Capitolo 18

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Era passato un mese da quando avevo rotto con Scorpius, eppure mi mancava ancora. L' ultimo periodo passato con lui mi aveva reso veramente felice, mentre ora il vuoto creato dalla mancanza di Albus e dalla sua era incolmabile. Avevo ripreso la mia vita, anche se non nel migliore dei modi: frequentavo di nuovo le lezioni, ma molte andavano male perché essendo in coppia con Scorpius, lavorare senza rivolgersi la parola era un po' difficile. Lui all' inizio non aveva preso benissimo il fatto che ci fossimo lasciati, ma nell' ultimo periodo sembrava aver compreso le mie ragioni e le rispettava. Avevo anche ripreso a giocare a Quidditch, sebbene ogni volta che salivo sulla scopa mi tornava in mente quell' agghiacciante momento. Le partite le avevamo vinte quasi tutte, dato che senza Albus Serpeverde non era tanto forte, ma le vittorie non mi rallegravano più di tanto. Tutti i giorni, ovunque andassi, mi portavo dietro un alone di tristezza, che non sarebbe svanito fino al risveglio di Al. La mia famiglia viveva nella speranza e aspettava il momento in cui mio cugino avrebbe riaperto gli occhi, ma io non ero tanto sicura che sarebbe successo. Dopotutto era in coma da un mese e mezzo e i dottori del San Mungo non vedevano miglioramenti.
Essendo aprile, si stava, inoltre, avvicinando il giorno del mio compleanno e sapevo che le mie amiche avrebbero organizzato qualcosa per me e questo mi spaventata, perché ogni volta che si mettevano loro tre insieme, non usciva mai niente di buono e soprattutto niente che fosse nel mio stile. Personalmente avrei preferito festeggiare facendo un giro con i miei parenti e amici a Hogsmeade, passando dai Tre Manici di Scopa per una burrobirra e una fetta di torta, ma per Dominique, Lily e Lydia non era nemmeno in questione. Loro avrebbero sicuramente organizzato una mega festa, invitando metà scuola alla quale a malapena avrei partecipato.
Come lo sapevo? Semplice. Una mattina, ero scesa in Sala Comune prima di andare a lezione e avevo visto sul tavolino di fronte al caminetto un rotolo di pregamena lungo quanto il corridoio della Sala Grande, con un titolo a caratteri cubitali : COMPLEANNO ROSE e sotto una lista lunghissima di nomi, molti dei quali non sapevo nemmeno chi fossero. Ovviamente con loro avevo fatto finta di nulla, primo perché sapevo che ci tenevano ad organizzarmi una bella festa e secondo perché se anche avessi protestato non mi avrebbero ascoltato e avrebbero continuato a fare di testa loro. La mia unica speranza era che molta della gente rifiutasse l' invito perché aveva già altri impegni, ma temevo che non sarebbe successo.

***

Sapevo solo una cosa. Pioveva. Sentivo le gocce che sbattevano contro la finestra della mia camera e, per quanto amassi la pioggia, mi stava veramente infastidendo. Quella notte avevo a stento chiuso occhio perché la sera prima ero rimasta sveglia fino a tardi per ripassare gli argomenti di un esame complicato di Artimanzia e alla fine avevo avuto una crisi isterica, avevo chiuso i libro e me ne ero andata a dormire. Sfortunatamente quella sera non stavo particolarmente simpatica a Merlino e agli altri maghi lassú, perché appena mi ero addormentata avevo sognato di essere legata con delle corde invisibili e di venire gettata nel Lago Nero, dove la Piovra Gigante faceva colazione col mio corpo. Inutile dire che mi ero svegliata di soprassalto, sudando freddo e da quel momento non avevo più chiuso occhio. Perciò la pioggia che infuriava contro la finestra quella mattina, stava veramente urtando i miei nervi. Non sapevo che ore fossero, ma decisi che non ne potevo più di starmene sdraiata sul letto, così afferai la divisa, la indossai e, dopo essermi data una sistemata, uscii dalla camera, per dirigermi in Sala Comune per dare un' ultima ripassata prima della lezione. Mentre mi godevo il calore del camino sulla poltrona, con l'enorme volume poggiato sulle ginocchia, una figura dai capelli rossi e sparati in tutte le direzioni scese le scale dal lato maschile del dormitorio.
"Ehi Rosie, anche tu qui?"
"Hugo, ma buongiorno. Mi stupisce vederti sveglio così presto, di solito sei uno degli ultimi a raggiungere la Sala Grande."
Mio fratello si sedette sulla poltrona proprio davanti alla mia, quindi decisi che, siccome era un bel po' che non scambiavo qualche parola con il mio fratellino, quello era il momento giusto per chiudere il libro e rivolgere tutta la mia attenzione a lui.
'Be' sai com'è, a volte anche io ho degli esami da fare e l' ansia mi stava logorando lo stomaco, così ho deciso di alzarmi, proprio come te." Afferrai il sarcasmo nella sua affermazione e gli feci una smorfia, proprio come quando eravamo piccoli. Lui sorrise e dopo un attimo di silenzio mi chiese:
" Comunque tu come stai Rosie? " Mi aspettavo quella domanda, anche se dentro di me speravo che non arrivasse mai. Ultimamente nessuno mi chiedeva più come stessi perché o rispondevo che stavo bene oppure mi ammutolivo e la tristezza mi assaliva e la risposta era ben visibile senza che io dicessi niente. In questo caso, però, era diverso, perché a chiedermelo non era un professore o un' amica, ma era Hugo e sapevo che con lui potevo essere sincera, sempre.
Il nostri rapporto, a dirla tutta, era un po' strano. Nonostante fossi io la maggiore, all' apparenza lo sembrava lui, perché mi superava in altezza di ben 20 centimetri, però quando eravamo insieme solo noi due, questa differenza non c'era. Sapevamo di poter contare sempre sull' appoggio dell' altro e spesso lui si dimostrava anche più maturo di quanto non fosse, perciò confidarsi con lui era anche piacevole.
"Sinceramente? Non lo so. Ci sono giorni buoni e altri meno. Il fatto è che Albus mi manca veramente tanto. Ero abituata a fare tutto in sua compagnia e da un mese a questa parte ogni volta che mi giro per guardare nella direzione dove di solito stava lui e vedo il vuoto, ho un colpo al cuore. Però voi mi aiutate davvero tanto. Nei giorni buoni la malinconia si affievolisce grazie alla risata che mi strappate facendo qualcosa di stupido o alla Weasley come vostro solito.
Nei giorni meno buoni, invece, la tristezza è più difficile da far passare e mi sembra che il tempo non passi e mi assale il pensiero che Al non si risveglierá più. Inoltre sento tanto anche la mancanza di Scorpius. Nella mia testa continuo a ripetermi che ho fatto la scelta giusta, ma più il tempo passa più me ne pento. Ormai però è tardi per tornare indietro e lui avrà già trovato qualcuno di meglio che non gli spezzi il cuore come ho fatto io. "
Dopo che ebbi parlato Hugo si alzò dalla poltrona e mi venne incontro, abbracciandomi forte, per darmi quel poco conforto che in quel momento mi serviva. Poco dopo tornò a sedersi e, guardandomi serio negli occhi, mi disse:
" Posso dirti una cosa da fratello a sorella? Sei proprio stupida. Per quanto mi costi ammetterlo, perché dai lui è un Serpeverde e un Malfoy, Scorpius ti rendeva veramente felice, ti rendeva una Rose diversa, ma diversa in meglio. Quando stavi con lui avevi sempre il sorriso, eri solare e ovunque andassi portavi con te un po' di quella tua gioia. Lo so che hai preso la decisione di farla finita perché vederlo ti faceva pensare ad Albus, ma ormai è passato del tempo e hai elaborato la cosa, quindi penso che non ci sia più motivo perché voi non stiate più insieme. In più posso assicurarti che lui non ha visto nessuna ragazza in questo periodo. Sta aspettando solo te, Rosie. Miseriaccia se hai cambiato quel ragazzo. E puoi stare tranquilla perché le mie fonti sono più che ottime. " detto questo sorrise, si alzò, mi diede un bacio sulla fronte e disse:
" Bene io ora vado che ho Trasfigurazione alla prima ora e non voglio fare tardi se no la McGonagall mi ammazza. Ti prego, pensa bene a quello che ti ho detto. Ti voglio bene. " e sparì dietro al quadro.

Pensai a lungo a quello che mi aveva detto Hugo e alla fine decisi che, in fondo, aveva ragione. Il problema, ora, era come fare a sistemare le cose con Scorpius. Improvvisamente le mie amiche scesero le scale e vedendomi lì seduta con sguardo assorto mi vennero incontro.
"Rose, ti senti bene o vuoi che chiami un medico?" Lily mi riscosse dai pensieri con il suo solito tatto.
" Si, no, cioè sto bene, non voglio il medico, ma grazie per il pensiero." risposi io.
" Cosa ci fai qui tutta sola? Noi ci aspettavamo di doverti tirare giù dal letto come al solito. " disse Dominique.
" Non ero da sola, fino a poco fa c'era qui anche Hugo, abbiamo parlato e poi circa cinque minuti fa è andato via. " feci io guardandole con uno sguardo che presumo le che le convinse che stavo bene e che non mi serviva un medico, perché loro mi alzarono di peso dalla poltrona e mi trascinato o in Sala Grande.
" Ti prego, dimmi che non sei scesa in Sala Comune per ripassare ancora Artimanzia. Giuro che se ti sento ancora ripetere quella materia ti uccido e lo faccio sembrare un incidente." Lydia non sembrava particolarmente dolce, perciò, per il bene della mia salute, decisi che non avrei più nominato quella materia in sua presenza per il resto del giorno. Sorrisi, perché in fondo, quella si stava rivelando una bella giornata.

A pranzo, dopo che avevo affrontato l' esame, che si era rivelato anche più semplice di quando mi aspettassi, decisi di dire alle mie amiche la decisione presa quella mattina dopo aver parlato con Hugo.
"Non ci posso credere! Noi tre te lo diciamo da due settimane che dovresti mettere a posto le cose con Scorpius e tu ci hai sempre ignorato. Adesso arriva Hugo che te lo suggerisce una volta e tu cambi idea? Sei incredibile."
Dominique mi stava praticamente insultando, ma chiunque poteva notare che sulle sue labbra c'era un sorriso. Le altre due sembravano d'accordo con lei, però tutte erano visibilmente contente che io mi fossi decisa a cambiare idea.
" Il problema è che non so come fare. Non voglio che sia qualcosa di troppo scontato o sdolcinato. Voglio che sia vero e sincero e che lui lo capisca. Voglio veramente mettere a posto le cose." confessai io. Loro tre si scambiarono uno sguardo, come se sapessero qualcosa di cui io non ero a conoscenza, ma nessuna disse niente.
" Voi si che siete d' aiuto ragazze. " ripresi.
Nessuna risposta. Mi sembrava di star assistendo ad una conversazione silenziosa. E la cosa cominciava a darmi sui nervi. Così decisi di alzarmi e andare in biblioteca per portarmi avanti con i compiti , dato che domani sarebbe stato il mio compleanno e non credevo che la mia famiglia mi avrebbe lasciata studiare.
Una volta arrivata vidi Hugo parlare con dei suoi amici e decisi di raggiungerlo.
" Ehi fratellino, com' è andata Trasfigurazione?
" Benissimo. La McGonagall mi ha dato Oltre ogni previsione! " rispose allegro, ma guadagnandosi un rimprovero dalla bibliotecaria. Incredibile quanto fosse vecchia quella donna, c'era già ai tempi di mamma e papà e più passava il tempo più diventava esigente del silenzio nella sua biblioteca.
" Sono contenta per te, davvero. E volevo anche dirti che seguirò il tuo consiglio. Ho intenzione di sistemare le cose con Scorpius."  Lui mi sorrise e poi mi diressi verso il mio angolo preferito, dove, dopo aver preso i libri che mi servivano, cominciai a studiare.

Dopo diverse ore mi resi conto che l' ora della mia festa a sorpresa si stava avvicinando e che avrei fatto meglio a dirigermi  verso la Sala Comune, dove si sarebbe tenuta. Veramente, le mie amiche non sanno per niente essere discrete. Mentre camminavo sperai con tutta me stessa che quel compleanno mi avrebbe portato qualcosa di buono.








Spazio autrice
Avete il permesso di uccidermi. Sono sparita per mesi interi per due ragioni : la prima è che il tempo libero che ho a disposizione quest' anno non è ridotto, di più. In secondo luogo perché non avevo nessuna idea per questo capitolo che, detto sinceramente, fa anche un po' schifo ai miei occhi. Comunque ringrazio chiunque vorrà continuare a leggere questa storia nonostante tutto, siete fantastici. A essere sincera per un po' non avevo nemmeno voglio di scrivere e questa storia è proprio passata in secondo piano, ma ultimamente mi è tornata e voglio rifarmi del tempo perduto. Perciò rimanete connessi.
Bacini 💋
Lara✳️

So bad , So good - Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora