Capitolo 21

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Se n'è andato.
Volatilizzato nel nulla.
Sparito.
Scomparso.
Se n'è andato.
Gli occhi bruciano, il pianto ha consumato le mie guance, i miei occhi, la mia voglia di vivere...
Quelle parole dolci, quei modi di fare... quel suo essere... perfetto.
È tutto una finzione della mia mente malsana?
I ricordi di qualche ora fa solo frutto della mia immaginazione...?
Lui qui non c'è mai stato?
Quei baci solo maliziosi pensieri?
Eppure... sento il suo profumo, percepisco ancora le sue mani sul mio corpo...
Mi sento vuoto.
Così come la stanza che mi circonda...
Mi ha reso felice, felice come mai stato... mi ha portato in alto, così in alto che potrei dire di aver sfiorato il paradiso, ma ora le miei ali sono spezzate e mi ritrovo precipitato in un calderone paragonabile solo alle fiamme ardenti dell'inferno...
Mi sento usato.
Mi sento vuoto.
Ci credevo davvero.
Che illuso...
Sono davvero così patetico...?
D'altronde cosa mi potevo aspettare...
Ci siamo baciati, ci siamo sfiorati, ci siamo guardati, abbiamo fatto sesso.
Niente amore.
Solo e soltanto sesso.
Io ho sentito qualcosa, ho percepito emozioni imparagonabili ad una semplice scopata... possibile?
E se io mi fossi...innamorato...?
Sento il rumore della porta aprirsi, asciugo subito le lacrime che scorrono ancora senza sosta sul mio viso...
"Ehi! Sono a casa!" La voce roca di Tae inonda l'abitacolo, sorridere mi è molto difficile... "Tae, amico mio... auguri!" un sorriso tirato e forzato maschera il mio dolore... dei passi felpati percorrono il corridoio.
Apre la porta.
Non so come coprire quei esili fiumiciattoli che imperterriti continuano a percorrere indisturbati le mie guance...
"Augur- cosa ti è successo?" Non riesce a concludere gli auguri perché sconvolto nota il mio viso, le mie lacrime...
i miei occhi.
"Se n'è andato..." è tutto ciò che riesco a biascicare, Tae si avvicina a me... accarezza le mie guance, asciuga le piccole lacrime che si formano agli angoli degli occhi, con le sue accoglienti braccia circonda il mio busto rigido. "Se n'è andato..." ormai è un mantra... non so se lo ripeto più a me stesso o cerco di urlarlo al mondo...
Un pianto straziante comincia a diffondersi nella camera, la solita camera che poche ore prima era riempita da gemiti d'amore...
Vorrei urlare, ma la gola è asciutta...
Vorrei scappare, ma la stanchezza frena i miei passi...
Vorrei...
Vorrei...
Vorrei... solo una persona.
"Ehi... piccolo, calmati..." Taehyung accarezza dolcemente la mia schiena con il tentativo di calmare i miei singhiozzi sempre più forti.
Sento i polmoni stretti.
La gola secca.
La testa pulsare.
La voglia di aprire le ali e fuggire è tanta.
Perché te ne sei andato?
Perché mi hai abbandonato così?
Perché, perché non ci sei tu ora qui?
Alzo gli occhi gonfi verso Tae... lui mi guarda preoccupato, non so cosa dire...
"Vuoi raccontarmi cosa è successo...?" Sussurra dolcemente Tae alle mie orecchie, ha quasi paura di rompermi.
"Abbiamo fatto l'amore... io e lui, il mio ragazzo misterioso... l'unico ragazzo che riesce a farmi volare... questa mattina era davanti a me, si stava rivestendo... il suo telefono è squillato. E se n'è...andato."
Freddamente ripercorro quelle immagini, non riesco anche solo per un attimo a sorridere, non ce la faccio.
"Gli hai chiesto almeno il nome?" Domanda di getto Taehyung... lo guardo fisso negli occhi, il dolore viene sormontato da una rabbia malsana... "secondo te non gliel'ho chiesto?! Ogni volta che formulo quella fottuta domanda, lui scappa.
Sparisce.
Mi guarda e se ne va." Mi alzo con uno scatto in piedi, abbandono le calde e accoglienti braccia del mio migliore amico e comincio a percorrere avanti e indietro la stanza, comincio a ragionare ad alta voce tutti i miei dubbi, debolezze e paure.
"Perché non vuole dirmi il suo nome? Perché non vuole farmi conoscere un pezzo di lui? Perché non riesco a dirgli quello che penso? Perché..." mi volto verso Tae, mi osserva serio... non riesco a capire i pensieri nella sua testa, ha una faccia misteriosa.
Enigmatica.
"Tae perché? Dammi una risposta, almeno tu..." lo guardo triste, abbasso lo sguardo... non voglio piange.
Non di nuovo.
"Che ne dici di una bella tazza calda di the, magari ti calmi un attimo e cerchi di distrarti un po', che ne dici?" Propone abbozzando un sorriso squadrato... continuo ad osservarlo.
Perché nemmeno tu mi rispondi...?
Annuisco, d'altronde una bella tazza di the non ha mai fatto male a nessuno, magari calma tutta la confusione che regna sovrana nella mia testa.
Ho davanti ai miei occhi tutto il vapore incandescente che rende sfocata la vista...
Il liquido marrognolo riempie la mia tazza preferita...
Ho lo sguardo fisso su questa cazzo di tazza, sento la rabbia crescere a dismisura nel mio corpo...
È uno stronzo.
Un grandissimo, enorme, emerito: stronzo.
Se n'è andato.
Prendo la tazza in mano, ingoio il liquido infuocato, la lingua brucia.
Alzo gli occhi verso Tae... "Chim tutto bene?"
No.
Niente va bene.
"Esco."
Prendo la giacca e senza pensarci due volte abbandono quella opprimente casa, devo cercare una persona.
Sbatto la porta, non saluto nessuno, mi sembra di essere su un altro pianeta...
Devo trovare una persona.
Quella persona.
Come un pazzo, mi giro costantemente in tutte le direzione in cui la strada va a diramarsi... osservo gli occhi di ogni passante, rimango incantato davanti alla quotidianità altrui...
Mi volto verso una vetrina, guardo il mio riflesso: sono io.
Capelli arruffati, maglietta spiegazzata, occhi rossi... sono io.
Un fenomeno della natura, un'energia ineguagliabile... io un essere speciale, fuori dal comune che alle 10.30 del 1 gennaio cerca senza sosta un ragazzo.
Un semplice e stronzo ragazzo.
Già... sono proprio matto.
Forse matto della vita, oppure di questo mondo.
Ormai i piedi fanno male, il freddo ha congelato la mie mani... intorno a me non c'è nessuno, il cellulare nella fretta l'ho lasciato a casa e per concludere:
Mi sono perso...
Infondo alla strada vedo una panchina, a fatica mi avvicino ad essa... devo sedermi.
Appoggio la schiena sulla superficie lignea e tiro un sospiro di sollievo, almeno ho trovato un posto a sedere...
Resto immobile, guardo la strada, le persone, tutto ciò che mi circonda. Le foglie degli alberi che accompagnate dal ventro trovano il loro posto sull'asfalto freddo... ed io rimango immobile.
Ci sono solo io.
Il vengo.
La strada.
La mia testa incasinata.
Le palpebre improvvisamente si fanno pesanti, tutta l'energia spesa nel pianto ha esaurito le mie forze che inesorabilmente chiedono di essere ricaricate, mi abbandono ad un dolce riposo su una scomoda panchina in una zona a me ignota della città...
Freddo.
Freddo.
Sempre più freddo.
Apro gli occhi si aprono di scatto, piccoli fiocchi di neve si depositano indisturbati sul mio stanco volto, guardo l'orologio al polso:
Sono le 13:00.
Ho dormito molto... ha iniziato a nevicare, forse dovrei cominciare a provare a tornare a casa... con i miei occhi scruto un'ultima volta il paesaggio che mi circonda...
C'è un ragazzo.
Il cappuccio tirato sul volto.
Indossa una felpa chiara.
È a testa bassa.
Viene da questa parte.
Cerco di sistemare al meglio il cappotto che ricopre il mio esile corpo, mi volto verso la persona che ha catturato la mia curiosità...
Lui continua ad avvicinarsi.
Non mi ha notato.
Abbasso lo sguardo, mi sono caduti i fazzoletti.
Il ragazzo continua a procedere.
Un colpo sordo.
Cadiamo entrambi per terra, lui spaventato abbassa il cappucci per vedere cosa ha combinato...
Comincio a ridere e alzo anche io gli occhi su di lui.
Non ci posso credere.
Non ci voglio credere.
Non tu.

~Ciao a tutti! Come state? Come procedono le vacanze? Come sempre se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento, noi ci rivediamo come sempre martedì alle 15:30
~Bea❤️

Euphoria                                                               ~Jikook~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora