13. Summer

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Summer entrò a far parte dell'Accademia relativamente tardi, aveva già dodici anni.

Possedeva un talento innato per la geografia: i professori si erano accorti che la ragazza aveva una passione per i continenti, le nazioni, i paesi del mondo antico oltre che un ottimo senso d'orientamento visuo-spaziale. Conosceva tutte le capitali a memoria, disegnava su un quadernino le bandiere, e inseriva a fianco alcuni appunti su aspetti politici e folkloristici dei vari stati. Aveva realizzato un'accurata e minuziosa mappa in 3D dell'arca, mostrando di conoscerne aspetti che gli stessi insegnanti ignoravano.

Una passione molto inusuale per i suoi coetanei, ma di sicuro utile per l'Accademia.

Purtroppo, così come tutti i nuovi arrivati, faticò a integrarsi. Era una ragazza bella, bionda, dal sorriso genuino. Così se la ricordava Kuran, la prima volta che entrò in aula. Quando arrivava lei, la stanza si illuminava, si accendeva di una luce nuova. Non potevi fare a meno di notare la sua presenza. Brillava come una stella, sempre raggiante, sempre così... solare.

Il bullismo fu spietato. L'accusavano di provenire dalle lavanderie. Era un pregiudizio ignorante di molti arcadiani che nelle lavanderie lavorassero prostitute con lontane origini slave. Era vero che nelle stanze dei piani bassi, soprattutto in quelle zone dimenticate dagli organi di sorveglianza e dalla gente perbene, in molte stanze alcune ragazze di giovane età offrissero il loro corpo in cambio di soldi, regali, ma soprattutto titanio. Era anche vero che queste giovani avessero spesso un aspetto incredibilmente bello, sul quale, appunto, avevano fondato la loro attività clandestina. Era anche vero che dove c'era prostituzione si creava anche un circolo vizioso di matrone e protettori, in cui era difficile discriminare tra attività consenzienti o meno. Sulla loro origine etnica, però c'era molto da discutere. Alcune ragazze avevano la pelle color ebano, altre gli occhi a mandorla, altre ancora lunghe chiome castane. Inoltre esistevano bordelli in molte altre zone dell'arca, anche alcune signore dei piani alti offrivano servizi simili, ma a domicilio, nello scrupoloso segreto professionale. Insomma, era luogo comune additare le ragazze bionde con i lineamenti spigolosi e un po' algidi, tipici di quella derivazione etnica, come praticanti di uno dei mestieri più antichi nel mondo, solo perché la maggior parte di loro lavorava presso le lavanderie.

Le avances da parte dei compagni divennero presto molestie, mentre le compagne, gelose, la prendevano spesso di mira. Le misero una confezione di profilattici nell'armadietto, le rubarono le lenzuola dalla camera, macchiarono di inchiostro rosso tutti i suoi libri e si dilettarono a dire che erano state le sue mestruazioni. Scherzi cretini, che non riuscirono però a toglierle il sorriso.

Summer non era una tipa che si lasciava sopraffare con facilità.

Arrivò perfino a discutere con Shani, per futili motivi. La ragazza la schiaffeggiò nel bel mezzo dei corridoi. Nell'ora dopo, quella di trigonometria avanzata, Summer si presentò in aula con il suo splendido sorriso e una guancia rosso fuoco.

Kuran non poteva negare di non averla notata ma per lui le ragazze erano off-limits. Sebbene fosse a conoscenza che molte compagne gli facevano il filo (spesso infatti riceveva lettere appassionate, cioccolatini e proposte indecenti) era immune dal richiamo degli ormoni.

Non aveva tempo da perdere dietro una storiella. Tesine, interrogazioni, esami, allenamenti: questi erano i suoi unici valori. Ogni sua azione era direzionata a ottenere il punteggio migliore per divenire primo pilota.

Primo pilota.

Ambizione, una missione personale, il suo sogno nel cassetto, il suo più grande desiderio. Tutto ciò che voleva era ottenere quell'incarico. Niente e nessuno poteva distrarlo.

Per questo guardò infastidito la bionda ospite che si accomodò al suo tavolo, quel giovedì, a mensa.

«Posso sedermi?» chiese, retorica, mentre toglieva dall'incarto le posate.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora