One.
La Julliard; sogno di quasi tutta la popolazione Americana, vero?
Ebbene si, in quanto cittadina Americana anche io ho questo sogno.
Avevo provato svariate volte, prima di allora, a provare ad entrare, fallendo miseramente.
Non sei legiadra nei passi, mi avevano detto. E come negare che, in quel momento, persi le mie speranze e mi promisi che avrei rinunciato, andando poi a lavorare nel pacifico di mio padre.Ai miei avevo detto che non avrei più ballato, ma la verità era che continuavo a farlo, inconsciamente.
Era un lunedì mattina, e io camminavo verso scuola a passo svelto, in quanto ritardataria. Era quasi sempre così, per la differenza che certe volte la camminata si trasformava in una corsa.
Quel lunedì il cielo, stranamente, era nero, quasi pece. E come mio solito, il ricordarmi del ombrello era troppo per la mia mente. Ovviamente.
Grazie alla piccola corsetta che feci, riuscii ad arrivare a scuola, più o meno, puntuale.
Gli alunni erano ancora fuori, e questo mi preoccupò.
Fermai una persona a caso, rivelando, con mio dispiacere, che fosse Calum.
"Che succede?" gli chiesi.
Calum, provavamo un odio reciproco, fin da quando avevamo quattro anni.
Non si era mai scoperto il perché, ma... non ci sopportavamo.
"A capirlo, moscerino. Sai, hanno messo dei professori all'entrata. Tipo cani pronti ad abbaiare se provi ad entrare" spiegò puntando il suo sguardo su di me.
"Sempre nell'idea di non voler fare un giro sulla mia giostra?" ammiccò.
"Oh, e prendere qualche malattia? No grazie. Anzi, perché non provi ad entrare? Così ti sbranano e tu non esisterai più" risposi di rimando.
"Vuoi forse dire che se non avessi scopato con tutte, ci saresti?" mise una sua mano su una mia guancia.
"No" proferii prima che un altoparlante ci stonò.
La voce della preside cominciò a disperdersi nell'aria, informando che ci sarebbe stata una settimana in cui non saremmo dovuto andare.
Un urlo, partito da Calum -che mi stonò-, mi fece spaventare.
Evidentemente tutti sarebbero rimasti a casa a dormire, tranne me.
Papà mi avrebbe, di sicuro, fatta svegliare alle cinque di mattina. La cosa non mi piaceva affatto.
"Ci voleva un po di vacanze" mi disse Calum.
"Non rivolgermi la parola" cambia, improvvisamente, umore. Ero diventata infastidita, si. Ma penso che Calum portia fastidio a tutti.
"Sei strana, ragazza" disse prima di andar via. Feci retromarcia indirizzata verso casa.
Il tratto non durò molto ma, con mia fortuna, venne a piovere.
"Grandioso" sussurrai.
Dopo poco, la pioggia non batté più su di me. Mi girai, cercando di capire perché su di me non pioveva più.
Nel girarmi, andai a sbattere contro un petto, perdendo l'equilibrio.
Due braccia mi avvolsero non facendomi cadere. Ringraziai chiunque fosse stato.
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So Disconnected || Calum Hood
Фанфик"Lo farai senza il mio volere" - "Feriscimi" dico, "Feriscimi con un bacio" puntualizzai.