Il confronto

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1 luglio 1468

Palazzo Medici

Il ritorno da Roma era stato veloce e tranquillo. Lorenzo aveva ottenuto esattamente ciò che voleva. Clarice gli aveva creduto, si fidava ciecamente di lui e ora non avrebbe più messo in discussione la sua lealtà. Avevano parlato per tutto il pomeriggio, tenendosi per mano, scambiandosi dolci promesse d'amore. Era nato tutto così inaspettatamente, nessuno dei due si capacitava di come si fossero innamorati l'uno dell'altro. Era bastata una volta ed il sentimento era sbocciato come un fiore a primavera, spargendo nell'aria la freschezza dei suoi petali. Ben presto si sarebbero sposati e il matrimonio sarebbe diventato il coronamento del loro amore. Un amore che avrebbero continuato a coltivare per anni, prendendosene cura ogni giorno, con attenzione e dedizione.

Non appena giunto a Firenze, di fronte al suo Palazzo, subito le porte d'ingresso si spalancarono. Come potevano sapere che sarebbe arrivato proprio in quel momento? Sua madre aveva forse aumentato il numero delle guardie poste a sorveglianza della loro dimora?

Scese dalla carrozza, ringraziando il suo cocchiere per averlo accompagnato in incognito fino a Monterotondo e aspettò l'infuriata di sua madre che gli veniva incontro con le sopracciglia aggrottate.

< Lorenzo di Piero de Medici! Dove sei stato in questi giorni? Come ti sei permesso di lasciare questa casa senza prima avermi avvertito? Senza prima avermi detto almeno dove fossi diretto! Io e tuo padre eravamo in pensiero per te! E ovviamente tuo fratello sapeva tutto e non ha voluto dirci nulla!>

Lorenzo sorrise, togliendosi lentamente i guanti dalle mani. Giuliano aveva rispettato perfettamente il piano, aveva distratto la loro madre e ordinato una nuova carrozza priva dello stemma di famiglia, in modo tale da essere irriconoscibile. Si era stupito di come avesse organizzato tutto così velocemente, senza perdere tempo. Doveva ammetterlo, suo fratello era stato davvero geniale.

< Madre, state tranquilla. Non è successo nulla, sono andato a Roma.>

Lucrezia Tornabuoni rimase perplessa. Perché suo figlio si era recato in quella città ? C'erano forse dei disordini nella filiale dei Medici a Roma di cui non era a conoscenza?

< Per quale motivo sei andato lì? Questioni di affari di cui non hai voluto parlarmi?>

Lorenzo scosse la testa. Se avesse saputo che era andato dalla sua futura sposa per incontrarla senza che nessuno avesse supervisionato il loro colloquio, si sarebbe certamente irata. Ma scelse di dire la verità comunque, non poteva nasconderglielo. La sarebbe venuta a sapere lo stesso. Sua madre aveva spie ovunque.

< Sono andato a Monterotondo, madre. Volevo incontrare Clarice. Dovevo parlarle urgentemente.>

Madonna Lucrezia si rilassò improvvisamente. Non si aspettava una risposta del genere, ma era alquanto confortata nel sapere che non ci fossero stati problemi con le decime papali che erano state appena consegnate nelle loro casse pochi giorni prima. Non appena suo figlio le aveva detto che si era recato a Roma, subito aveva creduto che il pontefice avesse voluto indietro il denaro che aveva inviato loro, forse influenzato negativamente dall'arcivescovo Salviati, cugino dei loro peggior nemici, I Pazzi.

< Dalla tua futura sposa? E cosa dovevi dirle di così urgente da partire subito senza prima avvertire?>

Lorenzo entrò in casa e cominciò a salire le scale che si snodavano dopo l'ingresso principale e che portavano nel stanze superiori del Palazzo.

< Nulla di che, madre. Desideravo solo poter passare maggior tempo con lei per conoscerla. Dopotutto ci sposeremo presto, è giunto il momento che io mi prenda delle responsabilità. Come avete detto voi. A cominciare da Clarice. Sarà presto mia moglie, voglio sapere tutto della famiglia con cui abbiamo stretto questa alleanza.>

La moglie del MagnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora