𝟵: 𝗚𝗢𝗩𝗘𝗥𝗡𝗔𝗥𝗘.

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"Allora? Quando arriv-"
"Shhh." la bocca del pupazzo di neve fu serrata dalla mano di Kristoff, che guardava sospettoso le luci del villaggio. Erano di uno scuro viola amaro che evidenziava l'inquietudine del posto, gli abitanti erano silenziosi e ciò rendeva tutto più macabro. "Siamo arrivati.." sussurrò il biondo tenendo tutti nascosti dietro un cespuglio, lui compreso.
Kristoff e Anna si guardarono per un istante, comunicando con gli occhi e portando in vita la stessa espressione dispiaciuta.
"Beh, e ora?" mormorò Olaf, sorridendo allegramente, come se la tenebrosa atmosfera non lo colpisse minimamente.
"È esattamente quello a cui stavamo pensando io e Kristoff.." rispose Anna, anch'essa con tono basso, guardandosi intorno e rabbrividendo un po'. Il sole stava ormai scomparendo e dovevano farsi avanti in qualche modo. La rossa entrò in un istante di riflessione, corrugando la fronte e portando la punta del pollice in mezzo alle labbra. "Dobbiamo trovare un modo per parlare con loro.."
"Potremmo fingere di essere dei venditori di pozioni..?" propose Kristoff, non molto sicuro di quello che aveva appena detto.
"Sembra una buona idea, ma.. Come?" chiese Anna, anche se la domande sembrava più rivolta verso sé stessa che verso gli altri. Si guardò intorno, posando gli occhi sulla slitta che avevano lasciato indietro e ricordandosi di aver portato due mantelli col cappuccio. Si allontanò, lasciando gli altri tre con uno sguardo confuso, e prese i due indumenti, per poi tornare indietro e dando uno dei due mantelli a Kristoff. "Useremo questi e, dato che questo popolo utilizza le renne per le trasformazioni, porteremo anche Sven. Nel libro c'è scritto che.. uhm.. ah sì! Tengono i loro libri di magia dentro la costruzione più piccola del villaggio. Olaf, mentre noi saremo impegnati a distrarli, tu entrerai in quel posto e prenderai i libri, d'accordo?" disse Anna con determinazione, tenendo il tono di voce basso.
"E una volta presi i libri che faremo? La vostra idea è mooolto ben elaborata, ma noi non sappiamo usare la magia! Abbiamo bisogno del loro aiuto!" esclamò il pupazzo di neve, sussurrando.
Sven, che era praticamente sdraiato a terra per non farsi vedere, guardò il gruppo dinanzi a lui con dispiacere, ma anche con un amorevole sguardo. Era solo una renna, un animale, eppure loro stavano rischiando la vita per lui, stavano facendo tutto questo per il suo bene.
"..Olaf ha ragione." Kristoff rifletté un attimo, per poi guardare nuovamente Anna negli occhi. "Se non ricordo male, questo popolo non è così ostile, giusto? Praticano magia e magia nera, ma sono abbastanza amichevoli, no?"
"Giusto! Quasi dimenticavo. Quindi hai intenzione di.."
"Sì, ho intenzione di andare semplicemente a parlare con loro."
"E se dovesse succedere qualcosa di butto?" mormorò Anna, uno sguardo preoccupato già dipinto sul suo viso mentre la sua mano scivolava lentamente su quella del biondo.
"Beh." Kristoff le strinse la mano e alzò le spalle. "Speriamo di no."

I due si alzarono e intimarono a Sven e Olaf di rimanere nascosti fino al loro ritorno. Si avvicinarono al villaggio, mostrando le loro figure agli abitanti, alcuni di loro si avvicinarono a loro con spade taglienti. "Chi siete, e cosa volete da noi." una strana figura parlò, volgendo la punta della spada verso il collo del biondo. Non sembrava umano. Aveva la pelle grigiastra, orecchie a punta e capelli color porpora raccolti in un piccolo codino. Anna e Kristoff si guardarono intorno, notando che nessuno dei presenti aveva forme umane.
"Siamo.. due abitanti di Arendelle, il regno sul fiordo. E.. volevamo un aiuto. Sappiamo che voi usate la magia per fare mutazioni e-"
Le parole del biondo furono interrotte da una risata generale, le risa della strana figura minuta dinanzi a loro risuonava acida nelle orecchie dei due. Quando si calmò e si ricompose, un sorrisetto comparse sul suo volto. "Mi dispiace, ma temo che abbiate sbagliato rotta." avvicinò la lama sempre di più alla gola di Kristoff, che trattenne il respiro. Anna lo guardò preoccupata, il suo petto stava cominciando a bruciare. "L'unica cosa per cui usiamo la magia è per cucinare gli umani. Tu sei abbastanza robusto.. Sarai squisito."
Anna spalancò gli occhi per un istante, per poi socchiuderli e corrugare la fronte. In pochi secondi, la rossa diede un calcio al braccio dell'essere, facendo cadere per terra la spada e prendendola velocemente, facendo toccare la sua punta con la gola del nemico. "Non ci provare nemmeno."
Kristoff sorrise fiero, per poi cominciare a lottare con gli abitanti senz'armi. Anna tirò un calcio nello stomaco dell'essere grigiastro, facendolo cadere a terra, e poi corse verso il cespuglio dove aveva lasciato Sven e Olaf, portandosi via il biondo prendendolo per il braccio. "Scappiamo!" esclamò la ragazza, prima che il terrore le potesse comparire sul volto: Olaf non c'era, e Sven pareva traumatizzato. L'animale si precipitò verso i due, cercando affetto, il quale ricevette immediatamente. "Sven, dov'è Olaf?"
La renna guardò l'amico facendo qualche verso, per poi indicare, con la testa e con lo sguardo, una casetta. "È stato rapito." capì Kristoff, i suoi occhi poi raggiunsero lo sguardo spaventato e preoccupato di Anna.

"Non sono bassa!" esclamò Elsa, guardando Maya con la fronte corrugata.
"Sì che sei bassa." disse la bionda, tenendo le mani nelle tasche e guardando la bionda dall'alto.
"Tu sei alta, ma questo non mi rende bassa." incrociò le braccia al petto, un'espressione leggermente nervosa sul suo volto.
"Io sono alta, e questo ti rende bassa rispetto a me." sghignazzò Maya, divertendosi a provocarla. Elsa stava per risponderle, ma venne interrotta da una voce dietro di lei. Si girò, sorpresa di vedere due soldati di Arendelle. "Abbiamo bisogno del vostro aiuto." disse uno dei due, facendo un piccolo inchino.
Elsa non era più abituata a questa regalità, anzi, quasi la metteva in imbarazzo. Fortunatamente, Maya rendeva il tutto più leggero con la sua innocente stupidità.
"Vostro? Intende mio e suo?" indicò sé stessa ed Elsa, la cui bocca fece uscire una piccola risata. Le diede una piccola gomitata, per poi guardarla divertita e sussurrarle qualche parola. "Idiota, stanno usando un linguaggio formale. Ai membri della famiglia reale si dà del 'voi'."
"Aaaaaah" Maya capì, annuendo e guardando le due guardie, che erano rimasti lì un po' perplessi.
"Principessa Elsa, la Regina Anna e il principe Kristoff sono partiti insieme al pupazzo di neve e alla renna. Kai e Gerda sono stati incaricati di governare su Arendelle nel mentre, ma è un periodo molto complicato e ci sono molte cose da fare."
L'altro soldato stava per proporre qualcosa ad Elsa, ma venne interrotto dalle risate di Maya. "HAHAH PRINCIPESSA ELSA." si inchinò al quinto spirito, prendendola in giro anche utilizzando il tono di voce. "Vostra maestà, cerca il principe azzurro per caso?" poi si rialzò, continuando a ridacchiare. La bionda le lanciò un'occhiataccia, che fece ricomporre la corvina in un secondo e la fece pian piano smettere di ridere. Negli occhi di entrambi i soldati si era, ancora una volta, mostrata un'espressione totalmente confusa. Ignorando quel sentimento, uno dei due continuò. "Viste le vostre capacità e l'amore che i cittadini di Arendelle provano per voi, siete la prima persona che ci è venuta in mente per questo incarico."
"Oh." disse Elsa, accarezzandosi la mano sinistra con il pollice destro e poi stringendola attorno ad esso. La bionda amava Arendelle e gli abitanti di quel regno con tutto il cuore, e il castello, il posto in cui aveva vissuto per tutta la vita, le mancava di certo, ma non era il suo posto, e senza Anna sarebbe stato difficile trovare un motivo valido per rimanere lì per un po'. Ci pensò su, per poi giungere a un pensiero: portare avanti i lavori lasciati dalla sorella, l'avrebbe aiutata e avrebbe alleviato il suo stress. "Accetto." rispose, il suo sguardo non troppo sicuro.
Maya la guardò per un istante, alzando le sopracciglia, per poi scrutare, insieme a Elsa, una figura anziana che le stava raggiungendo.
"Se vuoi puoi portare Mellet e Ryder con te. Sono due ragazzi molto responsabili e calmi."
La bionda sorrise, facendo un cenno con la testa simile a un piccolo inchino. "Grazie, Yelena. Sarebbe perfetto. Vado a preparare le mie cose."
Fece un cenno anche ai due soldati, che annuirono aspettandola immobili, e poi si fece spazio tra Maya e Yelena per raggiungere la tenda. "Ah giusto" si girò verso la corvina, tenendo il braccio sinistro sotto il petto e il gomito destro sul polso sinistro, la mano destra aperta e pressata in mezzo alle clavicole. "Potresti avvisare tu Mellet e Ryder?"
Maya annuì ed Elsa le sorrise, continuando poi a camminare verso la tenda.
Dopo un po', i tre partirono insieme alle guardie, salutando il villaggio, sparendo piano piano nell'orizzonte.

"Non ti stanchi mai?" disse Honeymaren col fiatone, portandosi un braccio sulla fronte per asciugare il sudore.
Ma Maya non le lasciava tempo per respirare e subito si accanì contro di lei, il suo piede calciò secco nel suo stomaco, successivamente la mano raggiunse il suo collo e la schiena della mulatta si trovò contro il tronco di un albero. Le mani di Honeymaren strinsero il braccio della corvina, che la teneva attaccata all'albero. La strattonò con forza, liberandosi dalla presa e tirandole un pugno sulla guancia sinistra e tentando di colpire, con un calcio, la sua gamba destra. Maya lo notò e saltò indietro, schivando il colpo e poi correndo verso la mulatta come un toro, portando le braccia attorno la sua vita e buttandola a terra, mettendo poi un piede sul suo petto. "Ho vinto." disse Maya con un filo di voce e la fronte corrugata per il dolore, stessa espressione che caratterizzava il viso di Honeymaren. La corvina tolse, successivamente, il piede dal corpo della castana e l'aiutò ad alzarsi. Entrambe avevano il respiro pesante e il corpo dolorante. "Come hai fatto a diventare più forte di prima?" chiese Honeymaren, asciugandosi il sudore del viso con le mani. Maya non rispose e le diede la buonanotte, dirigendosi poi in silenzio verso la sua tenda.

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