si rianimassero, ma ora era troppo curioso per non farlo. Dalla tasca del pantalone dell'uomo prese un foglietto che lesse subito dopo.
UMBRELLA SECURITY SERVICE
IMPORTANTE:
Attivare i cordoni di sicurezza attorno al distretto di Uptown. Preparare e concentrare le difese sui punti focali. Non fate distinzioni tra vivi e morti; eliminate chiunque. Nessuno può entrare o uscire dal cordone. Ogni settore è diviso da un unità di U.S.S. che ha ordini e obiettivi differenti. Chiunque entra nel settore di un altra unità, va eliminato sul posto. Mantenere la posizione fino a nuovo ordine. Se il cordone cede, ritirarsi nel punto A. Se il punto A è compromesso, ritirarsi al punto B e fare terra bruciata attorno. Attendere i rinforzi o nuovi ordini.
I dettagli della missione vi verranno comunicati durante il Briefing.
Oliver serrò gli occhi perplesso, poi lanciò un occhiata intorno. Non erano stati i militari a innalzare le difese di Uptown, bensì l'Umbrella, o meglio l'Umbrella Security Service. Allora perché volevano difendere Uptown, mentre il resto della città, compresa la parte più industrializzata dove aveva la sede l'Umbrella Corporation, era stata lasciata a sé? Non aveva senso, pensò Oliver.
Il foglietto che aveva letto non diceva tutto, lo sapeva, anzi, era molto sbrigativo e non diceva nulla. Oliver lo attorcigliò e se lo mise in tasca. Pensò a Morrison. A lui sarebbe piaciuto leggerlo, magari avrebbe teorizzato assurdità da quella manciata di parole, anche se, ora come ora, le assurdità circondavano Oliver da tutti i lati, e forse Morrison, avrebbe avuto la risposta a tutto questo.
Poi si ricordò del Nemesis, di come assomigliasse a quei terrificanti mostri che Morrison aveva rubato dal database dell'Umbrella. E se il Nemesis fosse lo stesso mostro? Pensò Oliver. Forse l'Umbrella aveva a che fare con tutto questo? Poi si chiese perché non l'aveva pensato prima, quando aveva letto il foglietto e veduto le foto dei due mostri con Morrison.
Poi udì di nuovo quei passi duri e pesanti. Si voltò e lo vide infondo alla strada che camminava rigido nella sua andatura. Oliver si mise dietro la macchina e spiò. Il Nemesis distava novanta metri, e sembrava deciso su dove andare. Era imponente e mostruoso, mentre schiacciava sotto il peso del suo stivale gli zombie che strisciavano sull'asfalto.
Oliver decise di non muoversi. Strinse con forza il suo fucile. Questa volta l'avrebbe usato. Magari se avesse sparato in testa a quel mostro, quello sarebbe certamente morto, pensò.
Quando il Nemesis fu vicino, improvvisamente si fermò di colpo. Oliver lo intravide attraverso il lunotto dell'auto.
Il mostro fissò il vuoto davanti a sé per qualche istante, poi con voce gutturale, disse: - STARS! - E si voltò a destra, schiacciando il cofano di un auto. Arrivò davanti al vicolo sbarrato da una recinzione di ferro, e sferrò un violento pugno che dilaniò il ferro. Poi ci passò attraverso.
Oliver aveva assistito alla scena con il cuore in gola e le mani tremanti. Il Nemesis non l'aveva visto. Perché il mostro diceva STARS? Si chiese Oliver. Ma non ci pensò a lungo, perché decise di darsela a gambe prima che il mostro lo percepisse.
Svoltato l'angolo, si ritrovò finalmente davanti casa di Lara, che viveva ancora con i suoi genitori. Guardò la facciata dell'edificio, scrutando le finestre intatte su cui s'infrangeva il cielo azzurro. Tutto sembrava tranquillo. Quando arrivò davanti ai gradini che conducevano alla porta, notò grumi di sangue a terra. Oliver trattenne il fiato. Il suo cuore fu come colpito da cento lame diverse. Deglutì e si preparò mentalmente a ciò che vi avrebbe trovato. Girò la maniglia della porta ed entrò. Stranamente non era chiuse a chiave, e questo non prometteva nulla di buono.
L'entrata era in ordine, tranne per la striscia di sangue che andava a sinistra, in un altra stanza. La seguì, e si ritrovò nel soggiorno con al centro un cadavere. Era un bambino, forse di sei anni, con i vestiti strappati in diversi punti. Era posto su un tappetto pregno di sangue raggrumato. Aveva diversi morsi alle caviglie e uno al fianco. Oliver si avvicinò cauto, mirando alla testa. Il bambino fissava con occhi vitrei il soffitto. Poi si chinò; vide la parte destra del cranio frantumata, e poco più distante, un martello macchiato di sangue e pezzi di cervella.
Se non lo avesse guardato, non avrebbe mai visto il secondo cadavere dietro le due poltrone scarlatte. Si vedevano solo due piedi pallidi e scalzi. Oliver aggirò le poltrone con un vuoto nello stomaco, pregando e sperando che non fosse Lara. Era una donna con le braccia piene di graffi. Aveva anche lei diversi morsi alle caviglie. Inoltre, aveva un buco nello stomaco. Forse gli avevano sparato. Quando Oliver stava per guardarla in faccia, trattenendo il fiato per l'ansia, vide che la testa era stato mozzata. D'un tratto sentì un flebile gemito susseguito da un battere di denti. Oliver si guardò attorno, pronto a sparare a qualunque cosa venisse dentro il soggiorno, finché non si accorse che era la testa della donna. Inizialmente non ci aveva fatto caso, poiché aveva visto la testa mozzata dalla parte posteriore, ma ora che aveva il viso putrefatto di fronte, rimase inorridito e felice nel scoprire che non era Lara, ma una donna sulla quarantina. Espirò tutta l'aria dai polmoni, sentendo il cuore martellargli il petto. Certo, era triste per quella donna che assomigliava vagamente al bambino disteso sul tappeto. Poi pensò alla testa mozzata. Come poteva essere ancora in vita? Forse gli zombie morivano solo se gli spaccavi la testa, non se la mozzavi, si disse. Così prese un coltello da cucina e glielo infilò nel cranio. La testa smise di gemere e battere i denti, confermando la sua tesi, e quella di Morrison; fan sfegatato degli zombie, sia veloci che lenti, ma che definiva mutanti quelli veloci.
Poi si chiese cosa facessero madre e figlio in casa dei genitori di Lara. Magari erano stati aiutati da loro o attaccati? Uscì dal soggiorno e andò in cucina. Sul tavolo c'erano piatti e posate sporche, e nel lavello i piatti che forse Lara stava lavando. Ma tutto sommato, era una cucina come le altre. Improvvisamente sentì lo stomaco brontolare, e l'immagine di Lara scomparve dalla sua testa. Da quando era scoppiata l'epidemia, almeno così la chiamava Oliver, non aveva avuto il tempo di mangiare. Così lasciò il fucile sul bancone della cucina, aprì il frigorifero e cercò qualcosa da mangiare. Acchiappò del formaggio e lo addentò avidamente. Lo deglutì senza nemmeno masticarlo un po'. Sentì i grossi pezzetti di formaggio scivolare nella gola e poi giù nell'esofago. Poi afferrò tre Yogurt; si mise a leccarli con la punta della lingua, divorò l'affettato, beve un po' di latte, poi l'acqua. Infine, aprì una scatoletta di tonno e la mangiò frettolosamente con le mani, finché percepì una fitta dolorosa allo stomaco. Dopo un momento, vomitò tutto quello che aveva mangiato sul pavimento, schizzandosi le scarpe di pezzi di formaggi e tonno. Tossì forte e sputò a terra. Poi mentre si sciacquò la bocca con l'acqua e ne bevette un poco, sentì un rumore al piano di sopra. Oliver si bloccò, il collo della bottiglia di vetro pigiato sulle labbra.
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Un uomo tra tanti | Resident Evil 2/3
FanficUn uomo alle prese con la terrificante pandemia che ha distrutto Raccoon City. La storia inizia poco prima dell'arrivo di Leon, e non segue le vicende del gioco, anche se può allinearsi ogni tanto.