12. L'agenda scarlatta

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Dopo essermi allontanata dal padre di Axel, ho continuato la mia ricerca di Willy. Non ho impiegato molto nel trovarlo, stava sistemando una buca vicino al terreno, e non appena mi ha visto siamo tornati insieme verso la cabina di controllo per prendere ciò che mi spettava.

Adesso sono a casa, seduta sul grande letto a due piazze della mia stanza, e sto rigirando fra le mani questa grande agenda rossa.
Willy si sbagliava, non è un quaderno e non è nemmeno mio. Il mio vecchio amico afferma con certezza di non essere suo, lui non usa queste cose, e che solo una sbadata come me può dimenticare le proprie cianfrusaglie ovunque.

So di essere distratta a volte, di dimenticare le cose ovunque e di poter sembrare poco affidabile, tuttavia c'è una gran bella differenza tra dimenticarsi momentaneamente di qualcosa e non averla mai vista in tutta la vita!

Questa agenda scarlatta, che tasto con le mie dita e rigiro fra le mani, mi è del tutto nuova.
Sul fronte in pelle sono incise le iniziali R.W. e credo che questo abbia fatto credere a Willy che sia mia, ma non è così.

L'interno dell'agenda, che in realtà ricorda più quello di un diario, è completamente bianco. Ho sfogliato ogni singola pagina, una ad una, e non ho trovato nemmeno una frase scritta né un segno o degli scarabocchi.
È vuota, bianca, priva di qualsiasi inchiostro.
Se fosse mia, cosa che ovviamente non è, ci sarebbero almeno degli scarabocchi oppure dei disegnini. Invece non c'è nulla, è come se fosse stata appena comprata.

Nonostante sia una situazione abbastanza strana, decido di lasciar perdere. Adesso ho una questione più importante a cui pensare ovvero Axel e suo padre.
Diversi pensieri attanagliano la mia mente, ma solo uno è persistente fra questo groviglio: dovrei dirglielo del nostro incontro?
L'ultima volta che ci siamo visti non è andata molto bene. Io sono stata abbastanza insensibile al riguardo e forse avrei dovuto essere più comprensiva, ma non lo sono stata.

Anche oggi, con quell'uomo, mi sarei dovuta mostrare più risoluta e chiamare la polizia, eppure non l'ho fatto e questo significa che forse le parole di Axel mi hanno segnato così profondamente da insinuare in me un minimo di dubbio.

Possibile magari che abbia ragione? Possibile che Kyle Haynes, l'uomo che fa visita alla tomba di suo padre continuamente, sia innocente?
Se così fosse la polizia troverà delle prove per scagionarlo, per dimostrare la sua bontà d'animo, ma allora perché sono così turbata?

Non posso tenere nascosto ad Axel una cosa del genere, non posso comportarmi in questo modo. So che il nostro rapporto è pessimo, ma voglio aiutarlo. Voglio trovare una risposta.

Mi alzo di scatto dal letto per afferrare il mio cellulare. L'agenda che tenevo fra le gambe cade rovinosamente a terra, ma non me ne preoccupo.
Dopo aver preso l'iphone fra le mani inizio a cercare qualche profilo di Axel sui vari social.
Su Facebook non c'è traccia di lui, mentre su instagram l'unico account con il suo nome ha un logo nero come icona del profilo. Potrebbe essere chiunque ed non posso rischiare di scrivere ad uno sconosciuto qualcosa di così delicato.

Sbuffo sonoramente.
Questa situazione è più grande di me ed io non so proprio come comportarmi. Vorrei poter fare la cosa giusta, ma ho paura di sbagliare come sempre.
Mi sdraio sul letto facendo ondeggiare il materasso e porto un braccio sulla fronte con aria da sconsolata.

Potrei sempre dirglielo lunedì a scuola, ma ho come l'impressione che questa cosa la debba sapere il prima possibile.
Mentre penso a come comportarmi e a come rivolgermi nei confronti di Axel, il mio sguardo ricade nuovamente sull'agenda che è riversa, aperta in due, sul pavimento.

Aggrotto le sopracciglia stranita da quel particolare che non avevo ancora notato. Mi tiro su e, facendo qualche passo a quattro zampe sul materasso, afferro l'agenda senza scendere dal mio letto.
Accarezzo il retro del diario con estrema attenzione con la punta delle dita, in modo delicato.
La rilegatura della stoffa, in questa parte del quaderno, è strana. È sollevata in più punti come se fosse stata scollata e poi attaccata successivamente.

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