𝟲: 𝗔𝗥𝗘𝗡𝗗𝗘𝗟𝗟𝗘.

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L'ultima settimana di Ottobre fu tranquilla nella Foresta Incantata, ma ad Arendelle fu un inferno. La regina Anna non era mai stata così tanto impegnata in vita sua, tra ricerche e incontri, assemblee, inoltre Novembre era appena iniziato e i cittadini cominciavano già a prepararsi per il Natale. Esatto, più di un mese prima. Anna cominciava a sentire la mancanza di Elsa. Con il suo aiuto, la sua presenza, sarebbe stato tutto più facile. Aveva vissuto per tredici anni senza di lei e aveva paura di perderla di nuovo, ma il pensiero di lei finalmente felice e libera da ogni preoccupazione, o quasi, la faceva stare meglio. Un'altra preoccupazione di Anna erano i preparativi per il matrimonio. Inizialmente si sarebbe dovuto celebrare entro la fine dell'anno, ma venne posticipato a Gennaio per via degli innumerevoli impegni che dovevano essere compiuti entro la fine di Dicembre. La rossa aveva di certo tante cose nella testa, tra cui Kristoff, e con lui Sven.
La regina sapeva quanto la renna fosse importante per il biondo, voleva assolutamente rassicurarlo e trovare una spiegazione. Le ricerche proseguirono, ma niente fu risolto. Forse avevano prestato troppa attenzione alle parole di Honeymaren, forse dovevano lasciar perdere le ricerche su quel popolo che sembrava non esistere e cominciare a studiarne altri che potrebbero essere la causa dell'anomalia.

"Sei il mio miglior amico. Sven, questo tu lo saaaai?" intonò Kristoff, tenendo la chitarra tra le mani e guardando, con un sorriso, la renna seduta al suo fianco. Il biondo era semi-sdraiato sul letto, teneva una gamba sopra l'altra e gli occhi dolci fissati sull'animale. Pian piano, il suo sguardo contento si spense, il contatto visivo s'interruppe. "Non voglio perderti." sospirò, portando una mano sulla testa di Sven e accarezzando il suo pelo. "Qualsiasi cosa ti sia successa, io la scoprirò." la renna gli sorrise dolcemente, il suo collo si appoggiò sulle coperte del letto e la sua testa sulle gambe di Kristoff. "Oh grazie amico!" disse il biondo, mimando la 'voce' di Sven.

I due erano inseparabili. Anche il misterioso e magnifico fatto che non avevano bisogno di parole per capirsi dimostrava quanto fossero legati e quante ne avessero passate insieme. Kristoff è nato orfano, cresciuto dagli spaccaghiaccio, probabile mestiere di suo padre. Sven fu il primo amico di Kristoff in assoluto. Nella memoria del biondo non c'era traccia di ricordo senza la renna al suo fianco, non ricordava nemmeno di averlo trovato da qualche parte, il giorno in cui si sono conosciuti, quindi sicuramente Kristoff conobbe il suo fedele compagno in tenerissima età. In breve tempo, i due diventarono come fratelli, inseparabili, entrambi senza genitori, ma questo non li rendeva senza famiglia. Erano la famiglia uno dell'altro. Un giorno i due si separarono dagli spaccaghiaccio e si imbatterono nei troll, che decisero di 'adottarli'. Vissero una vita felice accolti dalle loro numerose braccia e dal loro affetto smisurato, né Kristoff né Sven si lamentarono, furono entrambi soddisfatti di avere una famiglia così unita, nonostante fosse un po' particolare. Se c'era qualcuno di davvero importante per Kristoff, quello era Sven. Perché il montanaro non riusciva assolutamente a immaginarsi una vita senza il suo compagno di vita. Il loro rapporto era esattamente come quello tra Anna ed Elsa, né più forte né meno forte, era uguale. Lui voleva il meglio per la sua renna, e il sentimento era reciproco. Certo, Kristoff aveva adesso una donna da amare, per cui provava dei sentimenti immensi, ma questo non svalutava assolutamente l'affetto che provava per Sven. Niente avrebbe potuto separare i due, così diversi e così simili, e altrettanto legati, inseparabili.
"Ti voglio bene, Sven. Scusa se non te lo dico spesso." la renna spalancò gli occhi, per poi affogare in un dolcissimo sorriso, con ancora un pizzico di sorpresa. Pian piano l'animale chiuse gli occhi, riposando con la testa appoggiata al suo migliore amico, mentre egli pizzicava la chitarra dolcemente per agevolare il sonno.

"Andrò ad Arendelle oggi, e volevo chiedervi.." Elsa prese un respiro profondo, socchiudendo gli occhi e poi guardando Ryder e Honeymaren con viso interrogativo. "..Non è che verreste con me?"
I due fratelli si guardarono annuendo, posando successivamente lo sguardo sulla bionda sorridendo. "Ottima idea. Mi manca Arendelle.." disse Ryder, con tono malinconico e al contempo felice, catturando gli occhi sia di sua sorella sia del quinto spirito, che sorrisero.
"Allora perfetto, andiamo. Nokk?" Elsa si avvicinò al laghetto, un maestoso cavallo d'acqua uscì da esso, ghiacciandosi a contatto con la mano della ragazza. I due fratelli, intanto, chiamarono le loro renne senza però staccare lo sguardo su Elsa e Nokk. È vero, erano abituati alla magia, il loro intero popolo e la zona in cui vivevano era controllata dal volere degli spiriti, ma la visione era più che mozzafiato.
La bionda faceva da guida, i due seguivano attentamente il suo percorso. Durante il tragitto i tre parlarono molto per cercare di distrarsi dal lungo tragitto, le renne dopo un po' parevano stanche, ma Nokk no.
Lo spirito dell'acqua pareva essere più energetico dell'inizio del viaggio, ma tutti rispettarono le pause che occorrevano.
Arrivati ad Arendelle, Elsa fu accolta calorosamente dai cittadini. Oh, quanta ammirazione provavano verso la Regina del Ghiaccio. Così veniva chiamata e venerata quando ancora governava sul piccolo regno. Alcune guardie andarono ad informare Anna, che però era momentaneamente impegnata. La regina non avrebbe voluto ricevere la notizia proprio in quel momento, ma alla fine del lavoro, perché non riuscì più a concentrarsi e voleva assolutamente finire il prima possibile per accogliere la sorella tra le sue braccia. Fogli, fogli e ancora fogli. La scrivania piena di libri e documenti, la testa piena di pensieri e il piede che batteva velocemente contro il pavimento per l'ansia e l'emozione.
"Vostra maestà, non si preoccupi. Finirà presto il lavoro." le disse la sua guardia personale, sorridendo. Una grande differenza tra Elsa e Anna è che quest'ultima aveva un rapporto molto amichevole con le guardie del palazzo, molto più confidenziale, poiché lasciava ad essi la possibilità di aiutarla, mentre la sorella voleva far tutto di testa sua, per qualche motivo.
"Grazie, Tiara." la rossa ricambiò il caloroso sorriso che la sua, oramai, migliore amica le aveva dato. Tiara era una delle poche guardie femmine dell'esercito di Arendelle, e Anna si era trovata così bene con lei che decise di renderla la sua guardia personale, fidandosi così tanto di lei. Tiara aveva la pelle scura e occhi quasi color carbone, capelli corvini ricci sempre raccolti in una cipolla. Era bassa e formosa, estremamente forte e fedele. Come Anna, era molto estroversa, ma molto più educata e composta. "Vuole un aiuto, vostra maestà?" la guardia si avvicinò alla scrivania, scrutando gli innumerevoli fogli appoggiati in disordine sul legno. Anna spalancò gli occhi felice, per poi chiuderli e prendere le mani dell'amica. "Oh, Tiara! Grazie mille! Non hai idea!" drammaticità nella sua voce. Poi si ricompose, assumendo una falsa voce da regina. "Però ti ordino di smetterla di essere così formale. La porta è chiusa! Nessuno può ingelosirsi o scioccarsi! O invidiare la tua fantastica qualità di essere la migliore amica della regina di Arendelle!" perse la sua compostezza nel mezzo delle sue parole, cominciando ad esclamare con enfasi. Tiara ridacchiò, prendendo una sedia e sedendosi vicino a lei, cominciando a controllare i vari documenti e compilare fogli. "Scusa, Anna."

"Mentre aspettate, potete fare un giro di Arendelle." intimò Kai, assistente regale, il quale si occupava principalmente dei contatti esteri e oltremare. Insieme a Gerda, una delle domestiche, aveva visto sia Iduna e Agnarr sia Elsa e Anna crescere. Avevano entrambi un legame abbastanza stretto con la famiglia reale, come fossero degli zietti.
"Grazie mille, Kai. Faremo certamente una visitina ai bellissimi angoli di questo regno." gli sorrise Elsa. L'uomo ricambiò, facendo un piccolo inchino e allontanandosi dai tre, che cominciarono a camminare guardandosi intorno, venendo però fermati molte volte da cittadini felicissimi di salutare la precedente regina. "Yulia." disse dolcemente la ragazza dai capelli biondo platino, in direzione di una bambina che sembrava proprio stando per darle un forte abbraccio. Prima che potesse farlo, Elsa la prese in braccio e la strinse a sé, sorridendo. "Vostra maestà!"
Yulia aveva capelli biondo cenere e aveva circa dieci anni. Occhi color castagna e con sempre un luccichio in essi. Il quinto spirito, nel periodo in cui era regina, passava molto tempo con la bambina, che apprezzava la sua magia come nessun altro. Elsa aveva notato qualcosa di speciale in Yulia, giurando fosse più matura delle altre bambine della sua età, e con interessi completamente diversi, più complessi, elaborati. Nel caso non fosse possibile avere un erede biologico al trono, la bionda era convinta che sarebbe stata Yulia a salire sul trono di Arendelle. Elsa mise la ragazzina con i piedi a terra e si piegò alla sua altezza. "Come stai?"
Negli occhi della piccola un'emozione travolgente. Solo Dio sapeva quanto affetto e ammirazione provava per la donna che aveva davanti, e la sua reazione spontanea lo dimostrava alla perfezione. I due fratelli addolciti dall'adorabile scena.
"Vostrà maestà, non sapete quanto sono felice di vedervi! Loro chi sono?" la piccola indicò i noltuldri con l'indice, un sorriso ancora stampato sul suo volto, e tanta, tanta curiosità, come al solito. Elsa si alzò. "Loro due?" sorrise, indicandoli con la mano. "Sono due miei carissimi amici, li ho portati qui a visitare Arendelle. Si chiamano Honeymaren e Ryder." una volta finite le presentazioni si prese le mani e le portò lungo il corpo, facendole cadere sul suo stomaco. "Piacere, io sono Yulia! Ho tante cose da far vedere alla principessa Elsa, vorreste venire anche voi?"
I due si guardarono dolcemente, annuendo poi all'adorabile bambina, che annuì a sua volta e si inchinò a tutti e tre. "Grazie mille per aver accettato!"

"Grazie mille per aver accettato."
Yelena teneva una freddissima compostezza dinanzi alla corvina, che aveva appena accettato di aiutare i noltuldri nei lavori autunnali e invernali. "Allora, come ti trovi qui?" si sciolse un po', il suo sguardo pareva davvero preoccupato per la ragazza. Vivendo per ormai due mesi con lei aveva imparato a conoscerla e si era affezionata a lei, nonostante i suoi modi non le andassero ancora a genio. Però, nell'ultimo periodo, Maya sembrava molto più tranquilla e rilassata, molto più amichevole, e Yelena non faceva altro che pensare a quanto Honeymaren ed Elsa l'avessero aiutata. Era certo che le tre fossero oramai amiche, dopo due lunghi mesi di convivenza, di vedersi quasi ogni ora del giorno, parlarsi, scambiare racconti e vicende.
"Non posso lamentarmi." Maya guardò altrove, riflettendo un attimo e lasciando che il silenzio parlasse per un po'.
"Non è una cosa negativa. Ma letteralmente non posso lamentarmi. È molto più di quello che ho avuto in tutta la mia vita."

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