Un Consiglio Fraterno

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Usciti da Palazzo Vecchio, padre e figlio si incamminarono a braccetto verso casa, stretti l'uno all'altro. Piero de Medici faticava a muovere le gambe, ormai neanche più il bastone gli poteva essere di aiuto. Il medico lo aveva avvertito : pochi mesi e la malattia sarebbe diventata inarrestabile, lo avrebbe divorato dall'interno, impedendogli non solo di camminare, ma anche di parlare e mangiare. La situazione sarebbe peggiorata molto velocemente e c'erano ancora così tante cose che doveva insegnare a suo figlio prima di cedergli il suo posto nella gestione della banca. Lorenzo era giovane, inesperto, tutto quello che sapeva lo aveva imparato dai libri e non dalla vita. Governare una città ed essere a capo di una famiglia erano grandi responsabilità che richiedevano altrettante capacità. Sperava davvero di avere abbastanza tempo per istruire suo figlio e il suo secondogenito, Giuliano, affinché gestissero insieme gli affari della banca. Erano i suoi unici due figli maschi e necessariamente dovevano collaborare. I Medici erano l'unica famiglia fiorentina che poteva vantare l'unione di tutti i suoi membri. Un intero edificio crollerebbe se le sue basi non fossero solide e ben resistenti.

Non appena giunsero davanti a Palazzo, subito le porte d'ingresso si aprirono, rivelando la figura ferma e composta di Madonna Lucrezia.

< Piero, come hai osato alzarti dal letto senza il mio consenso? Sei davvero andato all'assemblea nonostante le tue condizioni? Lorenzo, come hai potuto permetterglielo! Avresti dovuto fare qualcosa!>.

Messer Medici scosse la testa sorridendo. Sua moglie si era sempre preoccupata così tanto per lui. Era l'unica persona a conoscere la verità sulla malattia. I suoi figli non avrebbero dovuto sapere nulla fino a quando si fosse rivelato necessario.

La testa bionda di Giuliano fece capolino dalle spalle di Lucrezia.

< Padre, cosa fate in piedi! Entrate, presto. Dobbiamo riportarvi a letto immediatamente.>

Prese il povero infermo sottobraccio e, con l'aiuto di sua madre, lo costrinse a seguirlo in camera da letto.

Lorenzo, invece, si diresse subito nell'ufficio di suo padre, ansioso di sapere se fosse giunta qualche lettera da Roma. Aveva scritto così tante volte a Clarice, ma la fanciulla non aveva mai risposto. Cominciava a temere che le lettere non fossero mai arrivate a destinazione o che peggio, ella non avesse gradito le sue poesie. Forse i suoi versi erano stati fin troppo arditi per una ragazza dolce e sensibile come la sua futura sposa.

Aveva dichiarato il suo struggente amore per lei, affermando quanto improvvisamente si fosse ritrovato preda di quel sentimento così forte e inaspettato. Come il vento, si era sentito trascinare da esso, senza aver avuto la possibilità di capire dove poi lo avrebbe portato. La passione si tingeva di rosso ogni giorno di più e avrebbe tanto voluto poterle parlare di persona per convincerla della sincerità di quelle parole. Chissà cosa le avevano detto sul suo conto. Un donnaiolo, certamente. Così lo dipingevano tutti i suoi amici fiorentini. Lo stesso Poliziano una volta lo aveva paragonato al dio greco Zeus, un uomo tanto potente quanto adorato dalle sue innumerevoli amanti.

Se era davvero questo che Clarice credeva di lui, allora sarebbe stato difficile farle cambiare idea.

Lorenzo si mise a sedere sullo scranno di suo padre, sentendo d'un colpo tutto il peso delle sue responsabilità. Quanto avrebbe voluto condividere con lui il dolore e le sofferenze costretto a patire ogni giorno, ma Piero era irremovibile. I suoi pensieri rimanevano chiusi nella sua mente ed erano impenetrabili per chiunque. Persino per sua moglie Lucrezia.

Cercò tra le carte che erano disposte sulla scrivania alla ricerca delle nuove lettere giunte da Roma,ma nessuna recava il sigillo degli Orsini. Nulla. Clarice non aveva risposto, né mandato un solo messaggio. Sconsolato, si lasciò cadere sulla sedia, appoggiando la fronte su uno dei libri contabili di suo padre. Sperava davvero fosse tutto un incubo. Come era potuto cadere nella trappola dell'amore così facilmente? Non era da lui. Cosa gli stava succedendo, forse davvero si era innamorato di una donna vista una sola volta nella sua vita?

La moglie del MagnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora