Portami a casa

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POV. FAITH

Erano passati esattamente 10 giorni dal giorno in cui era l'avevo lasciato in quel luogo, e ancora dovevo vederlo, anche se chiamavo ogni giorno la clinica, la risposta era sempre un "no" secco alla domanda, se potevo vederlo.
Sentivo la sua mancanza come ad un bambino manca la sua mamma in una giornata di scuola
Sentivo la sua mancanza come non so cosa,
Eppure lo stavo facendo solo per noi due..

quei giorni lì avevo passati nel studio di un amica, la stavo aiutando in un marchio di moda, un brand che presto avrebbe fatto sicuramente scalpore, eppure ciò non mi avrebbe fatto distrarre per nulla da lui.

Decisi di andare da lui, determinata uscì dall'auto, e sospirai appena guardando il grande edificio, mentre qualcuno entrava forse per fare la stessa cosa mia.. vedere la persona a cui tenevano uscire da lì, forti, molto forti.
Le porte di vetro scorrevoli si aprirono automaticamente e mi avvicinai alla reception aspettando che qualcuno si facesse vivo prima che un ragazzo o meglio un uomo, sulla cinquantina, mi rivolse la parola.
« Mi dica, signorina.. »
« Jordan Vancouver.. »
Mi fece segno di entrare e gli sorrisi appena proseguendo per il corridoio camminando forse troppo piano, non sapevo cosa aspettarmi, avevo solo forte fitte alla pancia, non sapevo come sarebbe stato, gli avevo promesso che sarei stata qui tutti i giorni, è solo dopo 10 giorni ero tornata da lui, perché non mi permettevano di vederlo ogni giorno.
Girai lo sguardo alla sua stanza ricordando il numero e allungai il pugno sulla porta bussando appena, passò qualche istante, prima che potessi sentire ancora il silenzio..
Spinsi la porta prima che le mie dita stringessero la maniglia e alzai lo sguardo guardandolo steso sul letto a guardare il soffitto con le mani dietro la sua testa, si tirò su scendendo dal letto e si sedette sulla sedia infondo alla camera, si ritirò su e tornó sul lettino, deglutì guardando i suoi movimenti.

« Passa il tempo così..? »
Sussurrai a bassa voce entrando piano chiudendo la porta alle mie spalle, prima che il suo sguardo si fermasse su me, restó a guardarmi per qualche secondo che sembrava un eternità e gli sorrisi appena, forse per la prima volta non sapevo come comportarmi..
Mi avvicinai al lettino e lo guardai seduto mentre i suoi movimenti cambiarono, scese dal lettino avvicinandosi piano a me, allungò la mano alla mia guancia e accarezzò appena quest'ultima con le sue dita arrivando alle labbra che accarezzò mentre i suoi occhi finirono nei miei prima che potessi sentire il suono della sua voce, che mi era mancata anche troppo..

« Ti ho aspettato tutti i giorni, le ore qui sembrano non passare, e la mia testa è così confusa.. So che hai le migliori intenzioni per me, e so che stai cercando le parole giuste..
Lo giuro, ho imparato la lezione, ma.. non riesco a stare bene, forse non voglio star bene..
O forse sì, ma qualcosa continua a dirmi che sarà per sempre così, avvolte ho voglia persino di ammazzare qualche infermiere qui dentro, e avvolte ho voglia di scopare una dottoressa qualsiasi perché sul loro viso vedo il tuo..
Sono così stanco di star qui ad aspettare, se sento un'altro "sii paziente" rimarrà sempre tutto uguale Faith.. quindi, lascia che mi arrenda! Promettimi solo di lasciarmi andare, se ciò non mi fa bene.. beh, non voglio saperlo!
Fammi smettere di provarci,
Fammi smettere di lottare.. non voglio i loro bei consigli, o i motivi per cui dovrei stare bene, loro non sanno com'è..
Non posso evitare di affondare e guardarmi, inizia a notarsi no? Continua a guardarmi, ma non dirmi cosa vedi.
Sono stanco di tutta questa sfortuna, continuano a dirmi "rimani a testa alta" cambierà mai, Faith?  »

Le sue dita calda restarono sulla mia guancia destra, deglutì sentendo le sue parole e allungai le dita al suo polso, che solo dopo notai che fossero fasciati, non poteva arrendersi.
Chiusi gli occhi sentendo le lacrime cadere lungo il viso viso e soltanto dopo ogni centimetro della mia belle era bagnata da lacrime salate, socchiusi le labbra per poter respirare e per un istante mi sentì inutile, per un istante mi venne in mente Stephen, non potevo perdere anche lui, non volevo fallire anche con lui, questi mostri non mi avrebbero portato via anche lui.

« Hey.. sei tu la forte, che fai adesso piangi? »
Avrei voluto dirgli tante cose, ma i singhiozzi non erano d'aiuto, serrai la mascella guardandolo mentre cercai di smetterla.
« Portarmi a casa, portami dove possa sentirmi bene, dove possa respirare l'aria di casa nostra, dove so che li nessuno può mandarmi via da te, portami a casa, ho bisogno di questo.. »

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