Arrivo

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Dopo un po' che siamo sul jet inizio a sentirmi leggermente limitata e vorrei scendere, anche solo per sgranchirmi le gambe: qui non c'è molto spazio per camminare.
<<Scusate, ma dove siamo diretti?>>
<<New York, baby>> mi risponde il tipo Man. Oh my God, non ci credo!! Ho sempre sognato di vederla, in tutti i libri in cui ne parlano sembra una città così fantastica, piena di vita e di possibilità. Certo che per una che si è allontanata al massimo di qualche chilometro dalla sua casa è un bel balzo!
<<E quanto manca?>>
<<Due ore>> mi informa... Natasha? Mi ricordo che il suo nome è uno dei più complicati tra quelli dei tipi qui. Comunque cavolo, dovrò aspettare ancora un po' prima di vedere la Grande Mela.
<<Come fai a sapere l'inglese se non sei mai uscita di casa?>> mi chiede tizio Man.
<<L'ho imparato dai libri, a casa mia c'è una grande libreria che ne ha di ogni genere>> Dato che avevo molto tempo libero li ho letti tutti, alcuni anche più volte, come I Passi dell'Amore. Che bella quella storia... Chissà se anche io, adesso che avrò modo di incontrare persone nuove, troverò l'amore?

<<Stiamo per atterrare>> ci informa Natasha (sempre che sia questo il suo nome). Sta volta mi alzo subito e mi attacco a un appiglio che trovo vicino a dove ero seduta. Guardo fuori e noto che siamo proprio a nel centro della città, a Manhattan, vicino a un edificio basso e bianco. Le porte si aprono e usciamo. Ad attenderci fuori c'è un signore più o meno di mezza età, di colore, che indossa una giacca di pelle e che porta una benda sull'occhio sinistro.
<<E così è lei>> afferma lo sconosciuto, rivolgendosi alla ragazza, che annuisce.
<<Piacere, Nick Fury; direttore dello S.H.I.E.L.D.>> Non so cosa sia ma ok, gli stringo la mano e mi presento.
<<Sarete affamati, ho ordinato della pizza>> Si, ora che ci penso ho fame; è da circa 7 ore che non mangio, anche se non ho sprecato molte energie, stando seduta nel jet. Se poi penso alla pizza la fame aumenta: è il mio cibo preferito. Ogni tanto a casa la faccio, mi viene pure bene.
<<Pizza, yuhuuu!!>> esulta Thor. Mi ricordo il suo nome perché ho letto libri sulla mitologia scandinava. Non pensavo esistesse davvero, anche se per ora mi sembra una persona normale, per quanto alto. Seguiamo Nick all'interno dell'edificio e arriviamo in una sala con un grande tavolo e delle sedie attorno. Sul tavolo ci sono dei cartoni ammonticchiati uno sopra l'altro.
<<Vi lascio mangiare, quando avete finito, Romanoff, mostrale la camera degli ospiti. Kristen, va bene se domani procediamo con le analisi?>> ci dice Nick.
Annuisco, non mi sembra di avere impegni. Ah-ah, bella battuta...
<<Allora io adesso vi saluto, a domani>> e si congeda.
Steve (?) inizia ad aprire i cartoni e a consegnare le pizze.
<<Allora, questa è la mia, diavola per Nat, capricciosa per Bruce, boscaiola per Thor, con le salsicce per Tony e margherita per Kristen. Suppongo sia andato sul liscio per non rischiare di sbagliare>> Lo ringrazio mentalmente per avermi fatto un ripasso di nomi.
<<Si, si, va bene; mi basta che sia pizza>> e inizio a mangiarla. Non è buona come quella fatta in casa, ma è comunque cibo, in più... Oddio! Spero di non dover pagarla, perché non ho soldi.
<<Io però non ho soldi, come faccio a...>>
<<Tranquilla, qui nessuno paga niente, a parte me...>> mi informa Tony. Perché lui è l'unico che paga? Va beh, se a lui sta bene così. Almeno mi sento sollevata per il fatto di non essere l'unica a mangiare a sbafo.

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