Dulcis Amor

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"Tutti li miei penser parlan d'Amore;
e hanno in lor sì gran varietate,
ch'altro mi fa voler sua potestate,
altro folle ragiona il suo valore,

altro sperando m'apporta dolzore,
altro pianger mi fa spesse fiate;
e sol s'accordano in cherer pietate,
tremando di paura che è nel core.

Ond'io non so da qual matera prenda;
e vorrei dire, e non so ch'io mi dica:
così mi trovo in amorosa erranza!

E se con tutti voi fare accordanza,
convenemi chiamar la mia nemica,
madonna la Pietà, che mi difenda."

Lorenzo declamava Dante a memoria, con una mano posata sulla schiena nuda della sua amata Lucrezia e l'altra immersa tra i suoi profumati capelli color ebano. La donna invece, distesa sul letto e con la testa poggiata sul cuscino, guardava con occhi sognanti l'uomo affascinante che sedeva accanto a lei sulle lenzuola bianche come la neve e che erano state testimoni del loro amore appena consumato.

Sulle note della poesia dantesca appartenente all'opera preferita di Lorenzo, la Vita Nova, i due giovani amanti erano immersi nel loro mondo ideale, fatto di sogni e illusioni, un mondo in cui nessuno sarebbe mai potuto entrare. Si amavano davvero e quel loro puro sentimento li aveva legati indissolubilmente, c'era come un filo d'oro che li stringeva nella morsa di Cupido. Nessuno avrebbe potuto spezzarlo, o almeno era questo che Lorenzo sperava.

< Lucrezia, devo parlarti.>
Il suo sguardo si era fatto serio. Aveva poggiato sul comodino vicino al letto il libro dalla copertina d'argento. Avrebbe voluto continuare a leggere Dante, ma c'erano problemi che dovevano essere affrontati e che nemmeno il sommo poeta con i suoi meravigliosi e leggiadri sonetti avrebbe potuto risolvere. La poesia parlava della forza del sentimento amoroso e di quanto fosse potente tanto da dominare completamente la mente dell'uomo : l'essere umano si nutre di amore e questo controlla costantemente i suoi pensieri.

< Lorenzo non guardarmi in quel modo. Cosa è successo ora? L'agitazione nei tuoi occhi parla già da sé. Hai davvero paura della mia reazione?>. Lucrezia cominciò a ridere e , prendendo un cuscino, lo lanciò proprio sul volto del ragazzo. Adorava canzonarlo e prenderlo in giro. Essere l'amante dell'uomo più potente di Firenze le piaceva davvero molto, la faceva sentire superiore a tutte le altre donne che potevano solo sperare di essere notate da lui. 

<Lucrezia sono serio. Tutto questo purtroppo non può continuare. Ci sono dei cambiamenti in atto.>

La donna cominciò a tremare visibilmente: Lorenzo voleva lasciarla? Voleva davvero abbandonarla? Avevano appena fatto l'amore e lui già intendeva sostituirla con qualcun'altra?

< Di cosa stai parlando? Non mi vuoi più? Hai già trovato un'altra donna? Magari migliore di me, più bella o forse..>. Non riuscì neanche a terminare la frase. Entrambi sapevano già cosa stesse per accadere: la loro relazione clandestina era stata scoperta dalla famiglia Medici e i grandi banchieri fiorentini non avrebbero mai consentito al loro erede e futura guida di sprecare il suo prezioso tempo con una donna sposata.

< Mia madre mi ha trovato una moglie, Lucrezia. Una nobildonna romana appartenente ad una delle famiglie più potenti e facoltose della città. Dovrò incontrarla a breve, presto dovrò partire per parlare con lei e stipulare un'alleanza tra le nostre famiglie. Era giusto che tu lo sapessi...amore mio.>

Era difficile spiegare il profondo sentimento corrosivo e logorante che Lucrezia stava cominciando a provare dentro di sé. Stava per essere sostituita da un'altra donna, per di più romana e non fiorentina. Sapeva di quale famiglia nobile Lorenzo stava parlando: gli Orsini. Suo marito, Ardinghelli, spesso aveva venduto loro merci costose provenienti dall'Oriente, abiti lussuosi e adornati di gemme preziose che avrebbero potuto sfamare l'intero popolo di Roma per il loro valore. 

Non sapeva cosa fare, l'uomo che amava e l'unico che avesse mai amato in vita sua ormai non le apparteneva più. Sapeva quale sarebbe stato il suo destino: sarebbe stata dimenticata e sostituita da una donna più colta e ricca, nubile ed in grado di dare figli legittimi a Lorenzo. Lei sarebbe diventata uno spettro del passato, un piccolo pezzo di stoffa facente parte di un ricamo molto più raffinato di quanto lo fosse lei.

< Non mi ami più Lorenzo? Non ami più la donna che ti ha sempre amato fin da quando eri solo un ragazzo? Avevi sedici anni quando ci incontrammo la prima volta e sin da quel momento mi giurasti fedeltà eterna. Avevi giurato e promesso che non mi avresti mai abbandonato. Hai forse dimenticato tutte le volte che abbiamo fatto l'amore sognando un giorno di poter fuggire da qui per poter stare insieme, solo noi due? Hai dimenticato davvero già tutto?.>  Ormai stava piangendo, non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. Aveva dovuto sposare all'età di diciotto anni un uomo di circa dieci anni più anziano di lei, che non aveva mai saputo donarle amore e che preferiva di gran lunga trascorrere il tempo con i suoi amici mercanti incontrati nei suoi lunghi e numerosi viaggi in Oriente o in Inghilterra. La sua felicità era davvero così sacrificabile? 

< Lucrezia tu sai quanto io ti ami> , si avvicinò a lei e cerco di accarezzarle il viso dolcemente, quel viso che così tante volte aveva riempito di baci e carezze, < posso anche sposare un'altra donna, ma nulla mi costringe ad amarla. Io amo e amerò solo e soltanto te. Sei stata la prima e unica donna che io abbia mai amato. Credi davvero di essere così facilmente sostituibile? Tu mi hai donato amore e felicità , hai fatto di me un uomo migliore, mi hai reso ciò che sono e solo tu mi conosci così bene da capire se sto mentendo o meno.> Le prese il viso tra le sue calde mani e lo strinse avvicinandolo al suo. 

Tra i loro volti c'erano pochi centimetri di distanza e Dio solo sa quanto Lorenzo volesse azzerarli per poterla fare sua di nuovo in quel momento e sul quello stesso letto su cui precedentemente si erano scambiati nuove promesse di amore. Lucrezia si era lasciata trasportare dal battito regolare di lui, desiderava baciarlo e affogare in quel bacio tutto il dolore che stava provando in quell'istante. 

Lo guardò dritto negli occhi, in quei magnifici occhi blu che splendevano ogni volta che incontravano i suoi, e capì che le stava dicendo la verità: lui l'avrebbe sempre amata. Si certo, avrebbe sposato un'altra donna, una miserabile fanciulla romana, ma di certo il cuore di Lorenzo sarebbe sempre stato suo.

Non aveva alcun dubbio.

Allora Lorenzo la prese per mano e la condusse sul letto, le tolse la lunga veste bianca che le copriva il bel corpo snello e cominciò a baciarle delicatamente le spalle.

< Nessuna donna è come te Lucrezia,nessuna donna potrà mai riuscire a conquistarmi. Non dimenticarlo.>

Lucrezia, alle parole sussurrate da Lorenzo sulla sua pelle, sentì un brivido percorrerle la schiena. Desiderava tornare a respirare tra le sue braccia di nuovo. Solo tra di esse si sentiva sicura, ed è quello che fece per tutto il resto della notte. 

La moglie del MagnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora