39. Sogno o realtà?

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Eva socchiuse gli occhi. Una lampada di un bianco acceso la stava accecando.

Per un attimo credette davvero di essere morta.

Percepì il cuore cessare di battere, il respiro mozzarsi e le lacrime invadergli gli occhi.

Era finita. Era tutto finito.

Proprio adesso che stava per scoprire chi fosse davvero, proprio adesso che si sentiva così viva.

Proprio adesso...era morta.

Si alzò a sedere, la vista si stava lentamente abituando a quella luce improvvisa.

Quando mise a fuoco la stanza, però, si sentì di nuovo svenire.

Era seduta nel suo letto a castello. Le sue gambe erano coperte con un plaid sgualcito con pallidi cuori azzurri. Ai suoi piedi, seduta a gambe incrociate, Marianne teneva aperto un enorme libro con illustrazioni coloratissime e ricche di dettagli. Poco più in là, alle sue spalle, le sue sorelline, Gue, Isa e Chloé, con i loro orsacchiotti stretti in grembo, attendevano la fiaba della buonanotte.

"Sono davvero morta."

Marianne alzò gli occhi su di lei, con la fronte corrucciata. Era sempre stata così bella? I ricci biondi le ricadevano con grazia fin sotto il seno, la sua pelle era color pesca, le gote rosa, le ciglia lunghe e scure, i denti bianchissimi. Come aveva potuto sua madre partorire un essere così meraviglioso? Con quale uomo si era congiunta per ottenere tanto splendore?

"Marianne..." Le lacrime fredde le colarono giù dalle guance.

La sorella si spazientì e scosse la testa, pur mantenendo il sorriso.

"Eva, basta piangere! Così ci rattristi tutti! Stavamo per leggere una storia, vero bambine? A chi tocca scegliere stasera? A te, Gue!"

La bambina scattò in piedi, le gambine magre saltellavano per la gioia.

"Toccava a me!" si lagnò Chloé.

"Non è vero, tu hai scelto Biancaneve ieri sera!"

"No, tocca ancora a me!"

Marianne agitò la mano, poi portò un dito sulla bocca.

"Se litigate, sapete cosa accade" sussurrò.

"Marianne!" Eva non poteva credere ai suoi occhi.

Allungò le braccia per sfiorare la sorella, ma era troppo distante. Lei non riusciva a muoversi, una fitta di dolore al ventre la paralizzò.

"Eva, non ti muovere! Sei ancora troppo fragile, devi stare a letto e riposarti."

Marianne si chinò vicino a lei, i capelli biondi solleticarono le braccia scoperte della sorella.

Eva non resistette e la strinse forte a sé. Odorò con chiarezza il suo profumo di bucato e candeggina, il contrasto tra il titanio freddo e duro delle braccia e la pelle liscia e morbida del suo viso, quel calore che solo lei sapeva infonderle.

"Eva, andrà tutto bene, te lo prometto."

"No!" Eva gridò.

La sorella si ritrasse, spaventata. Gli occhi sbarrati come quelli di un cerbiatto che avvista l'agguato di un predatore da lontano.

"Non andrà bene niente! Niente! Sono morta, Marianne, non ce l'ho fatta..."

Le sorelline si guardarono l'un l'altra. Gue stava per protestare, perché il suo turno non sarebbe stato rispettato, ma poi sentì Isa piangere e immediatamente la imitò.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora