41. Sei troppo importante

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"Da quanto sono dentro?" chiedo indicando con un cenno della testa la porta azzurra dell'ospedale.
"Quasi un'ora credo...", Gwen si mordicchia le labbra mentre le sue gambe si muovono nervosamente a causa dell'ansia.
Vedendo i suoi atteggiamenti decido si prenderle la mano per dimostrarle la mia vicinanza.
"Stai tranquilla... a te hanno già interrogato, no?"
"Sì, questa mattina e ho seguito la versione che abbiamo stabilito" sussurra dopo essersi assicurata che nessuno ci stesse ascoltando.
"Vuoi ripetermela per sicurezza?", un sorriso di incoraggiamento mi si forma sulle labbra e la mora sembra tranquillizzarsi nell'esatto istante in cui ripete ciò che avevamo concordato.

"Quella sera hai invitato a cena me, Axel e Ben perché nell'ultimo periodo siamo diventati buoni amici. Nel pomeriggio Axel ci informa di aver trovato un cellulare all'ingresso di casa sua, incuriosito l'ha portato con sé e a fine serata ha squillato insistentemente. Dopo aver risposto alla chiamata ha capito che si trattava di suo padre e che aveva bisogno di una mano. Avendo visto il nostro amico così preoccupato ci siamo offerti di accompagnarlo e ci siamo ritrovati al cimitero... il resto lo sanno già da loro."
"Tutto perfetto" dico facendole l'occhiolino.
Gwen finalmente si rilassa, mi fa un sorriso e poi poggia delicatamente la testa sulla mia spalla. "Grazie..." sussurra, "sei un'amica speciale."

Mi tocca il cuore.

Raddrizziamo la schiena non appena sentiamo il rumore della porta che si apre e dalla stanza dell'ospedale del Signor Haynes escono esattamente tre agenti di polizia, uno di loro è proprio Luke. Quest'ultimo sta bisbigliando con i suoi colleghi, sicuramente stanno scambiando qualche idea sul caso, ma non appena mi nota seduta sulle sedie in plastica bianca dell'ospedale accenna immediatamente ad un sorriso. È stato proprio Luke a condurre l'interrogatorio, al quanto controproducente se si pensa alla relazione con mia mamma, ma per il suo diretto superiore non costituiva una motivazione che avrebbe potuto invalidare il caso.

"Axel!" sento dire alla mia amica ed io distolgo lo sguardo dal nuovo fidanzato di mia madre per spostarlo verso il mio compagno di scuola.
I vestiti neri hanno lasciato posto ad un blue jeans a sigaretta, leggermente scivolato sui fianchi, ed una maglia verde scuro che sembra essere uno sfondo perfetto per i tatuaggi che si intravedono al di fuori della manica.

"Hey, ragazze... non dovevate aspettare qui" dice sorridendoci.
Da quando la situazione con suo padre sembra essersi parzialmente risolta, Axel è decisamente molto più tranquillo. Ha sempre i suoi momenti no, ma nella maggior parte del tempo sembra completamente un'altra persona. Ha conservato comunque la sua aria da cattivo ragazzo, ma conoscendolo bene è tutt'altro che il classico bad boy di cui tendiamo ad innamorarci noi ragazze.
Io mi sono sicuramente interessata a lui per la sua personalità cupa, completamente differente da me, ma mi sono innamorata della persona buona e gentile che è.

È un po' stronzo, ma ognuno ha i suoi difetti.

"Volevamo salutare tuo padre prima di tornare a casa" dico attirando la sua attenzione su di me. I suoi occhi chiari mi scrutano, mi ispezionano ogni singolo angolo del corpo ed io mi sento incredibilmente vulnerabile.
"Sta riposando per ora, ma gli dirò che siete passate" afferma senza staccare i suoi occhi dai miei.

Mi manca il fiato.

"Allora forse è meglio tornare a casa", questa volta è la mia migliore amica ad attirare la mia attenzione. Sono costretta, controvoglia, di spostare il mio sguardo verso quello di Gwen che è in attesa di una mia risposta. Debolmente, annuisco.
"Mi piacerebbe stare con voi, ma devo parlare con i dottori per la dimissione di mio padre... ci vediamo domani però" dice. Axel si allontana dopo averci sorriso e si avvicina verso il box informazione. Richiama l'attenzione di un'infermiera che senza pensarci due volte asseconda le sue richieste.
Anche se è decisamente sotto stress in questo periodo, rimane comunque bello. Ed io sono sempre inspiegabilmente attratta da lui, non riesco nemmeno a pensare ad altro se non a lui quando siamo insieme. È come se tutto sparisse e nella stanza ci siamo solo noi due.
Due corpi, due anime, legate da un sottile filo rosso.

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