Capitolo 35

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1 mese dopo

I giorni sono passati.
Niccolò è tornato a scuola, nonostante uscito da poco dall'ospedale.
Ha dovuto recuperare tutto, anche con l'aiuto di Michelle.

A scuola ormai ne parlano tutti:
"Il muto si opera. Da sabato parlerà"
Hanno detto così gli studenti nel cortile.
Michelle li ha sentiti di sfuggita all'uscita, mentre Adriano la stava aspettando per prendere il bus per tornare a casa.

Non si parlano da tanto.
Adriano ha cominciato a studiare per gli esami insieme a tutti gli altri del gruppo.
Solo Niccolò se la sta prendendo con comoda.
Dopo la grossa delusione sembra aver perso vita.
Non ha voglia nemmeno di provarci, tanto sa in partenza che perderà.

Come in sala operatoria.
Due settimane ad aspettare ed erano tutti lì a dargli l'in bocca al lupo per l'operazione.
Niccolò era praticamente pronto.
Era già vestito e tutti i chirurghi erano pronti.
Anna invece lo aspettava fuori insieme a Sandro e Serena, che avrà chiesto almeno diecimila volte scusa alla famiglia Moriconi.

Michelle invece aveva salato scuola quel giorno.
Non ce la faceva proprio a sopportarne tutta quell'ansia, per cinque ore poi...
(Non so da voi come si dica, ma da me "saltare scuola" si dice: salare)

Aveva raggiunto l'ospedale solo qualche minuto dopo l'ingresso di Niccolò in sala operatoria.
Quando Serena l'ha vista lì, sul momento, si è arrabbiata, ma alla fine ha capito.
Sua figlia non avrebbe mai lasciato il moro, specialmente in quel momento.

Non passarono nemmeno venti minuti che Niccolò, però, uscì dalla sala operatoria.
Aveva lo sguardo basso, e teneva la bocca serrata.
Michelle delle parole del medico riuscì a cogliere solo una frase:

"Signora, il ragazzo non se la sente. Meglio se evitiamo "

Adesso la castana è a scuola.
È riuscita a cambiare compagno di banco finalmente, non sopportando più le continue battutine di Vanessa.

A scuola tutti sanno che Niccolò non si è operato per paura, per questo continuano a prenderlo in giro.
Anche suo fratello, che nonostante gli evidenti sensi di colpa, ha ancora un patto da rispettare.
Il professor Martini gli ha già assicurato un ottimo voto, sia per la sua ottima media e anche per tutto quello che ha fatto.

Solo in pochi, come Michelle, ci sono rimasti male quando hanno saputo che Niccolò non si sarebbe operato.
Addirittura il preside stesso ha chiesto di parlarci per provare a convincerlo, ma niente.
L'unica richiesta di Niccolò è stata quella di non parlarne più.

"Se ho rifiutato avrò avuto i miei buoni motivi " Ha spiegato, stufo di sentirsi sempre quello sbagliato.

Michelle ha provato a parlarci più e più volte, ma qualsiasi tipo di approccio sembrava una minaccia  agli occhi di Niccolò.
Che fosse la paura di fallire oppure quella di non riuscire comunque a parlare per qualche errore medico, lui non ci vuole nemmeno più provare.

A dire il vero si è confidato con qualcuno.
Ne ha parlato con suo fratello, quando la sera è tornato a casa insieme alla sua famiglia.
Ha sentito sua madre piangere e a dire il vero gli è dispiaciuto.
Glielo avrebbe gridato, se ne avesse avuto le capacità, che gli dispiaceva davvero e che la colpa non era sua.

Lorenzo lo ha ascoltato e ha capito.
Il professor Martini lo ha sempre identificato come il classico professore all'antica, chiuso nei suoi ideali e che per questo a Niccolò non era mai andato a genio.
Quando però ha saputo della minaccia degli esami, ha capito che la colpa non è del moro e nemmeno della sua paura.
La colpa è del supplente.

"Se non ti operi ti ammettiamo agli esami, Moriconi . A nome di tutti i docenti, matematica compresa"  Gli hanno detto qualche giorno prima dell'operazione.

La vicepreside aveva approvato tutto all'oscuro del preside. L'unico che probabilmente avrebbe rifiutato l'idea di levarselo dai piedi così.
Avrebbe preferito bocciarlo almeno cinque volte, ma quegli esami, Niccolò, li avrebbe passati come tutti. Almeno nelle sue idee.

"Non dire niente" Ha scritto Niccolò.
Non lo ha detto a nessuno.
Né ad Anna, né a Michelle e nemmeno alla psicologa cerca di tirare fuori la verità da quando si è saputo il tutto.

Lorenzo, anche contrario dal principio, ha semplicemente ha annuito.
Si è lasciato scappare qualcosa di fronte a Valerio, ma tenersi dentro un "segreto" così tanto decisivo non è facile. Specialmente se tutti continuano a chiederti spiegazioni.

Niccolò ora è a scuola, come sempre.
I suoi compagni lo prendono in giro, come sempre.
Ogni tanto vola qualche pezzo di carta con qualcue insulto scritto sopra, sembrerà strano ma nessuno lo aveva mai insultato su un foglio, solitamente lo facevano gridando.

"Sei completamente impazzito
-Adriano"

Il moro gli lancia un'occhiataccia.
Avrebbe potuto parlargli tranquillamente, dato che sono ancora seduti vicini.
"Parla tu che puoi"
Gli avrebbe detto sicuramente così.

Si limita comunque a stare zitto e provare a capirci qualcosa di matematica.
Non vorrebbe essere aiutato più di troppo agli esami, per questo prova a fare qualche sacrificio in più.

"Moriconi, alla lavagna" Ordina la vecchia, con un tono che non ammette replice.
Sembrava quasi che tutti ci provassero gusto a ridicolizzarlo così esplicitamente.
Con un sospiro Niccolò si alza, prendendo il gesso con la mano tremante.
Non aveva mai fatto matematica in cinque anni, cominciarla a fare a febbraio non è stata di certo una buona idea.

Comincia a scrivere la traccia, l'unica cosa giusta che è sicuro di fare.
Una volta finito guarda il tutto con aria spaesata.
"Forza Moriconi, non ho tutto il giorno" Ordina la donna,picchiettando con le unghie sulla cattedra.
Il moro sbuffa.
"Non so farlo" Scrive poco più in basso, provocando una risata generale da parte della classe.

La donna alza un sopracciglio.
Non ha intenzione di promuovere un ragazzo del genere.

"Senti. So che sei un fallito e uno sfaticato, ma se per operarti puoi scegliere, in questo momento mi dispiace dirtelo ma qui non è cosi! In aula d'esame, di fronte alla commissione esterna, io non ho intenzione di presentare una delusione come te! Chi ti credi di essere?! Prendi quel gesso e risolvi questo semplice calcolo perché tu da qui non esci! Ordini del preside!" Grida la donna.

Niccolò con lo sguardo basso annuisce.
Riprende il gessetto, guardando quella lavagna con aria schifata.
La classe si è improvvisamente ammutolita, di fornte alle urla della professoressa.

"Nic" Sente sussurrare dai banchi.
Si gira leggermente, per non farsi notare dalla donna.
"Ti aiuto io" Sussurra Adriano, dicendogli poi cosa fare.

Sotto lo sguardo incredulo della donna e dei compagni, Niccolò, per la prima volta aveva risolto correttamente un'esercizio alla lavagna.

"Giusta. Sarà contento il professor Martini" Borbotta la donna dopo il suono della campanella.
Niccolò si affretta ad uscire dalla classe, senza nemmeno ringraziare.

"Mister X, non saluti?" Ridacchia il professore.
Il moro gli rivolge uno sguardo carico d'odio.
È tutta colpa sua.

-labimbasperdvta
questo capitolo, senza nessun ordine cronologico, serviva soltanto per fare uno sbalzo temporale.
domani spero di fare un capitolo decente, anche se ho un compleanno.
buonanotte

ti dedico il silenzio | ultimo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora