Capitolo 6

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Niccolò ha scritto tutta la "poesia" sul diario di Vanessa.
Lei non fa altro che leggere quelle righe con aria innamorata, curiosa di sapere chi sia l'autore di quelle parole così belle.
"Raso, smettila di distrarti" Grida la professoressa, strappando via dalle dita di Vanessa il diario.

Legge le prime righe, poi guarda la ragazza.
"Vanessa, cos'è questo?" Che cos'è questo.
Chiede mostrandole le prime righe.
"Niente" Risponde la ragazza, con un'alzata di spalle.
"È colpa sua, ha insistito lui" Scarica la colpa su Niccolò.

Quest'ultimo si risveglia dai suoi pensieri, cominciando a scuotere la testa velocemente.
"Non solo disturbi nella tua classe,ma pure nella mia!" Grida la donna.
"Parla, sei fastidioso così" Lo incita a parlare Vanessa.

Niccolò continua a scuotere la testa però.
Sa che la colpa sarà comunque sua e che il professor Martini gliela farà pagare cara per aver distubato sua moglie.
"Vattene in classe" Ordina la professoressa.
Ma lì Niccolò non ci vuole tornare, ancora la campanella non è suonata e quella belva del prof è ancora lì.
"Sei sordo oltre che ignorante?" Chiede retorica indicando la porta.

I ragazzi scoppiano a ridere allo sguardo supplichevole di Niccolò.
Si avvicina alla lavagna, prendendo il gesso e scrivendo:
Per favore, non cacciatemi. Sarò buono
Questo fa ridere ancora di più i ragazzi.
"Com'è disperato" Sente dire Michelle da un ragazzo delle file centrali.
"Beh, che ti aspetti. Martini lo denuncerebbe per ogni omicidio" Risponde un'altra voce.

"Fai l'uomo e vattene. Hai già disturbato abbastanza" Rimane ferma sulle sue idee la professoressa.
Niccolò cancella immediatamente la prima frase, per poi scrivere: Non aprirò bocca e non toccherò niente.
"Questo lo dici tu. Aprirai la bocca per chiedermi scusa, altrimenti puoi anche tornare da dove sei venuto!" Dice la professoressa.

Niccolò abbassa la testa.
Vergognandosi davvero tanto.
Quasi nessuno nella scuola sa, tranne quelli della sua classe e qualche professore, che è muto.
Non vuole dirlo, sentendosi già abbastanza diverso da loro per il suo carattere.
Josh il sordomuto questi problemi non li ha, essendo simpatico e carino.
Cosa che lui non è, dato che le ragazze credono che abbia la peste e abbia ucciso il suo migliore amico.
Che tra l'altro gira nella scuola tranquillamente sotto gli occhi di tutti.

"Non ho sentito la tua voce" Gli fa notare la donna.
"Nemmeno io " Scrive alla lavagna, sincero.
La classe ride, così la professoressa si arrabbia ancora di più.
"In presidenza!" Grida la donna, aprendogli addirittura la porta.
Niccolò così a sguardo basso esce dalla classe, sotto le risate generali.

La professoressa gli lancia alle spalle la pagina di diario, dove ha scritto la sua poesia.
"Racconta al preside di questa fantomatica Giusy"
Lo incita la professoressa, per poi chiudere la porta.
Niccolò raccoglie il pezzetto di carta, strappandolo a metà e buttarlo poi nel cestino.

***

In classe la situazione non è migliorata.
La professoressa è al telefono con suo marito, per parlare di quel suo alunno così terribile.
Michelle, dato che mancano dieci minuti al suono della campanella, è tornata al suo posto.
Il ragazzo, sempre con le sue cose, si è anche premurato di pulirle il banco con tutte le scritte.
Compresa la sua canzone.

"Cosa ti ha fatto di così terribile?" Chiede a Vanessa, curiosa.
"Mi aveva scritto una poesia, poverino...si sarà innamorato" Scoppia a ridere la bionda.
"Ma perché non parla?" Chiede Michelle, non capendo quale sia il problema di quel ragazzo e soprattutto perché smettere di parlare.
"È un assassino, se dovesse parlare gli riconoscerebbero la voce. Cazzo Michelle, sono le basi!" Spiega la sua amica, dicendola come una cosa così tanto palese.

Onestamente non le sembra un cattivo ragazzo, anche se all'apparenza è molto strano.
Non ha fatto come gli altri ragazzi, due parolacce per rimorchiarti è via.
Ha scritto una frase alla lavagna e una poesia che nemmeno ha letto.
Probabilmente sarà l'unico sulla terra a fare ancora il romantico così

"Ma chi ha ucciso?" Chiede Michelle, non avendo ancora capito quella storia.
"Il suo migliore amico" Spiega.
"Ha un nome, spero" Ridacchia la castana.
"Boh, che ne so io" Alza le spalle.
"Allora come fai ad esserne così sicura?" Domanda Michelle.
"Oh, lo so e basta. Stai zitta ora, devo cercare di ricordarmi cos'abbia scritto quello strambo" La zittisce Vanessa, con il cellulare in mano.

***

Niccolò è di fronte la presidenza e a fargli compagnia c'è solo Orazio.
"Ma ci credi? Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci" Parla esaltato l'anziano.
Niccolò non è attento, sta pensando a cosa "dire" al preside.

Solitamente l'uomo, quando Niccolò doveva essere richiamato, gli lasciava un foglio con una matita vicino,per non sprecare il suo quaderno.
Niccolò lo apprezza molto come gesto.
Poi il preside prova molta pena per lui, per questo cerca di non essere duro con lui.

"Sei sordo, ragazzo?" Chiede Orazio.
Niccolò scuote la testa, ascoltandolo.
"Devi entrare" Ripete il bidello.
Così Niccolò si alza dalla scomoda poltrone ed entra all'inferno della tana del lupo.
Nonostante il preside provi simpatia nei suoi confronti, Niccolò ha molta paura di lui.

"Moriconi, anche oggi mi fai compagnia?" Chiede l'uomo sorridendo.
Niccolò annuisce, sedendosi di fronte a lui.
"Come mai qui?" Gli chiede, passandogli il suo foglio e la sua penna.
Niccolò gli sorride, come a ringraziarlo, e comincia a raccontare tutta la sua mattinata, a partire dall'ora di supplenza con il professor Martini, fino ad arrivare alla professoressa della quarta.

"Non possono cacciarti, devi prepararti per gli esami. Nessuno gli ha spiegato del tuo problema?" Chiede il preside.
"Nessuno" Scrive Niccolò, aggiungendo addirittura un punto alla fine.
"Al consiglio della vostra classe parleremo anche di questo. Però volevo chiederti a proposito di una storia che gira su di te qui a scuola. Posso?" Gli chiede cortese.

Niccolò annuisce, preparandosi all'ennesima diceria a cui tutti credono.
"Tu e Adriano Cassio siete amici no?" Chiede il preside.
Niccolò scuote la testa, ormai convinto che Adriano non voglia più averci a che fare con lui.
"Oh, dicono tutti che lo hai ucciso per questo" Spiega l'uomo.

"Non è vero. Io l'ho visto ieri e oggi era in classe" Spiega Niccolò, sulla carta.
"Oh lo so già, volevo chiederti se ti andasse di studiare privatamente con lui, visto che tutti ti impediscono di seguire in classe. Così metteresti a tacere anche quelle sciocchezze" Spiega il preside.

"Mi odia. Non mi vuole in casa sua" Racconta Niccolò.
"Non mi dirà di no. Non ti preoccupare. Supererai gli esami anche senza orale" Lo tranquillizza.
"Dai, è suonata. Torna in classe" Dice l'uomo.

***

Niccolò è tornato a casa finalmente.
L'autobus ha ritardato e il suo posto era occupato da un'uomo della disinfestazione dei topi.
Fortunatamente sua madre gli ha comprato  un'altro quaderno per "parlare" e in più gli ha fatto l'ennesimo regalo.

"Nì, vieni qua" Lo chiama in cucina Anna.
Lui arriva svelto, pronto ad ascoltare.
"Prima di tutto riecco i tuoi occhiali " Glieli porge sua madre, come nuovi dopo "lo scherzo" dei suoi amici.
"È la quinta volta che li rompi in un mese, dopo questa basta" Lo avverte sua mamma.
"Va bene" Scrive soltanto Niccolò, aggiungendo poi un grazie.

"Infine stasera ceniamo dai signori Cassio" Dice sua madre, aspettandosi di vederlo contento.
Niccolò però è tutto tranne che felice.
"Che bello" Scrive, per poi chiudersi in camera e piangere.

Dopo l'ultima esperienza, in quella casa non ci vuole mettere più piede.
Specialmente in presenza di Adriano.

-labimbasperdvta
Dato che domani non avrei potuto aggiornare questa storia, trovando del tempo libero adesso ho deciso di scrivere.
Da adesso comincerà la storia con Michelle, questi capitoli erano un po' per farvi capire la situazione tra Niccolò e il gruppo, Niccolò e la classe, Niccolò e la famiglia, Vanessa e Michelle, Vanessa e Niccolò...
Insomma tutti.
Spero di essere stata chiara per ora.

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