𝟭𝟰: 𝗥𝗘𝗚𝗜𝗡𝗔.

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"Va tutto bene." Mellet si trovava nella sua tenda a parlare da solo, i capelli color nocciola che solitamente erano composti e ben pettinati erano in totale disordine. Continuò a borbottare parole per autoconvincersi, passandosi la mano tra la chioma non troppo folta e guardandosi disperatamente intorno.
"È passata una settimana dal nostro appuntamento e non so ancora cosa prenderle come regalo.."
Si alzò di scatto, prendendo una mina tra le dita e sedendosi a terra, prendendo un foglio ingiallito e cominciando ad elencare vari oggetti da regalare al quinto spirito.
Più andava avanti con l'elenco, più le cose scritte parevano stupide e il ragazzo era sicuro che Elsa non le avrebbe apprezzate veramente, nonostante i suoi gentilissimi modi di fare.
"Il suo compleanno è sempre più vicino.." appallotolò il foglio, buttandolo in un angolo della tenda insieme alla mina che teneva nella mano sinistra, per poi portare entrambe le mani in mezzo ai capelli castani.
"Sono sicuro che tutti le abbiano già preparato un regalo fantastico.."
Mellet sospirò, sprofondando nei suoi stessi pensieri e nelle sue stesse mani delicate.
Elsa mi ha salvato e aiutato in così tante occasioni.. È possibile che io non riesca neanche a farle un regalo..?
Era difficile per il ragazzo togliere o anche solo sfumare queste parole incise nella sua mente, che lo facevano stare male man mano che i secondi passavano. Il giovane provava dei sentimenti per la bionda, questo era certo, ma ciò che è importante sottolineare è che l'ammirazione che provava nei suoi atti era ben maggiore della sua cotta. Quel che ostacolava Mellet nel scegliere un semplice regalo era il significato che avrebbe acquisito per Elsa.
Voleva scegliere qualcosa di grande valore per essere ricordato dalla ragazza che tanto ammirava.
Si alzò, prendendo il foglio e la mina che aveva lanciato poco prima e continuando l'elenco, concentrandosi bene su ogni singolo dettaglio.
Si ricorderà del mio regalo.

"Oh no."
Anna aveva gli occhi incollati sull'orologio appeso in camera sua, il suo viso pareva quello di chi aveva appena visto un fantasma, o peggio.
Le lancette segnavano le dieci e trentadue minuti, ciò non fece per nulla piacere alla ragazza dai capelli ramati, che sembrava terrorizzata da un semplice orario.
Un semplice orario, avrebbe detto qualche tempo prima. Ma adesso era una regina, e prima delle fatidiche dieci e trentadue aveva una miriade di impegni e incontri importantissimi. E lei era ancora nel letto, con la coperta che le teneva le gambe al caldo, il pigiama che le copriva il corpo e i capelli che sembravano più un nido che una capigliatura.
"Oh no no no no no." mormorò con velocità mentre si alzava dal comodo letto, perdendo l'equilibrio per un istante.
Una volta ripresa e sistemata bene con i piedi fissi a terra, prese il vestito che doveva indossare e si tolse il pigiama.
Il vestito regale era di un verde sfavillante, decorazioni futili ma piacevoli agli occhi brillavano ovunque e uno scialle blu con piccoli rombi di tonalità più scura si appoggiava delicatamente sulle sue spalle.
I piedi scalzi furono presto coperti da delle scarpette nero pece, lucide come un pavimento ricoperto di cera, l'ultimo problema erano i capelli, che Anna sistemò velocemente, abituata al chaos che aveva ogni mattina al posto dei capelli.
Con ancora tanta voglia di chiudere gli occhi e sprofondare nel morbido cuscino posto sul letto sfatto, corse velocemente tra i corridoi del castello, fermandosi sentendosi voci maschili lamentarsi e nascondendosi dietro l'angolo per origliare.
"Se questa Anna è davvero una Regina degna di questo nome, allora io sono di certo il mostro delle nevi!" esclamò un vecchio uomo ricoperto di ricchezze, provocando le risa di un signore poco più giovane di lui, vestito anch'egli regalmente.
"Quella ragazzina è un'incompetente, e non si può nemmeno giustificarla con il fattore dell'età. Sua sorella diventò regina a ventun'anni, proprio come lei, e per tre anni non ho mai avuto problemi con il regno di Arendelle."
"Concordo con voi, signor Hengerwenn. È un vero peccato che la oramai principessa Elsa abbia lasciato l'incarico a sua sorella." e un verso di approvazione uscì dalle labbra del vecchio.
Una fitta al cuore lasciò Anna senza respiro.
"Gli incarichi di stamattina sono rimandati, quindi ci rivedremo, re Olivio. È stato un piacere conversare con voi."
"Il piacere è solo mio, re Hengerwenn. Alla prossima, sperando che la regina Anna impari a svolgere il suo incarico." entrambi ridacchiarono, lasciando udibili solo dei passi, il che significava che i due s'erano dileguati e avevano lasciato sua maestà dietro l'angolo a pensare alle loro parole.
La giovane strinse il tessuto del vestito tra le dita, sfogandosi silenziosamente su di esso e guardando il soffitto, cercando di non far scendere lacrima alcuna.
Le sue iridi occhi azzurre come il cielo in un giorno d'estate brillavano bagnate, mentre le labbra tremavano dolorosamente sotto i suoi denti.
Stringendo gli occhi e lasciando le labbra libere di poter tremare e le lacrime di poter scorrere e rigare le sue guance lentigginose, corse verso la sua camera. No, non quella in cui aveva dormito poco prima, la sua vera camera, quella in cui passava il tempo prima di essere regina, quella in cui aveva sempre dormito anche quando lei ed Elsa erano piccole e ancora unite.
Una volta chiusa la porta dietro di sé, guardò le poche cose che aveva lasciato dentro l'ultimo cassetto del comodino e che non aveva portato con sé nella nuova stanza. Vecchi disegni, vecchie lettere, vecchi oggetti, tutte cose che rappresentavano il fantastico rapporto che aveva con sua sorella maggiore.
"Elsa.." prese un disegno tra le mani che raffigurava loro due da piccole e se lo portò al petto, mentre lacrime salate continuavano a bagnarle il viso. "..Se ci fossi ancora tu qui.." un piccolo sorriso amaro comparve sul suo volto, disegnando le sue labbra. "...Hanno ragione.. Io.. Non so fare niente.." mormorò, chiudendosi in sé stessa e continuando a tenere il foglio contro il cuore, sperando di ritrovarsi qualcuno tra le braccia, come Elsa o Kristoff, o Sven, oppure Olaf.
"A-Anna..?" come se l'avesse letta nella mente, il giovane biondo entrò nella camera, notando la figura debole della rossa seduta a terra, singhiozzante e tremante. Pronunciò il suo nome preoccupato, avvicinandosi piano piano a lei e sedendosi sulle ginocchia, portando la ragazza tra le sue braccia. Le fece appoggiare la testa sul petto e accarezzò i suoi capelli, chiudendo gli occhi lentamente e lasciando che la ragazza si accomodasse nel suo abbraccio.
"Che è successo..?" le sussurrò, mentre un forte dolore permetteva al suo stomaco di bruciare. Odiava vedere la ragazza in quelle condizioni, così distrutta e vulnerabile. Però una cosa che di certo lo faceva stare bene era renderla felice, e lui s'impegnava al massimo per farlo.
"Io.." continuò a singhiozzare, cercando di parlare nonostante il respiro anelante.
"..Non.. Non sono abbastanza responsabile.. Per.." tirò su col naso, asciugandosi le lacrime e proseguendo con la sua voce flebile e tremolante. ".. Per essere una regina e.. In realtà.. Non.. Non so fare.. Nulla.."
"Anna." disse Kristoff con sicurezza e calore, allontanando la ragazza e guardandola negli occhi. "Perfavore, non dirlo mai più."
La regina lo guardò un po' confusa, continuando a inspirare col naso e notando che gli occhi del biondo stavano cominciando, anch'essi, a bagnarsi di lacrime.
"Tu sei una persona straordinaria." sorrise, pensando a tutti gli aggettivi che la descrivevano, guardando i suoi occhi blu.
"Riesci sempre a mettere le persone a loro agio. Hai il potere di trasformare una giornata orribile in una bellissima avventura." una lacrima scese dall'occhio di Kristoff, rigando la sua guancia destra, ma il suo dolce sorriso non lasciò le labbra. "Fino a tre anni fa pensavo sarei morto con Sven tra la neve e il ghiaccio, ma poi sei arrivata tu e mi hai cambiato la vita. Potrei morire adesso, perché sono davvero felice e non voglio chiedere di più. Però prima devo sposarti, e assicurarmi che avrai sempre quel sorriso che purtroppo, adesso non c'è.
Hai un sacco di capacità Anna, e qualsiasi cosa ti faccia pensare che tu sia una cattiva regina è falsa. Niente ti renderà una cattiva regina. Sei fantastica in tutto ciò che fai."
Anna sorrise, e il cuore di Kristoff quasi uscì dal petto, felice di vedere quell'espressione sul volto dell'amata. Appoggiò le labbra sulla sua fronte, lasciandole un piccolo bacio, per poi allontanarsi e sorriderle ancora.
"Ti amo, Anna. Ma la vera domanda è.. Chi non lo fa?"

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