Due lezioni e sono già stanca, penso, mentre esco dalla sede universitaria. Gruppi di ragazze e ragazzi si accerchiano, si guardano intorno, parlano e sparlano. Scambio un sorriso con la tizia che era seduta vicino a me poco fa, ma nessuna delle due ha le palle di salutare, perché in fondo non ci siamo nemmeno presentate. Abbiamo scambiato due parole di cortesia, e basta.
Sento gli occhi di alcuni tipi addosso, mentre li supero su un ponte. Faccio finta di niente, e avanzo in direzione del Bar da Bob.
Potevano spiegare un po' meno, erano solo le prime lezioni, continuo a vagare con i pensieri. Però mi è piaciuto tanto, devo ammettere che sembrano bravi professori. Chissà quali erano, quei pochi corsi che ha frequentato Ryan... no, no, niente Ryan, pensa a... a Daniele, sì.
Mi fisso i piedi, scordandomi che devo stare bene attenta a che vicolo prendo, se voglio evitare di sbagliare strada. Presa da un'idea, che non so se possa essere positiva o meno, afferro il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans. Cerco in fretta il contatto che mi serve, e chiamo. Dopo un paio di squilli, una voce tesa mi risponde.
«Thomas, ciao» lo saluto, cercando di farmi sentire allegra.
«Tutto bene?» mi chiede lui. Posso vederlo tirarsi su gli occhiali neri mille volte in un minuto.
«Sì, sì, ascolta... hai da fare per pranzo?»
«No, sono a casa» dice, con tono più leggero.
«Vieni al locale? Mangiamo lì, c'è anche Alice e un compagno di corso che abbiamo conosciuto oggi.»
«Oh, beh, sì, perché no» balbetta lui, quasi deluso, «tanto non avevo voglia di cucinare. A che ora?»
«Uhm, tra dieci minuti?»
«Dieci minuti?! Potevi anche chiamarmi prima!»
«Ero a lezione, Mas, dai, tanto ci metti poco ad arrivare, tu che sai la strada.»
«E va bene, a tra poco, biondina.»
Sto per ribattere che io non sono bionda, ma mi butta giù il telefono e sono costretta a lasciar perdere. Dopo un quarto d'ora, arrivo al locale, e trovo i ragazzi già seduti al suo interno. Li raggiungo e mi accascio sulla poltroncina rossa.
«Volete dirmi che sarà così ogni giorno? Camminare su e giù per i ponti, ogni giorno?!» chiedo, calcando le ultime parole. Tutti e tre ridono di gusto, e l'atmosfera si fa subito positiva e sincera. Thomas sembra andare d'accordo con Daniele, che ogni tanto mi lancia qualche occhiata affascinata. È proprio lui a essere seduto davanti a me, e mi spavento non poco quando le nostre gambe si incontrano sotto il tavolo.
«Scusa» sorride lui, «pare che continuiamo a scontrarci.»
I suoi occhi scuri osservano il mio viso arrossato, e dopo qualche istante silenzioso, Mas si schiarisce la voce, e interviene: «Come sono andate, allora, le prime lezioni?»
«Oh, bene, mi sono piaciute. Già faticose, ma è stato davvero interessante» rispondo.
«Parlano come un treno 'sti prof, cazzo» esclama Pede, che si tira su le maniche della camicetta non appena il cameriere porta un paio di piatti.
«Ma non mi avete aspettata? Che stronzi!» esclamo, vedendo l'hamburger di Thomas e l'insalata di Alice.
«Io sì» afferma Daniele, il sorriso morbido e gli occhi scintillanti. Sbuffo una risata, e mi occupo del cameriere che aspetta la nostra ordinazione.
«Prendo una piadina vegetariana e dell'acqua, grazie.»
«Lo stesso io» aggiunge Daniele, posando gli occhi su di me.

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SOTTO LE PERSONE
RomanceVincitrice premio #Wattys2020 categoria New Adults 🫶🏻 "Una nuova città, una mansarda malconcia, l'università da incominciare e il desiderio di dimostrare al mondo di potersela cavare da sola. È così che ha inizio la vita di Elena a Venezia. Ma tra...