Capitolo 28

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L'aria si fa tesa.
Sento la pressione crescere.
Non so come possa reagire.
Ho sbagliato?
Tutto si ferma.
Il mondo tace.
La sentenza è attesa.
"Ho 21 anni."
Lo sguardo non cede, continua a tenerlo fisso sul panorama... io osservo il suo volto concentrato.
Lo sta facendo.
Lo sta facendo per me.
"Ho vissuto per un anno in America."
"Davvero?" Domando sorpreso... "si, perché nella mia vita ho fatto tanti... troppi errori e non sempre avevo voglia di scontarne le conseguenze... e il motivo della mia partenza è stato proprio un errore..." lo ascolto in silenzio, ogni sua parola per me è oro.
Oro puro.
"Uno stupido, insignificante... orribile errore." La sua voce è grave, sento la rabbia crescere, le sue mani in un attimo si trasformano in pugni, i suoi occhi sono serrati, la mascella tesa.
Io... Io non riesco nemmeno a respirare.
Sento lo stomaco stringersi.
Cosa mi sta succedendo?
"Un errore che se non avessi commesso in questo momento non sarei qui. Tutta la mia vita sarebbe diversa, tutto questo è dannatamente sbagliato.
Tu non saresti qui..."
Abbassa lo sguardo.
Una lacrima scivola sul suo viso.
Sono impotente.
Non riesco a muovermi.
Le gambe sono rigide.
La bocca è sigillata.
"Prima della mia partenza avevo conosciuto una persona speciale, unica.
Una di quelle persone che appena vedi senti tutto intorno a te scomparire..."
Apre gli occhi.
Una scintilla di felicità, euforia...
Popola il suo sguardo.
Si volta verso di me, un debole sorriso rende mozzafiato il suo volto.
Un sorriso stanco, uno di quelli che ha combattuto le battaglie più difficile solo per riuscire a brillare un'ultima volta...
Uno di qui sorrisi che è andato oltre le lacrime.
Uno di quei sorrisi che ha voglia di mostrasi.
Uno di quei sorrisi che ho sempre amato.
"Qualcuno, però, ha sputato in faccia al mio amore, forse il fato che imperterrito ha sempre rovinato la vita delle persone che dopo anni trovano la tranquillità...?
Non lo so..." la sua voce diventa malinconica, in un attimo il suo meraviglioso sorriso si trasforma nella classifica smorfia di schifo nei confronti di un mondo troppo crudele...
Cosa potrei dire?
Cosa potrei fare?
Il mondo si è fermato.
La mia vita si è fermata.
Tutto intorno a noi si è fermato.
È davanti a me.
Il suo sguardo è fisso nei mei occhi.
Le lacrime scendono silenziose sul suo volto.
L'oscurità ci avvolge.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.
Mi avvicino a lui.
Io ci sono, voglio dimostraglielo.
Perché io sono qui...
Sono qui.
Con soffici passi mi avvicino alla porta delle mie mille insicurezze, alla fonte del mio inspiegabile dolore, un passo alla volta mi avvicino al declino della mia vita.
Un passo alla volta.
Le mie mani tremano.
Sono qui.
Eccomi.
Ci sono.
Con delicatezza circondo il suo meraviglioso viso tra i mei palmi tremanti, per una volta voglio essere una persona forte.
Voglio essere colui che protegge.
Voglio essere colui che cura.
Voglio essere colui che non sono mai stato.
Cancello una lacrima alla volta.
Niente e nessuno può permettersi di rovinare un capolavoro.
Il silenzio ci circonda.
Siamo solo io e lui.
Per la prima volta nella mia vita mi sento completo.
Elimino tutte le lacrime che incoscientemente scivolano lungo le sue guance.
Nessuno osa fiatare.
A cosa servono le parole?
Basta uno sguardo.
Basta una carezza.
Basta l'amore.
Basta esserci.
Inesorabilmente ci avviciniamo l'un l'altro.
Un bacio.
Le sue labbra, le mie labbra... una danza incontrollabile, le mie mani scivolano autonomamente su i suoi capelli e le sue accarezzano delicatamente i miei fianchi... lo stiamo facendo.
Stiamo volando insieme?
Nessuno può fermarci.
Noi siamo semplicemente Noi.
Un unico corpo.
Un'unica mente.
Un unico amore...?
Quando sentiamo che l'aria comincia a scarseggiare nei nostri sacchi polmonari ci stacchiamo, non stacchiamo però il nostro sguardo.
Un patto silenzioso.
Solo noi lo conosciamo, solo noi possiamo avverarlo.
Il silenzio ci circonda.
Un acuto e indistinto suono comincia a propagarsi intorno a noi.
Lo fisso confuso, lui abbassa lo sguardo e dal fianco sinistro, coperto del camice, scopre un cerca-persone che proprio in quel attimo ha deciso di spezzare una magica atmosfera... lui con fare serio comincia a leggere attentamente tutte le lettere, tutte le parole, che lentamente scorrono sul display di quel piccolo dispositivo.
In un attimo sbianca.
Cosa è successo?
"Devo andare." La voce è grave.
Il mondo mi crolla addosso.
Non di nuovo.
Non ora...
Mi sento preso alla sprovvista, cosa faccio? Lascio correre via, per l'ennesima volta, l'amore della mia vita? Aspetto, di nuovo, un incontro occasionale per riassaporare le sue labbra? Abbandono di nuovo tutto questo?
Il tempo scorre.
Lui si sta allontanando dalle mie braccia.
Succede tutto in pochi secondi.
"Aspetta." La mia voce all'improvviso torna ad essere presente, "vengo con te." Lo guardo fisso, tengo stretta la sua mano.
Non lo farò scappare così in fretta.
Non di nuovo.
"Non ti lascerò andare via ancora... io voglio stare con te, io voglio passare le ore mentre sfioro il tuo morbido viso, voglio passare i giorni ad osservare i tuoi occhi. Voglio poter assaporare le tue labbra ogni qualvolta che lo desidero, voglio sfiorare la tua pelle, voglio te.
Solo e soltanto te.
Ogni volta che scappi è una sconfitta.
Questa volta sarà una vittoria.
Ti prometto che ti seguirò fino in capo al mondo, voglio conoscerti, voglio amarti... Voglio viverti.
Io sono qui.
E sono pronto a seguirti." Con un filo di voce pronuncio queste parole, solo lui può sentirle, solo lui può capirle.
"Seguimi." Ci scambiamo un sguardo complice, ce l'ho fatta.
Ce l'abbiamo fatta.
Cominciamo nuovamente a vagare come fantasmi in questi tetri e oscuri corridoi di un edificio fondato solo sulla morte e il dolore... le nostre mani intrecciate.
Lui mi traina.
Ed io lo seguo.
Camminiamo cercando di produrre il minor numero di decibel, il suo camice si alza e si abbassa ad ogni passo che fa... il cerca-persone ha smesso di produrre frastuoni, a differenza della mia mente che ora più che mai è invasa da una rumorosa confusione.
Continuiamo a camminare.
Nel buoi riesco a malapena a leggere i vari cartelli che portano su scritto il nome del reparto o una basilare mappetta per individuare le infinite strade dell'ospedale.
Ci fermiamo.
Mi guardo in torno, dove sono?
Che reparto è questo?
Siamo davanti ad una grande porta, presenta dei vetri opachi nella parte superiore, è di colore verde scuoto, due grosse maniglie aspettano di essere spinte.
Alzo lo sguardo.
"reparto oncologico"
Il mondo mi crolla addosso.
Perché siamo qui?
Il ragazzo davanti a me, si volta...
Cerca supporto nei miei occhi.
Io ci sono.
I nostri sguardi si incatenano per qualche secondo, ci stiamo dando conforto.
"Entriamo" la sue voce è soffice, delicatamente spinge i due pezzi di gelido metallo che azionano l'operazione di sblocco della serratura.
Varchiamo la soglia.
Un muro di dolore, pianti soffocati, urlare represse contro il cuscino, parole non dette, vite non vissute...
Anime recluse.
Un muro si abbatte contro di me.
Non pensavo che sarei riuscito ad entrare in questo posto, gli anni sono passati ma le ferite sono ancora presenti.
"Mia madre è morta di tumore" le parole escono da sole, gli occhi bruciano da impazzire, il nodo alla gola rischia di farmi soffocare... perché l'ho detto?
"Avevo 16 anni... il mondo si è frantumato sotto i mei piedi, mia mamma era il mio mondo... era il mio tutto..." la voce va rompendosi.
Non voglio ripensarci.
Non voglio rivedere quei ricordi.
Inevitabili compaiono nella mia mente flash mentre io, quindicenne, camminavo per tutti questi corridoi... aspettavo di sapere il risultato delle analisi.
Lei mi teneva la mano, sorrideva.
Non aveva paura.
Io non riuscivo più a vivere.
Ed alla fine è successo.
Me l'hanno portata via.
Hanno strappato dalla mia vita, l'organo principale... il mio tutto.
La mia mamma.
Il suo viso, i suoi occhi così belli e pieni di vita fino alla fine, quei capelli così morbidi...
Il suo profumo.
Senza neanche accorgermene ci fermiamo davanti ad una porta.
"stanza numero: 721"
"Piccolo... il mondo è crudele. Nulla è giusto, nulla è onesto... ma guardami"
Mi volto verso di lui.
"Tu sei forte, forte come una roccia.
Sei una forza della natura."
Semplici frasi dette nel momento perfetto.
Il ragazzo misterioso apre la porta.
No.
Non di nuovo.

~Spazio Autrice~
Buon pomeriggio gente!
Oggi è un giorno un po' più importante degli altri, infatti è il mio compleanno!!
Però ho deciso comunque di postare, perché ci stiamo avvicinando alla fine e ogni mistero troverà risposata, posso solo dirvi che mancano davvero pochi capitoli!
Come sempre se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento noi ci rivediamo venerdì alle 15:30 con un nuovo capitolo!
~Bea❤️

Euphoria                                                               ~Jikook~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora