Capitolo 54

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Saliamo i gradini a due a due, per ritrovarci a metà tra la porta della mansarda e quella del gran poco famoso terrazzo.

Dando sull'altra strada, non l'ho proprio mai notato, penso, ancora sorpresa dalla cosa.

Il terrazzo è abbastanza piccolino, a dire il vero; la ringhiera è arrugginita, c'è qualche pianta rinsecchita sparsa qua e là. La cosa davvero magnifica, però, è lo zampino di Carlotta. Un materasso gonfiabile di una piazza e mezza occupa tutto il lato corto del terrazzo, coperte e cuscini colorati se ne stanno in attesa delle due ragazze. Ci sono due calici e una bottiglia di vino, sopra a una scatola di cartone. A fianco, dei sacchetti che emanano un gran profumo di cibo.

«Manca qualche candela, poi è tutto pronto!» esclama Carlotta, entusiasta.

Fissa gli occhioni truccati su di me, in attesa di una qualche risposta.

«Wow, Carlotta» inizio, lasciando spazio a un grande sorriso, «è stupendo. Pede ne sarà davvero felice»

«Lo spero! Ho tribolato un sacco a sistemare quel materasso!»

«Non hanno dato pioggia stasera, vero?»

«Macché, ho controllato pure quello» dice, strizzandomi l'occhio.

«Ma starete qui tutta la notte? Fa un freddo cane, ormai è inverno!»

«No, no, solo il tempo per chiederle di ufficializzare le cose. E per chiederle di conoscere la mia famiglia. Mangiamo, se c'è ancora spazio nello stomaco, beviamo e poi rientriamo, per forza.»

«Beh, che dire» le appoggio una mano sulla spalla e mi avvicino a lei, «complimenti!»

Ridacchiamo insieme, sono davvero felice per loro, e credo che Alice apprezzerà il gesto romantico di Carlotta. Speriamo prenda bene anche l'idea di conoscere i suoi genitori.

Passata l'euforia per la coppia ritrovata, ritorno a scalpitare per sapere cosa sta succedendo tra Thomas e Ryan.

«Senti, devo tornare un attimo da Ryan, porti pazienza se scappo?»

«Non ti preoccupare, finisco di mettere in ordine le candele e arrivo pure io!»

Annuisco e mi fiondo giù dalle scale. La porta dell'appartamento dei miei amici è rimasta socchiusa dalla nostra precedente uscita in fretta e furia. Mi fermo un attimo prima di spingerla per entrare, sento le voci dei ragazzi fare il mio nome.

«... e quando non ci sarai, Elena verrà da me.» È Thomas a pronunciare quelle parole, lasciando poi la palla a Ryan.

«Che cazzo ne sai se non ci sarò?»

«Ormai ti conosco, Ryan. Non sei fatto per le relazioni serie. Ti stancherai, non vorrai prenderti le tue responsabilità, e sparirai come hai sempre fatto nel momento in cui le cose si fanno serie.»

Ryan sbuffa una risata, e per la prima volta sento una debolezza nella sua voce. Il mio cuore inizia a pulsare più del dovuto.

«Con lei è tutto diverso. Lo è stato dalla prima volta che l'ho vista.»

«È speciale, lo so. Ma è proprio per questo che non posso lasciarti farla soffrire.»

«Dovresti imparare a farti i cazzi tuoi.»

«Sono cazzi anche miei, non sei l'unico che prova qualcosa per lei, non sei l'unico con cui lei ha un rapporto.»

«Sei ancora convinto che lei voglia stare con te, eh?»

«Sì. Per questo ti chiedo di lasciarla andare.»

La risata di Ryan si fa sonora, e sento la sua sicurezza tornare viva dentro di lui.

SOTTO LE PERSONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora