7. Dora l'investigatrice!

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Mia mamma mi ha sempre detto che sono una ragazza troppo buona e per questo, anche abbastanza ingenua.
Probabilmente ha ragione.
Probabilmente sono una stupida. Anzi, sicuramente sono una stupida.

Una persona intelligente non si comporterebbe come me, starebbe molto più attenta alle amicizie che sceglie. Io invece, sono una frana totale.
Spesso mi lascio travolgere dalle emozioni e pur di non far soffrire qualcuno, annullo una parte di me.
In questo caso però, è diverso.
Sono sicura che Axel, questo pomeriggio, non sia scappato per colpa mia. Sono sicura che ci sia una motivazione reale che possa spingere il suo comportamento.

In ogni caso, anche se ci fosse una scusa ben motivata, niente di tutto ciò giustificherebbe ciò che sto per fare.
Un paio di sere fa, ho dato dello stalker ad Axel e sicuramente ne avevo tutti i motivi, ma adesso mi sto comportando esattamente allo stesso modo.

Voglio dire, appostarsi vicino la macchina di qualcuno solo per provare una propria tesi è da pazzi.
Lasciare biglietti minatori negli armadietti è da pazzi.
Axel sicuramente è pazzo. O comunque, ha la sua buona dose di di stranezze.
Ma se Axel è uno stalker, io che mi presento a casa sua senza preavviso come posso essere definita?
Sicuramente non sono un'amica preoccupata, io ed Axel siamo ben lontani dall'instaurare un'amicizia.
Eppure eccomi qui, sul porticato in legno scuro di casa sua, ferma davanti la porta titubante sul suonare oppure no.

Sbuffo sonoramente pensando al da farsi.
Se fosse qualcun altro, qualcuno meno suscettibile di Axel, non ci penserei due volte ad offrire il mio aiuto. Con lui invece..non so, mi sento in difficoltà.
Probabilmente i miei dubbi nascono dal fatto che io e lui siamo sul piede di guerra dal primo momento che ci siamo incontrati, motivo per cui sento delle emozioni contrastanti.

Al diavolo!
Giro i tacchi ed inizio a scendere i tre scalini che mi separano dal giardino esterno. È inutile provare a capire i suoi atteggiamenti, sicuramente mi risponderebbe con arroganza e saccenza.
Decido quindi di tornare a casa ma, mentre mi affretto ad uscire dal vialetto, faccio un incontro inaspettato.

Freno bruscamente la mia avanzata per evitare uno scontro frontale con un uomo decisamente molto più alto di me. Ero così persa fra i miei pensieri da non aver prestato attenzione a tutto ciò che mi circonda. Diciamo che ho evitato una brutta figuraccia.

"Mi scusi!" esclamo, non appena sono abbastanza distante. L'uomo indossa un abito elegante, le scarpe in pelle sembrano abbastanza costose ed anche la cravatta sembra di un tessuno pregiato. Il ciuffo biondo è ben acconciato all'indietro.
Ha l'aria di un uomo rispettabile, nulla da eccepire.
"Oh non preoccuparti" si stropiccia gli occhi assonnato e poi mi sorride cordialmente.
"Cercavi mio figlio?" domanda osservandomi con i suoi grandi occhi marroni.

Suo figlio.
Quindi lui è il papà di Axel.
Certo che non si somigliano per nulla..

"Ehm..si, cercavo proprio lui."
"Vieni, ti faccio strada."
E lo seguo mentre ritorno sui miei passi, fino ad arrivare alla porta di ingresso.
Il papà di Axel fruga fra le tasche del suo vestito fin quando non trova il mazzo di chiavi. Lo rigira fra le dita e poi inserisce quella giusta nella toppa della porta.
Facendomi scudo con le sue spalle mi accomodo silenziosamente e non appena metto piede all'interno di quella casa, i miei occhi iniziano a saettare ovunque.

Il salone non è molto ampio, quello di casa mia è leggermente più grande, nonostante ciò è ben curato. Ci sono un sacco di foto appese alle pareti, alcune ritraggono persino Axel da bambino.
Devo ammettere però che è completamente diverso da ora, forse pure troppo. Mi sembrano quasi due persone diverse.
Forse tutti quei tatuaggi che ha sul corpo lo rendono più diverso di quanto mi aspettassi.

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