Figo come me.

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Erano tre settimane ormai che Zach era a casa con noi, ed era una vera e propria tortura quel ragazzo, era in grado di farti salire i nervi a mille solo rivolgendoti uno di quei fastidiosi sorrisi che ti faceva proprio per lanciarti sfide,
Tra lui e Jo andava molto meglio, spesso uscivano insieme a bere qualcosa, e scherzavano, ridevano, e se la spassavano, specialmente Jordan quando io e Zach litigavano la maggior parte del tempo.

« Hai tu le chiavi ? Per favore.. »
« Cercale! »
« Zach dai!! Cazzo, Dammelo o al ritorno di Jo non sono ancora pronta e devo andare dal dottore, per favore. »
« Ma intendi queste ? »
Mi mostrò le chiavi di casa che non trovavo da più di un ora a causa sua, tra una mano mi mostrava le chiavi e nell'altra reggeva uno dei libri noiosi che leggeva di trame alquanto strane, sbuffai guardandolo annuendo.

 »« Ma intendi queste ? »Mi mostrò le chiavi di casa che non trovavo da più di un ora a causa sua, tra una mano mi mostrava le chiavi e nell'altra reggeva uno dei libri noiosi che leggeva di trame alquanto strane, sbuffai guardandolo annuendo

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« Beh, prenditele. »
Mi avvicinai a lui cercando di afferrare le chiavi mentre dalla sua mano cadde il libro, soffio una risata scuotendo il capo.
« Hey hey, calma! »
« Zach per favore.. »
« Solo se stasera mi lascerai portare una tipa a casa. »
« Ma ti pare? Così scoperete come cani in calore? Ma anche no. »
« Che palle. Solo perché tu non puoi. »
« Solo perché non voglio tuoi preservativi sparsi per casa mia e solo perché non voglio sentire urla tutta la notte. »
Lo guardai ridere mentre mi porse le chiavi che subito dopo tirò prima che potessi toccarle,
Scossi il capo portando le mani sui miei fianchi aspettando che si decidesse nel darmele.
« Okay.. tieni »
Me le porse e le afferrai prima che potesse ripensarci, gli mostrai il dito medio uscendo dalla sua camera.
« Uhm, ragazzina.. »
Voltai lo sguardo fermandomi sulla soglia.
« La porta, grazie. »
Scossi il capo quasi mentre l'istinto omicidio prendesse sopravvento e andai in bagno già pronta, presi a stirarmi i capelli mentre il mio cellulare si illuminò.

" Amore, sei pronta? Sto arrivando! "
" Pronta, mi sto stirando i capelli. "
" Ancora? Dai.. "
" Il tuo bel fratello mi aveva nascosto le chiavi di casa. Mi hai lasciata a fare la babysitter. "
" Hahahah. Sto arrivando, mi prepari una camicia bianca  e un jeans pulito, vedi sono nel mio armadio a destra'  "
" Va bene! "
" Ti amo. "

Posai la piastra dei capelli non appena li completai e infilai il cellulare in tasca entrando in camera aprendo l'armadio di Jo, afferrai ciò che aveva chiesto e lo sistemai sul letto.
Infilai la giacca e presi la borsa controllando se avessi tutto ciò che mi bastava o meglio che bastasse al dottore.
Era la penultima geografia prima che Gabriel venisse al mondo, avevo da una parte un Jo che era così eccitato ma allo stesso tempo un cagasotto che non avrebbe mai assistito al parto, e dall'altra una cagasotto come me che non avrebbe voluto partorire..
Ora la nostra unica certezza era che il piccolo sarebbe nato già sicuramente deciso e non cagasotto come i suoi genitori.

« Dottoressa ma è possibile che possa nascere anche in questa settimana? »
Se fosse stato per Jo avrebbe fatto mille domande, era così curioso per ogni cosa.
Sentì la risata della dottoressa mentre guardava il monitor e c'era il nostro bambino, era perfettamente in buonissime condizioni, e non sarebbe passato molto tempo al vederlo nelle nostre braccia.
« Non lo so, ma sono convinta che.. due tre settimane e il leoncino qui dentro esca.. »
Lei lo chiamava Leoncino dal primo giorno che andammo a fare la prima ecografia, perché dal monitor fece un movimento davvero strano e ammetto che anche io potevo sentirli quei movimenti strani che faceva.
Mi lascio ripulire dal gel che aveva messo sul mio basso ventre e prese a stampare le ultime due ecografie, mi disse di stare attenta nelle ultime due settimane e che qualsiasi cosa avrei potuto chiamarla.

« Ma hai visto quanto e figo? Intendo, questo farà strage amo.. »
Voltai lo sguardo verso di lui mentre entrai in auto dopo lui guardandolo guardare per l'ennesima volta l'ecografia a colori.
« Non iniziare.. »
« Non iniziare tu a fare quella gelosa, immaginalo identico a me, strafigo, Dio. »
« Certo che sei stronzo pesante.. »
Lo sentì ridere allungandosi verso di me lasciando un bacio umido contro il mio labbro inferiore e sorrisi guardandolo sistemarsi e prendere a guidare.

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