28. Rissa

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"Vi siete baciati!" urla Gwen attirando l'attenzione di tutti. Salto in aria per quell'urlo improvviso e le tappo la bocca per evitare che dica qualcosa.
"Zitta Gwen! Non voglio altri pettegolezzi in giro" preciso guardandola male. La mia amica mugugna qualcosa mentre le sue labbra sono ancora premute sulle mie mani perciò è praticamente impossibile capire ciò che sta dicendo.
Lascio scivolare il palmo liberando finalmente le sue labbra dalla mia morsa.
Sospira sollevata scostando una ciocca dei suoi capelli. "Grazie" dice come se si fosse dimenticata di ciò che le ho appena detto. Dopo qualche istante i suoi occhi castani si spalancano e sembra ripensare alle mie parole. "Axel ti ha baciata!" urla di nuovo e mi ritrovo costretta a tapparle un'altra volta le labbra.
Qualche passante si gira verso di noi. Dei ragazzi ridacchiano divertiti per l'esuberanza di Gwen e mi sembra di averli visti persino indicare nella nostra direzione.

"Ti ho detto di non urlare, Gwen!" punto il dito vicinissimo al suo naso e lei è costretta ad incrociare gli occhi per seguire il movimento della mia mano.
"Sì, ci siamo baciati" precisai mollando ancora una volta le sue labbra. Sta per parlare ancora, ma so già cosa sta per chiedermi quindi la anticipo. "E sì, mi è piaciuto!"
La mia amica caccia un urlo dalla gioia e mi abbraccia euforica.

"Lo sapevo che sei innamorata di lui!"
"Io non sono innamorata di Axel" borbotto imbronciandomi.
"Magari non sarai innamorata, ma ne sei veramente vicina" sorride smagliante, "potrei scrivere una storia su voi due."
Ridacchio. "Una storia?" domando, "che genere?"
Lei sembra rifletterci su. "Un mistery love! Sarebbe perfetto. Lui è tormentato da un passato difficile mentre tu sei la bella protagonista che lo aiuterà a superare i suoi problemi... proprio come stai già facendo!"
"Non credo che ad Axel piacerebbe" bisbiglio imbarazzata. Il suo tono di voce è ancora tremendamente alto e le occhiate dei passanti continuano ad arrivare.
"Tu saresti d'accordo?" scatta dalla panchina posizionandosi proprio di fronte me. Ha un viso raggiante oggi, come sempre direi, ma credo che questa notizia del bacio l'abbia rallegrata più del dovuto.

"Assolutamente no" puntualizzai. "E adesso siediti, stai dando spettacolo" la tiro per la manica del suo giubbotto e lei torna finalmente a sedersi di fianco a me.
"Uffa" brontola, come una bambina a cui hanno appena rubato le caramelle.

Mi guardo attorno sperando di incrociare le figure di Axel e Ben che sarebbero dovuti arrivare già da un pezzo. Di loro però non c'è traccia.
Questo pomeriggio ci saremmo dovuti vedere a casa di Ben per riguardare insieme i video e i file che il papà di Axel ci ha lasciato in quella pendrive tuttavia invece di darci appuntamento a casa loro, hanno deciso che ci saremmo dovuti vedere qui. Al parco. In pieno inverno.
Inutile dire che oggi il vento gelido ha fatto calare drasticamente le temperature e che sia io che Gwen stiamo tremando dal freddo.
Come l'ultima volta Gwen stava tartassando Ben tramite messaggi, ma lui non aveva risposto e la cosa non mi piaceva. Temevo che gli fosse successo qualcosa.

"Ancora nessuna risposta?" domando facendole un cenno verso il cellulare. Lei guarda lo schermo e poi scuote la testa pensierosa.
"Che strano" sussurro. "Secondo te dovrei scrivere ad Axel?"
Lei mi guarda titubante. "Vi siete scritti dopo ieri?"
Scuoto la testa.
"Allora assolutamente no!" urla ancora. "Non esiste che sia tu a scrivergli dopo il vostro primo bacio!"
Gwen mi rimprovera con lo sguardo e mi guarda come se fosse pronta ad uccidermi se solo tentassi prendere il cellulare.
"È un'urgenza Gwen! Sono in ritardo di mezz'ora e non si sono fatti sentire... potrebbe essergli successo qualcosa"
Lei sbuffa stizzica. "Ben sarà caduto dentro il cesso, magrolino com'è non sarebbe poi così assurdo."
"Sei terribile" ridacchio mentre scuoto la testa.
Lei si stringe nelle sue spalle e poi mi sorride cercando di rassicurarmi.

"Che ci fanno due belle ragazze come voi da sole?" una voce sconosciuta arriva alle nostre orecchie facendoci sobbalzare. Volto leggermente il mio sguardo ed i miei occhi incrociano quelli di un ragazzo biondo, alto, ben impostato, che ci guarda come se fossimo delle prede facili.
"Stiamo aspettando dei nostri amici" tenta di tagliare corto Gwen distraendo subito dopo il suo sguardo. Tuttavia, il ragazzo non sembra convinto.
"Devono essere dei cattivi amici se vi hanno lasciate da sole in pomeriggio" sorride vittorioso, come se con la sua battutina per niente divertente avesse fatto colpo.
Qualche secondo più tardi fa un cenno con la testa al suo gruppetto di amici che stava in disparte a qualche centimetro da noi.
Li ho già visti, sono gli stessi che prima ridevano per l'atteggiamento di Gwen.

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