Una Proficua Amicizia

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Monterotondo
Palazzo Orsini
 9 agosto 1468

Clarice era davvero agitata quella sera. 

Pochi giorni prima aveva chiesto a suo fratello Rinaldo di convocare padre Carlo, zio di Lorenzo e Giuliano de Medici, presso la villa di famiglia per incontrarlo e poter parlare con lui liberamente. Per tutta la mattina non aveva fatto altro che spazzolarsi i capelli in modo frenetico, arrivando persino a farsi male. I suoi dolci boccoli rossi le ricadevano sulle spalle, coprendole la bianca e candida pelle. Aveva deciso di indossare un abito semplice e modesto, privo di ricami superflui o di gemme dorate. Non voleva di certo impressionarlo, non era quel tipo di donna e non lo sarebbe mai stata. Lo aveva solo convocato per sapere di più sulla famiglia Medici, c'era ancora molto da sapere e non gli erano del tutto chiare le ultime vicende che avevano condotto quei banchieri fiorentini alla gloria e al potere.  Prima di scendere le scale, si guardò allo specchio e fece un respiro profondo. Chissà cosa avrebbe pensato di lei quell'uomo, chissà come l'avrebbe considerata. 

E se Padre Carlo non l'avesse ritenuta degna di sposare suo nipote? 

Voleva porgli così tante domande, aveva persino pensato di scriverle su un foglio bianco per poi leggergliele. Almeno in questo modo non le avrebbe dimenticate. 

Era scesa velocemente per le scale, saltando qualche gradino e rischiando di inciampare. Se avesse rovinato quel vestito, sua madre non glielo avrebbe perdonato.

Non appena varcò il portone principale che portava alla grande sala dorata in cui era stato preparato il lungo tavolino imbandito, rimase stupefatta dalla numerosità di cibi che vi erano stati disposti. 

<Madre, vi siete davvero superata questa sera. Non avete ordinato di preparare così tante pietanze nemmeno al battesimo di mio fratello>.

Madonna Orsini alzò la testa verso la figlia e batté le mani in modo plateale.

< Sei in vena di scherzi, Clarice. Ma bada bene, devi comportarti adeguatamente stasera. Padre Carlo è lo zio del tuo futuro marito e devi fare una buona impressione>.

La fanciulla cominciò a tremare. Sua madre non pensava mai ad altro, per lei fare bella figura di fronte agli uomini era la cosa più importante per una donna. Davvero credeva che lo aveva invitato quella sera per stupirlo con la sua bellezza? No, si sbagliava. Quella sera avrebbe fatto in modo di rimanere sola con lui per indagare ancora meglio sulla famiglia di banchieri più ricca d'Europa e di cui presto sarebbe entrata a far parte. 

Madonna Maddalena strinse gli occhi all'improvviso e fissò il vestito che la figlia aveva scelto di indossare quella sera. C'era qualcosa che non andava, non ci sarebbe dovuta essere una gemma viola e con delle rifiniture dorate intorno alla spilla proprio al centro dell'abito? 

< Clarice avvicinati. Hai tolto tu la gemma al vestito?>.

La ragazza strabuzzò gli occhi. Come aveva fatto ad accorgersene? Quell'abito le era stato regalato molto tempo fa da suo padre e sua madre lo aveva visto solo una volta. Come poteva ricordarlo?

<Madre, di che cosa state parlando? Quale gemma viola?>.

Madonna Orsini sorrise vittoriosa.

< Ma io non ho mai detto che era viola, cara>.

Clarice chiuse gli occhi e si maledisse per essere stata così stupida. Ora sua madre avrebbe capito che era stata lei a togliere la gemma dal vestito per non farlo sembrare troppo lussuoso.

< L'ho fatto per una buona causa, madre. Padre Carlo è un uomo di chiesa e come tale ha rinunciato a tutti i privilegi e le ricchezze che invece avrebbe potuto avere se non avesse scelto la via del Signore. Quella gemma viola avrebbe solo dato di me l'idea sbagliata>.

La moglie del MagnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora