𝟭𝟴: 𝗣𝗔𝗗𝗥𝗘.

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La mattina dopo, Kristoff e Anna trovarono il tempo per andare a visitare la Foresta Incantata, non solo per Elsa, ma anche per i vari amici che si erano fatti tra i noltuldri. Il ragazzo, ad esempio, era molto legato a Ryder, fratello di Honeymaren, quindi, quando il biondo arrivò al villaggio, quest'ultimo lo accolse con un forte e caloroso abbraccio. I due, come al solito, cominciarono a parlare del più e del meno, discutendo riguardo a moltissimi argomenti ed esprimendo le proprie opinioni, trovandosi molto in sintonia. Tra un discorso e l'altro, uscì fuori il passato del noltuldro e, con esso, i ricordi del padre. "Mio papà era.. un uomo severo, ma allo stesso tempo affettuoso." Ryder sorrise, guardando a terra e appoggiando le mani sulle ginocchia, stringendo la presa man mano che i ricordi si facevano vividi nella sua testa. "Era forte, mi metteva sulle spalle e mi aiutava ad arrampicarmi sugli alberi. Non sono mai stato molto agile, ho sempre preferito cucinare o trasportare la legna, e lui lo accettava. Anzi, mi elogiava." Il suo sorriso piano piano svanì e si unì le mani, intrecciando le dita. Kristoff notò il cambio d'espressione e appoggiò una mano sulla sua spalla, ricevendo un piccolo sorriso e un cenno di ringraziamento da parte di Ryder. "Non dev'essere facile parlarne." aggiunse il biondo, togliendo la mano dalla sua spalla e continuando a guardarlo con viso dispiaciuto. Ryder scosse la testa e si morse l'interno della guancia, per poi abbandonare la carne che era in mezzo ai suoi denti e riprendere a parlare. "No, in effetti non è facile." Prese un respiro profondo e proseguì, rimettendo le mani nervosamente sulle proprie ginocchia. "Un giorno si è allontanato per trovare un'uscita e non è più tornato. Honeymaren crede sia ancora vivo, ma.." Kristoff si avvicinò a lui con sguardo felice e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, lasciando che le mani cadessero a peso morto in mezzo ad esse. "Sai cosa? Anch'io credo sia ancora vivo. Magari vi sta aspettando." Ryder guardò il migliore amico con un sorriso amaro e lui gli diede una pacca sulla spalla. "Lo troveremo Ryder. Non lasciare che i ricordi ti portino giù." 

"Mi urlava 'non lasciarti trascinare giù!' e, puntualmente, Erik mi prendeva per i piedi e mi buttava per terra." raccontò la noltuldra, mentre Anna se ne stava ad ascoltare abbracciata alla sorella maggiore, che oramai aveva sentito questa vicenda almeno un milione di volte. La rossa era interessatissima a questo modo più selvaggio di vivere, abituata com'era alla modernità di Arendelle e la formalità del castello in cui era cresciuta. Certamente nessuno avrebbe mai detto che sarebbe stata Elsa ad andare a vivere in un luogo così crudo e a contatto con la natura, dato che quella più predisposta alle avventure e ad un'abitazione come questa era, appunto, la sorella minore. "Scusate l'interruzione, ma ho promesso a Yelena che mi sarei allenata e, se vogliamo cenare insieme stasera, devo assolutamente andare adesso." Elsa si congedò con un sorriso gentile stampato sulle labbra, mentre le due annuirono alle sue parole. Anna si avvicinò a Honeymaren affamata di sapere e la guardò con un viso che lasciava trasparire questo fatto perfettamente. La noltuldra ridacchiò guardandola, per poi concentrandosi sul pensare a qualche altro racconto, dispiacendosi nel non trovarne altri. "Mi dispiace, ma temo di aver finito.. Tu raccontami qualcosa. Elsa mi ha detto che sei partita con Kristoff, Sven e Olaf." Anna emise una risatina amara, alla 'rido per non piangere', per poi sorridere e guardarla. "Beh, diciamo che stavamo per morire." Honeymaren spalancò gli occhi, per poi sbattere ripetutamente le palpebre scuotendo la testa e ricomporsi. "Stavate per morire?" chiese ancora scioccata, ricevendo uno sguardo dispiaciuto da Anna, che però continuò a tenere il sorriso. "Hah, beh.. Sì. Diciamo che è molto probabile che il villaggio in cui ci siamo imbattuti appartenesse a un popolo di strani esseri mangia-uomini." Corrugò le sopracciglia, mostrando i denti nel sorriso e dando vita a un'espressione abbastanza imbarazzata. "In quel momento avrei tanto voluto ci fosse Elsa. A volte la sua presenza è davvero indispensabile." Honeymaren annuì, distogliendo lo sguardo e concentrandosi sui sassolini per terra. "Ti capisco, anche io a volte credo che la sua presenza sia indispensabile." Anche Anna annuì, assottigliando gli occhi. Distogliendo anch'ella lo sguardo, continuò ad occhieggiare Honeymaren con viso sospetto. "Deve piacerti davvero tanto mia sorella allora." affermò, guardando gli alberi spogli delle loro foglie, oramai cadute a terra la stagione prima. La noltuldra sussultò, cominciando a balbettare. "Uhm.. Sì, presumo.." Anna le donò un tenero sorriso, mentre mille idee le passarono per la testa e il piede destro batteva rumorosamente a terra.

Il piede sinistro di Elsa sbatté a terra, creando nel pavimento un'enorme strato di ghiaccio. Aprendo le mani e poi chiudendole in un pugno, il ghiaccio scomparve da sotto di lei e il Quinto Spirito guardò la situazione con soddisfazione. "Okay, allora.." con il movimento del suo polso e, con esso, della sua mano, grandi schegge ghiacciate spuntarono dal terreno, facendola sussultare dinanzi ai suoi stessi poteri. Dopo la sorpresa iniziale, Elsa sorrise soddisfatta, per poi sciogliere quelle pericolose sporgenze. La bionda concentrò fiocchi di neve nelle sue mani, che presto si solidificarono e si trasformarono in appuntiti coni, che scaraventò con forza contro l'albero davanti a lei. Quelle armi potevano penetrare nel corpo di una persona e procurare una grande ferita, ed Elsa si chiese a quale scopo potessero servirle, dato che non aveva intenzione di fare del male a nessuno, o almeno, non così tanto. Forse, nel caso qualcuno si fosse trovato in serio pericolo, li avrebbe usati. Ma non era il momento di pensarci, il Quinto Spirito aveva l'importantissimo compito di proteggere il villaggio e l'avrebbe fatto ad ogni costo.

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