Gabriel Javier.

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Erano passati esattamente tre mesi da quel giorno in cui avevamo scoperto della gravidanza. Era tutto così diverso, ogni cosa era diversa, noi eravamo diversi, ed era solo l'inizio di quell'avventura.
Jordan era diverso, era come non l'avevo mai visto, tutto da scoprire e avvolte mi viziava anche, e momenti in cui discutevamo non mancavano, ma mai..andavamo a dormire senza prima chiarire.
Io ero cambiata, il mio corpo stava iniziando a cambiare, il mio viso iniziava a cambiare, la mia maturità stava cambiando, sentivo già il dovere di prendermi cura di una creatura non ancora nata, di una creatura che mi avrebbe chiamato "mamma" e l'avrei visto correre per casa o soltanto vederlo sorridere..
Mesi fa non c'era felicità in questa casa, o meglio, c'era, ma non la felicità vera,
Questo bambino stava per far diventare tutto nuovo, persino Boo il cucciolo di Alaska che Jo mi aveva regalato al mio compleanno un mese fa.
Penso che quello sia stato il compleanno più bello della mia vita, l'inizio di uno di quei compleanni più belli, Jo mi aveva regalato Boo, e l'anello d'argento avvolto in dei piccolissimi calzini azzurri..
Si, era un maschietto, Gabriel Javier.
Jordan aveva deciso questo nome, non sapevo precisamente perché, ma disse che avrebbe voluto chiamarsi così da bambino,
Non potevo dirgli di no, e poi, non era così male come nome, anche perché avrei scelto di sicuro io se fosse stata una bambina.

« Hey amore, che fai? »
« Mh? Niente.. »
« Ti sentì meglio? »
« Sto bene.. »
« Ti va di uscire un po'? Te la senti? »
Lo guardai rivolgendogli un sorriso ed annuì.
Avevo passato letteralmente tutta la notte in bagno a vomitare, il ginecologo mi spiegó che era tutto normale i primi mesi, che sarebbe passato entro il sesto mese e c'era a chi smettesse persino al settimo,
Ed io, ero quasi nel sesto.
La mia pancia non era grande, ma abbastanza carina, e poteva notarsi, ogni giorno almeno una volta Jordy mi ripeteva la solita domanda, da primo giorno in cui l'aveva sentito sotto il palmo della sua mano una sera a letto:
"Ma è così piccola la tua pancia, come fa a muoversi!"
Era solo un piccolo "cavolfiore" o forse leggermente più grande, non ne avevo idea, ma stava a dire che ogni mese io o Jo davamo un nomignolo al nostro "fagiolino" , imbarazzante ma vero.

In men che non si dica eravamo al centro commerciale di LA, avevamo deciso che dopo al parto sicuramente avremmo cambiato casa, e il fatto che entrambi continuavamo a lavorare poteva darci una motivazione in più per permettercelo.
Avevo messo dall'inizio le cose in chiaro, avrei continuato a lavorare finché riuscivo almeno a tagliare capelli o ad asciugarli..
« Tieni babe! »
Sussurró mentre mi porse il frullato al cioccolato reggendo nell'altra il suo dello stesso gusto.
« Grazie.. »
Gli sorrisi portando la cannuccia tra le labbra e sedermi sulla panchina girando il viso a lui.
« Mh.. quindi hai visto davvero quella casa? »
Lo guardai annuire.
« Amore non ci conviene.. vuole troppo e non è nemmeno grande come vorrei che fosse! »
Gli rivolsi lo sguardo lasciando la cannuccia poggiata tra le mie labbra e sussurrai.
« Ma quanto la vuoi grande sta casa? Amo saremo tre di noi, anzi, due e mezzo, Gabriel avrà tipo 5-6 mesi quando ci trasferiremo.. »
Lo guardai intrecciare una mano sul suo busto facendo la mia stessa cosa.
« Non lo so, vedremo! Tu hai ancora intenzione di lavorare? I nostri genitori verranno la settimana prima che nascerà e andranno via la settimana dopo.. »
Annuì semplicemente girando lo sguardo verso la porta del centro, due porte enormi di vetro che continuamente si apriva e persone di ogni tipo entravano, come quella che stava entrando adesso, alta, bionda, occhi azzurri, la conosco..
« Amore.. »
« Mh? »
« Ma quella non è Rebecca ? »
Voltò lo sguardo dove era rivolto il mio sguardo e soffiò una risata ridendo mentre annuiva.
Rebecca? Rebecca era la figlia della vicina di casa dei nostri genitori, Dio se se la tirava, papà milionario, mamma dottoressa, potete immaginare.
« Non avvicinarti..no non farlo.. »
Nha..grazie Signore per ascoltarmi ogni volta!
Sentì la risata nuovamente di Jordy mentre stringeva tra le dita il suo frullato finito alzato avanti a me che ero ancora seduta

« Oh mio Dio.. Jordan e Faith Vancouver!! »

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