10. L'inizio di un'amicizia

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Non credo di essere mai stata abbastanza brava a metabolizzare le cose.
Quando i miei genitori si sono separati, ricordo di essermi chiusa in una bolla fatta di silenzi e malinconia. Ero una bambina ai tempi, perciò non avevo ancora ben chiaro il motivo per cui i miei genitori si stessero separando. Ho pure creduto che fosse colpa mia, ma come poteva esserlo? L'amore spesso finisce ed io non potevo prendermi le colpe di un amore difficile.

Comunque a distanza di anni, credo di sentirmi allo stesso modo. In questi giorni sono successe tante cose, troppe cose, difficili da accettare. Tralasciando tutta la storia di Axel e suo padre, la scoperta del tradimento di Scott mi ha letteralmente sconvolta. Questa notte non ho chiuso occhio e anche oggi non  ho proprio una bella cera.

Osservo il mio riflesso sullo specchio del bagno scolastico. Sotto gli occhi azzurri ho delle occhiaie ben marcate, il viso pallido mi fa sembrare una che ha appena preso un virus intestinale. Ho acconciato i miei lunghi capelli castani in una coda alta così da non aver qualche ciocca davanti la faccia.
Apro il rubinetto del lavandino e dopo aver fatto scorrere un po' dacqua, mi bagno le mani con le quali poi colpisco le mie guance.

Tento di riprendermi un po' con quel gesto, ma so bene che è solo un palliativo.
Ho provato ad evitare Scott e Brittany per come potevo. Sono arrivata tardi a scuola, ho saltato l'unica lezione in comune di oggi che avevo con i due ragazzi, ma adesso che è ora di pranzo non so proprio come fare.

Esco dal bagno delle ragazze un po' scombussolata. Oggi è proprio una giornata no, peggio di ieri, e come se non bastasse questa sera abbiamo pure la partita di football a cui ovviamente non posso mancare.
Attraverso il corridoio lentamente, noncurante della gente che mi sta attorno.
Non ho voglia di raggiungere la mensa così in fretta perciò cammino il più lentamente possibile.

Non appena spalanco le porte della sala, inizio a cercare con lo sguardo qualche viso familiare. Qualche amico che potrebbe aiutarmi. Mi guardo attorno con attenzione, ma nessuna persona qui dentro potrebbe darmi una mano.
Adesso che ci penso, adesso che mi sento a pezzi, realizzo di non avere amici.

Fino a qualche ora fa avrei considerato Scott e Brittany degli amici più che fidati, ma pensandoci bene non lo sono affatto. Mi hanno tradita e fa male essere feriti dalle persone a cui vuoi bene.
È vero, avevo intenzione di chiudere la storia con Scott e Brittany invece era insopportabile nella maggior parte del tempo, ma non avrei mai fatto niente di tutto ciò a nessuno dei due.
Non mi sarei mai permessa di spezzargli il cuore in questo modo.

Dopo aver messo un po' di cibo sul vassoio che tengo fra le mani, prendo posto su un tavolo vuoto. Non ho voglia di circondarmi di gente ipocrita.
Abbasso lo sguardo sulla quiche che ho sul piatto quindi inizio a giocarci con la forchettina di plastica trasparente.

"Ciao" sento dire alle mie spalle. È una voce nuova, a me sconosciuta. Mi volto leggermente, il tanto che basta per capire di chi si tratti. Una ragazza minuta, con dei lunghi capelli castani e dei grandi occhi dello stesso colore, mi sta fissando con un sorriso timido in volto.
Stringe il vassoio di plastica con forza, come se le servisse per aggrapparsi a qualcosa.
"Ciao" rispondo un po' titubante.
"Posso sedermi?"
"Si, certo.." sorrido e le indico la sedia di fianco a me.

Non appena la ragazza poggia il vassoio sul tavolo, tende la mano verso di me in attesa che la stringa.
"Sono Gwen..Gwen Ruth" dice.
Gwen Ruth? Oh certo!
"Gwendoline? Facciamo il progetto di letteratura insieme" ricambio il saluto e lei si apre in un sorriso.
"Si esatto, ieri ho saltato scuola perciò ci tenevo a presentarmi, nonostante sia timida fino al midollo!"
"Io sono Riley Wilson, è un piacere fare la tua conoscenza."

Gwen inizia a mangiare con eleganza mentre io la osservo con la coda dell'occhio. Direi che a primo impatto sembra una brava ragazza, una di cui ti fideresti ad occhi chiusi. Chissà..forse in lei potrei trovare un'amica.

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