Capitolo 25

176 12 0
                                    

Apro gli occhi.
Respiro.
La cassa toracica di alza e si abbassa.
Il cuore batte.
Pulsa.
Sono vivo.
Mi sento vivo.
La camera è illuminata solo da timidi raggi di sole, il calore della coperta sovrasta il mio corpo.
Chissà di che cosa stavano parlando Hobi e Yoongi ieri sera in cucina...
"Perché l'hai fatto?"
"Perché volevo farlo, fine."
"Oggi... tutto... raccont..."
"Non mi interessa..."
"Perché dici questo...?"
"Lo sai come la penso... è tutto surreale..."
"Yoon... è successo."
Il suono delle loro voci risuona ancora nel mio cervello...
Ogni frase, ogni parola, ogni lettera si scontra sulle pareti della mia testa.
Questa vita è complicata.
Dannatamente complessa.
Un nodo irrisolvibile.
Stendo le braccia al di fuori del letto.
Le freddo punge la superficie scoperta della pelle... forse mi dovrei alzare...
Mi concentro su i rumori circostanti.
Dov'è il fracasso di Taehyung?
Dov'è l'odioso ticchettio delle stoviglie?
Dov'è il brusio della televisione?
Dov'è il mio migliore amico?
Perché non ci sei...
Mi manchi.
Ho bisogno del tuo sorriso squadrato.
Ho bisogno dei tuoi capelli arruffati.
Ho bisogno dei tuoi rumori mattinieri che ho sempre odiato,eppure ora mi mancano.
Ho bisogno dei tuoi abbracci.
Ho bisogno della tua voce.
Ho bisogno di te.
Mi alzo dal letto sentendo già la pesantezza di una nuova giornata crollarmi addosso.
Non riesco ad alzarmi, forse perché neanche io lo voglio...
Mi metto a sedere appoggiando la schiena sulla superficie gelida e dura del muro.
Chiudo gli occhi.
Pace.
Respiro lentamente, ho quasi paura di finire l'ossigeno.
Mi alzo.
Cammino con passo leggero per il corridoio che collega le camere da letto alla cucina.
Speranzoso cerco di percepire anche il più minimo rumore appartenere al mio alieno.
Nulla.
Silenzio.
Un assordante e triste silenzio.
Mi guardo intorno.
La cucina vuota, le tazze al loro posto, nessun piatto sporco, nessuna macchia proveniente da qualche sostanza non identificata, nessuno odore nauseabondo, nessun caffè bruciato, nessuno.
Perché non ci sei?
Speranzoso mi avvicino alla sua camera.
Spalanco la porta.
Il letto fatto.
Le tende aperte.
Nessun vestito in giro.
Lui non c'è.
Afferro il cellulare, magari mi ha scritto un messaggio...
Scorro le notifiche sullo schermo del telefono, cerco minuziosamente, controllo tutte le notifiche in ogni più minimo dettaglio.
È sparito.
Provo a chiamarlo, magari è andato a fare la spesa, oppure doveva fare delle commissioni, magari ha avuto un contrattempo ed ora si trova imbottigliato nel traffico...
Digito il suo numero.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
Non risponde...
Sicuramente sta arrivando, forse è andato a comprarmi la colazione, visto il modo con cui mi ha trattato ieri...
Anzi, sicuramente è andato a prendermi quel croissant che amo tanto, quello con la cioccolata dentro, quello con lo zucchero caramellato sopra, quello che mi piace tanto e che ogniqualvolta che lo mangio mi sporco inesorabilmente la maglietta.
Si, sarà andato sicuramente a prendermi la colazione...
Un sorriso popola il mio viso.
Comincio a tirare fuori le stoviglie, qualche piattino e metto su il caffè... decido di disporre delle tovagliette di carta sul tavolo in modo tale da non sporcare niente...
Mi metto a sedere al tavolo.
Tik.
Tok.
Tik.
Tok.
Il ticchettio incessante dell'orologio scandisce ogni secondo ingurgitato dal tempo.
Il sorriso piano piano svanisce.
Non verrà.
Non mi porterà nessun croissant.
Non si farà perdonare...
Anche perché non ha colpe.
Continuo a fissare la mia tazza preferita contenente l'amarognolo liquido che ogni mattina mi dà la giusta carica...
Non verrà.
Afferro la tazza, bevo in un attimo il caffè... oramai era freddo.
Non ho voglia di aspettare nessuno...
Perché mai dovrei?
Prendo i libri dell'università e decido che l'idea più sensata è studiare.
Dopo tutto, tra poco inizieranno nuovamente in corsi in facoltà...
Passo così la mattinata, tra una pagina di qualche mattone che mi è stato imposto di studiare.
Passo una mattinata così cercando di non pensare, o per lo meno di non pensare a quelle persone che mi causano solo emozioni negative...
Le ore passano.
Chiudo il libro.
Un assordante e stancante suono secco irrompe la tranquillità che è sovrana nell'appartamento...
Guardo il cellulare.
Sono le 13.53.
Inizierò a preparare il pranzo.
Mi avvicino al frigo, lo apro.
Non c'è niente... ed ora come faccio?
Sbuffo annoiato, apro il freezer... menomale che avevo messo da parte degli avanzi, comincio a tirare fuori le piccole scatolette contenenti il mio cibo che eviterà la mia morte, sento la pancia brontolare...
Verso tutto il contenuto nelle varie pentole, un ottimo odore si propaga in tutta la casa, l'acquolina alla bocca è inevitabile!
Comincio ad apparecchiare la tavola, dispongo le bacchette, il piatto e un piccolo tovagliolo... prendo la bottiglia d'acqua e ne verso un po' nel bicchiere, controllo il cibo, ancora cinque minuti e sarà pronto...
Intanto accendo la televisione e faccio partire un programma che in questo periodo amo seguire.
Mi metto a sedere sul divano, poco dopo però mi devo rialzare per spengere i fornelli, verso tutto il contenuto nel piatto.
Comincio a mangiare.
Guardo l'orologio: 14:12
Mastico lentamente, mi godo ogni boccone...
I sapori si mischiano nella mia bocca, il sapore di casa...
Già, il sapore di casa.
Suona il campanello.
Mi alzo velocemente e senza perdere tempo apro la porta.
È Taehyung.
"Non dire niente" interrompe tutti le milioni di domande che il mio cervello aveva cominciato a formulare, ha i capelli arruffati, le labbra rosse, tanti troppi segni rossi sul collo, gli occhi liquefatti e i vestiti sgualciti... cosa cazzo hai combinato?
"Come puoi chiedermi questo... sei scomparso, ho provato a chiamarti non rispondevi, ieri non ci sei stato tutto il giorno... te ne sei fregato di me..." sussurro davanti a lui queste parole...
Sono stanco.
Stanco di aspettare.
Stanco di illudermi.
Stanco di pensare.
"Avevo da fare... e comunque ora sono qui, vado a farmi una doccia... dopo devo uscire, prendo qualche vestito... non so quando tornerò..." il suo tono di voce è gelido.
"Tae che sta succedendo?" Domando preoccupato, non è il solito...
"Niente Jimin, tranquillo... sai il ragazzo di Instagram? Beh ci stiamo frequentato... mi ha chiesto di venire un po' da lui, è tutto stupendo, lui è stupendo..." appoggia le sue grandi mani sulle mie guance... sento un odore strano, ha fumato?
"Hai fumato...?" Chiedo incredulo...
"No, che dici?!" Scosta subito le sue mani dal mio viso... "vado a farmi una doccia."
Detto questo sparisce... di nuovo.
Sento il rumore dell'acqua...
Cosa sta succedendo?
Perché Tae si comporta così?
Perché quell'odore così strano?
Perché quel suo modo di fare?
Lo sento uscire dalla doccia, mi avvicino alla sua camera... devo parlargli.
"Tae...?" Chiedo bussando alla porta di legno che mi divide da lui. "Jimin, devo vestirmi che c'è?" Risponde con tono scocciato... "devo parlarti..." cerco di mantenere il mio tono calmo. "Ora?" Ne segue uno sbuffo, non credo che abbia voglia di parlare, o almeno, non credo che abbia voglia di parlare con me...
"Si" rispondo secco.
Sento il classico suono meccanico che mi avverte dello sblocco della porta, entro.
"Che c'è? Vai subito al punto, non ho tempo da perdere..." senza guardarmi continua ad accatastare i suoi vestiti in un borsone e con ancora un asciugamano alla vita e i capelli umidi si muove da una parte all'altra della stanza.
Deglutisco rumorosamente.
"Non capisco cosa tu abbia, perché questo cambiamento così repentino del tuo carattere e del tuo umore... non dirmi che stai facendo tutto questo per quel ragazzo...
Sta sera devi proprio andare? Ho tanto bisogno di te... sei il mio migliore amico Santo Cielo!" Concludo il discorso con voce esasperata.
Lui ferma i suoi movimenti.
Mi fissa negli occhi.
"Sono innamorato, semplicemente innamorato... dovresti capirlo, dovresti capirmi..." mi risponde con un tono deluso.
"Per una volta, una soltanto... non considerarti il centro del mondo, esistiamo anche noi... sai, quelle piccole comparse nella tua grande vita... ed ora lasciami vestire." Apre la porta dietro di me.
Il suo sguardo è...?
Non so come definirlo, indica l'uscita con il suo braccio... "Tae, per favore... ascoltami" tento "Vai via... devo finire di preparare i vestiti." Detto questo, chiude la porta.
Mi dirigo in soggiorno, aspetterò che se ne vada... devo parlargli.
Non posso certo lasciarlo andare così.
Passano i minuti.
Il ticchettio dell'orologio accompagna la mia attesa.
Sento il rumore di sblocco della porta.
È il momento.
Vedo Tae vicino alla porta ha in mano un grosso borsone, indossa un giacchino di pelle, una maglietta bianca e dei jeans strappati, i capelli scompigliati...
È bellissimo.
"Tae..." lo richiamo, lui sembra non accorgersene... è davanti alla porta dell'ingresso.
Immobile.
"Tae" provo di nuovo con voce più decisa.
Niente.
"Tae...ti voglio bene, probabilmente non te l'ho detto mai, eppure è vero... io ti voglio bene"
Lui si volta.
Ci guardiamo.
Uno scontrarsi di sguardi:
Io.
Lui.
Apre la porta.
Esce.
Sparisce di nuovo.

~Spazio Autrice~
Piano piano ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia...
Come sempre se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina o un commento noi ci rivediamo martedì alle 15:30 con un nuovo capitolo!
~Bea❤️

Euphoria                                                               ~Jikook~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora