Fake Hopes

36. Rose blu

Silenzio.
Mi è sempre piaciuto e penso che non mi stancherò mai di inebriarmi della tranquillità che riesce a trasmettermi. Per molti il silenzio può essere imbarazzante, ad altri crea strani attacchi di ansia; a me invece mi fa sentire bene. In pace col mondo.
In questo delicato momento, soprattutto, direi che mantenere un buon equilibrio mentale è alla base per una buona vita.

È strano realizzare come una persona abbia cambiato la tua vita solo dopo che è andata via. Non lo credevo possibile, ma ormai ne sono la prova vivente.
Con l'arrivo di Axel, molte cose sono cambiate nella mia vita ed io, affascinanta dai suoi modi di fare ribelli, mi sono lasciata abbindolare da un stile di vita che non mi appartiene. Sono uscita allo scoperto, ho fatto nuove amicizie, iniziato una caccia all'assassino e, come se non bastasse, mi sono invaghita di un ragazzo per cui non contavo assolutamente nulla.

L'idea che Axel mi abbia principalmente usata per comodità si è fatta via via sempre più consistente nella mia mente, avvalorata dal fatto che dopo tre settimane non ho avuto più sue notizie.
Prima aspettavo con ansia un suo possibile ritorno, ma dopo la scadenza delle due settimane ho smesso di sperarci.

Axel è andato via. Mi ha lasciata qui senza preoccuparsi delle conseguenze.

Insieme a lui sono andati via anche Gwen e Ben, forse spaventati da un mio riavvicinamento alle cheerleader. Ho provato a parlare con loro, soprattutto con Gwen, ma non mi ha lasciato nemmeno spiegare ed io ho perso la voglia di dovermi giustificare per ogni azione.

È tornato tutto come un paio di mesi fa, quando non facevo altro che mentire per salvare la mia reputazione. Adesso non mento più, non devo dire bugie su dove mi trovo o con chi sono, ma al tempo stesso mi sento triste.
Dentro di me provo un grande vuoto che non riesco a colmare in nessun modo. Non riesco a trovare il modo per cambiare la mia vita.

Mi ero aggrappata all'idea che Axel mi avrebbe aiutata a trovare me stessa, ma adesso devo tornare a contare solo sulle mie forze.

"Sei pensierosa", la voce stanca di Willy mi risveglia dai miei monologhi interiori. Sobbalzo leggermente e mi volto per poter incontrare i suoi occhi saggi nei miei.
"Sono solo un po' stanca" dico sforzandomi di fare un sorriso.
Willy, che in questi ultimi tempi ha imparato a conoscermi, storce il naso per niente convinto dalla mia risposta. Circonda le mie spalle con il suo braccio e si curva leggermente per arrivare alla mia altezza.

"Dimmi la verità..." dice, "sono problemi di cuore."
Rido. "Tu sei un esperto, vero?"
Il custode del cimitero inspira profondamente, gonfia il petto rinchiuso al di sotto di un maglione di lana e assume un'espressione soddisfatta in volto.
"Alla tua età ero un rubacuori" afferma. "Poi il cuore mi è stato rubato da mia moglie e dal giorno in cui l'ho conosciuta non sono più riuscito a staccarle gli occhi di dosso."

Quando Willy parla della sua innamorata, un sorriso sognante si forma sul mio viso. È talmente innamorato di lei da lasciarlo intuire solo per le belle frasi che le riserva. È un amore puro, un amore sincero, che pensavo di aver trovato anche io. Ovviamente mi sbagliavo, ma forse sono ancora troppo giovane per poterlo dire.

"A proposito, non dovresti essere da lei? Tra poco è l'orario delle visite" domando guardando l'orologio che porto al polso.
Willy, incredulo, allunga lo sguardo verso il quadrante. Sobbalza quando si rende conto che è in notevole ritardo perciò si affretta a poggiare il rastrello contro il tronco di un albero, mi saluta velocemente e poi va via.

Scuoto la testa divertita perché, nonostante il suo aspetto da uomo maturo e responsabile, Willy rimane comunque un inguaribile ragazzino, innamorato della sua compagna come il primo giorno e con aspetti del suo carattere a tratti infantili.
È stato spesso una guida per me, mi ha aiutato nei momenti difficili e vorrei poter parlare con lui di tutto ciò che mi turba, ma non posso raccontargli di Axel e di tutta la sua storia.