Niccolò è rimasto al parcheggio.
Sperando che i suoi amici si rendessero conto dell'errore e che tornassero indietro, ma così non è stato.
Così ora è sera e sta tornando a casa.Ha tutto il braccio sporco di sangue, per colpa della caduta che gli ha fatto una ferita vecchia.
Zoppica un po', ma questo non per colpa di Adriano.
Quando si è rialzato un'altro ragazzo, di un gruppo lì vicino ha avuto la brillante idea di spingerlo con tanta forza.
Ha strisciato per tutto l'asfalto, ferendosi le gambe e perdendo una bella storta.Cammina lentamente e con fatica.
Vorrebbe avere la pazienza e il tempo per poter prendere la patente e non dover più camminare a piedi, ma sua madre non glielo permette, non volendo rischiare incidenti.
Ha detto più o meno la stessa cosa quando Niccolò le ha proposto un'operazione che avrebbe potuto dargli una voce.
Anna ha detto un no categorico da subito, e suo figlio non si è mai più azzerdato a parlarne in sua presenza.Quando finalmente arriva in casa, sua madre, perde un battito.
Il pantalone strappato per la spinta, il braccio e anche quella faccia sconvolta che non è mai appartenuta a Niccolò.
"Cos'è successo?" Chiede preoccupata, facendolo immediatamente entrare.
Il ragazzo scuote la testa, non volendole parlare.Anche i suoi fratelli e Sandro vengono a vedere, rimanendo senza parole di fronte a quell'aspetto così trasandato.
"Sei andato in guerra, Nì?" Spunta dalla cicina suo cugino.
Niccolò spalanca gli occhi alla sua vita.
Ci mancava solo lui, d'altronde.
"Rimane a mangiare da noi, mi raccomando" Si avvicina suo fratello, parlandogli nell'orecchio.Niccolò sbuffa, preparandosi alla serata più brutta della sua vita.
"Vieni che ti medico" Lo richiama sua madre, già con il disinfettante in mano.
Il ragazzo si rassegna, chiudendo nel cassetto l'idea di godersi le ore rimanenti della domenica nella sua stanza in santa pace.***
Il lunedì mattina è cominciato da poiché ore.
Michelle e Vanessa sono in classe quasi per modo di dire, dato che sono impegnate nella finale di tris in classe.
La professoressa ancora non se n'è accorta, nonostante i suggerimenti dei compagni più infami e per questo le due ragazze non prestano attenzione nemmeno per controllare quando si avvicina."Cassio, vatti a sedere là" Ordina la professoressa, strappando il foglio all'improvviso.
Con uno sbuffo, Michelle, va a sedersi all'unico banco vuoto, lasciando Vanessa da sola.
"E che non ricapiti più" Aggiunge buttando la carta e ritornando alla sua spiegazione.
Così Michelle si ritrova costretta ad ascoltare, non avendo più nessun'altro vicino.Quando Orazio, il bidello, bussa alla porta, la professoressa si rassegna all'idea di non poter far lezione.
"Il professor Martini ha chiesto gentilmente se potete tenerlo con voi, dato che disturba" Spiega l'anziano.Alla vista di chi si tratta la professoressa sbuffa.
"Ancora tu? Già si parla abbastanza di te!" Dà voce ai pensieri la donna.
"Se non lo volete lo mando in qualche altra classe" Alza le spalle il bidello, vedendo la confusione.
"Mandatelo via, prof" Alza la voce Vanessa, ridacchiando.
"Entra pure e vedi di stare zitto" Minaccia la professoressa."Signora, non c'è pericolo" Scherza Orazio, per poi andare via.
"Coso, vatti a sedere vicino a Raso" Ordina la donna.
"Non lo voglio vicino, porta malattie!" Grida Vanessa, sentendo nominare il suo nome.Niccolò in completo silenzio si siede al posto di Michelle, poggiando la testa sopra le braccia, cercando di ignorare le urla della ragazza e le risatine delle altre compagne.
"Sappi che ti tengo solo perché ti manda il professor Martini, che è un'uomo eccellente" Mette la mani avanti la prof.Niccolò non la pensa proprio così, specialmente per l'ultimo trattamento che gli ha riservato.
***
Nella quinta B il professor Martini sta spiegando un'argomento, a detta sua, molto importante per gli esami, ed è molto preso dalla sua spiegazione.
In realtà è solo un supplente, ma ha avuto il compito di spiegare proprio dal loro professore, perciò non c'è niente da fare.Niccolò invece è arrabbiato.
Non solo quel professore lo stava per segnare 'assente' perché -non ti ho sentito dire presente- ma in più la sera prima ha perso il suo quaderno al parchetto, per questo oggi non può proprio comunicare.
O meglio, l'unico con cui può farlo è Josh il sordomuto, dato che conosce un po' del suo linguaggio.
A rendere tutto interessante è Adriano, che si è rifiutato di mettere il libro al centro."Tu, ripeti cos'ho detto" Ordina il professore indicando Niccolò col dito.
Il moro si guarda intorno spaesato, aspettando che qualcuno spieghi a questo professore del suo problema.
Tutti zitti.
"Eri distratto? Bene, non m'interessa. Ripeti quello che ho detto oppure ti caccio fuori" Minaccia.Niccolò abbassa lo sguardo.
"Non solo disturbi ma in più distrai anche Cassio, un'alunno eccellente!" Grida.
"Ma non ti vergogni?" Chiede a tono alto.
"Tu, non farai gli esami. Esci da questa classe, dato che quello che spiego non ti serve!" Indica l'uscita."Come ti chiami?" Chiede poi.
Niccolò vorrebbe poter rispondere, ma non è colpa sua.
"Come ti chiami?" Chiede a tono più alto.
Niccolò chiude gli occhi, volendo sparire dalla vergogna.
Prova a dire il suo nome, ma dalla sua bocca non esce nessun suono.
Il professore si arrabbia ancora di più.
"Mi prendi anche in giro?" Chiede nervoso."Come si chiama?" Chiede ai suoi compagni.
"Moriconi" Risponde Adriano.
Niccolò ci resta male, avrebbe potuto benissimo spiegare al professore la situazione.
"Gli state facendo la nota?" Chiede curioso Gianmarco.
"Sì" Risponde il professore.Adriano non riesce a trattenere un risolino, che manda in bestia Niccolò, eppure non può dirgli niente.
"Mi dispiace per te" Alza le spalle Gianmarco, battendo poi il cinque al suo compagno di banco."Tu, Morriconi, vai fuori" Indica la porta.
Niccolò vorrebbe poter dire "Moriconi, prof" però neanche questo è possibile.
Rimane fermo sul posto, non volendo perdere una lezione importante per la maturità.
"Non sto scherzando, esci!" Dice ancora marcando la parola finale."Signor Orazio" Grida chiamando il povero bidello, che era intento ad ascoltare Radio Maria, con la messa.
"Accompagnatelo in un'altra classe" Ordina.
Così l'anziano fa segno a Niccolò di alzarsi e seguirlo."Perché fai arrabbiare tutti, il comportamento incide sul voto finale sai?" Gli fa notare il bidello in corridoio.
Niccolò non risponde, camminando a passo svelto verso l'altra quinta."Non lo vogliamo" Grida il professore per poi sbattere la porta.
E così hanno fatto anche le altre classi.
"Se non ti vogliono nemmno qui, leggi il Vangelo con me" Spiega Orazio, per poi bussare all'unica quarta sul piano.
Niccolò è sicuro che non lo vogliano nemmeno lì, preparandosi già psicologicamente per la lettura.***
"Se tiri fuori un coltello ti uccido con le mie unghie, chiaro?" Lo risveglia dai pensieri la ragazza bionda al suo fianco.
Niccolò annuisce lentamente e ignora anche i ragazzi del banco dietro, che si allontanano pur di non stargli vicino."Senti, hai un fazzoletto?" Chiede Vanessa dopo un po'.
Niccolò annuisce leggermente, passandole l'intero pacchetto.
Nonostante quest'ultima lo abbia trattato male poco prima, Niccolò è comunque convinto di doverla aiutare.
"Grazie assassino" Lo prende in giro la bionda, tirandogli il pacchetto sul petto.Niccolò ignora il gesto, prende una matita dall'astuccio incustodito e comincia a scrivere sul banco, quella che alla ragazza bionda sembra essere una poesia.
"Che bella, scrivimela cosi la metto come stato WhatsApp" Ordina Vanessa passandogli il diario.Niccolò annuisce, cominciando a scrivere quella che in realtà non è una poesia.
Ma una sua creazione.-labimbasperdvta
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ti dedico il silenzio | ultimo
FanfictionNon è colpa sua. Come avrebbe potuto deciderlo? Che poi, anche se ne fosse stato cosciente, sarebbe davvero cambiato qualcosa? Avrebbe riavuto i suoi amici, una vita normale...o sarebbe andata allo stesso modo? Niccolò non lo sapeva alla sua nascita...