10.
"Luke, giuro che la prossima volta che inviti quella cosa di plastica a casa ti castro" urlai dopo aver chiuso la porta dietro alle spalle di Lucy, una ragazza troppo generoso. E quando parlo di generosità di certo non parla di caritá.
"È venuta lei di sua volontá, senza chiedermi il consenso" si giustificò.
Quando ero scesa per prendere un bicchiere di acqua avevo trovato Lucy attaccata a mio fratello in un vano tentativo di farlo eccitare e fare quello per cui era venuta.
E avevo creato la furia totale, nessuno doveva permettersi di stare così vicino a lui, solo io.
Non ero gelosa, ma sapevo che mio fratello era troppo timido per dirgli che non avrebbe fatto nulla con lei.
"Ma ora mi perdoni?" fece il labbruccio. "Non sono arrabbiata con te, ma non farmi trovare più una persona del genere. E ora muoviti, abbiamo scuola tra poco" dissi.
Portai lo sguardo su l'orologio notando che erano appena le 7:45, tra un ora esatta saremmo dovuti entrare.
E di certo era meglio non fare tardi dopo giorni di pausa per disinfestazione.
-
Avevo deciso che nell'ora di storia avrei dormito un po, la notte precedente mi fu difficile dormire serena, in quanto avessi avuto un incubo.
Il telefono, posto sopra al banco, vibrò.
Sbuffai prima di leggere il messaggio.
"Esci"
E ora Calum mi dava anche ordini, incredibile!
Alzai la mano e chiesi alla prof di poter uscire, avendo il suo consenso in fine. Appena uscita una mano, quella di Calum, mi afferrò per il braccio e mi trascinò fino ad un ripostiglio. "Calum, non qui" grignai tra i denti, troppo tardi.
Il moro mi trascinò dentro.
Appena chiuse la porta sentii le sue mani sulle mie guance e le sue labbra sulle mie. Dopo brevi secondi, Calum, sospirò.
Lo desiderava davvero così tanto?
Non potetti che far scontrare le nostre labbra e dopodiché le nostre lingue.
Portai le mani sui gomiti avvicinandolo.
Approfondemmo ulteriormente il nostro bacio. E sentii che era un bisogno, quello di bramare le sue labbra, di assaporarle e sentirle mie.
Ci staccammo e, dopo un fugace sguardo, Calum uscì.
Guardai la porta e respirai a fondo.
L'aprii con furia e presi, per mia fortuna il braccio di Calum -che era immobile.
Lo sbattei contro la porta.
"Cosa ti prende? Non puoi trascinarmi qui e fiondarti a capofitto sulle mie labbra" urlai.
Il ragazzo, sentendo il tono, forse, troppo elevato, mise un dito sulle mie labbra.
"Non mi hai fermata, moscerino" sussurrò.
"Sai essere davvero odioso, Cal. Insomma, mi stai sconbussolando"
"È un modo alternativo al ti amo?" chiese.
"Dio Cal, no! Io non ti amo e mai succederà. Sei odioso da far schifo"
"Jude, ti è piaciuto il bacio?"
Cacciai tutta la tensione accumulata in quei pochi minuti. E cosa avrei dovuto dirgli? Che non mi era piaciuto? Avrei dovuto mentire? Ma forse era giusto così.
La campanella suonò.
"No" mentii.
"Perché non hai opposto resistenza allora?" chiese.
"Devo andare a lezione" dissi. Lo spinsi delicatamente di lato per poi bloccarmi.
"Che succede?" mi chiese. Mi gira verso lui.
"Si" bisbigliai prima di uscire.
Pov Valery
Lisciai il vestito prima di alzarmi da quelle scomode poltrone del treno.
Dopo aver preso la valigia, scesi dal lungo veicolo.
Guardai a destra e sinistra prima notare un signore con un cartello in mano.
Sorrisi quando mi accorsi che, sul cartellone, c'era scritto il mio nome.
Era stata dura la scelta di andare in Australia, lasciare la mia famiglia, il mio ragazzo e i miei gatti... ma non avevo molta scelta.
"Ciao" mormorai all'uomo ,poco più alto di me, con il cartellone. Aveva un cappello color prugna che non lasciava fuoriuscire in ciuffo capelli, degli skinny jeans e una maglia con il simpaticissimo logo dei Nirvana.
"Sei Valery?" chiese.
Annuii un po timorosa e impaurita dal suo essere rude. Ma dovetti ricredermi quando, improvvisamente, avvolse il mio corpo tra le sue braccia. Lo trovai un gesto... strano.
"Sono Michael, ma puoi chiamai Mike" si presentò prendendo il trolley tra le mie mani. Cominciammo a camminare in silenzio religioso.
"Scusa se ti ho fatto saltare scuola"
Volevo assolutamente scusarmi per questo, non era giusto saltare una cosa così importante per... me.
"Non importa" mi sorrise.
"Com'è la gente qui?"
"Bè, Val, è normale" guardò avanti.
Notai i suoi occhi illuminarsi.
"Ti va di fare una rapina?" chiese. Sgranaii gli occhi.
"Allora, il piano è questo: tu distrai la bambina e sua madre, io rubo il suo orsacchiotto" spiegò.
Lo guardai stralunato. "Ho capito, ho capito. Non ti va" rise.
"Se tutti sono come te, qui, nessuno è normale" dissi.
"Oh fidati, qui è peggio" ridemmo.
La frase in se non faceva ridere, ma la sua risata era contagiosa. Mi accorsi della maestosa bellezza del ragazzo prugna, avremmo restaurato un ottimo rapporto di amicizia. O almeno speciale, in quanto fossi antisociale.
Arrivammo solo dopo un ora di traffico davanti ad un giardino ben curato.
"Benvenuta a casa"
Pov Jude
Odio il mio essere debole, mi fa sentire così male con me stessa.
Vidi un ciuffo biondo e due oceani.
Non poterti non notare i suoi occhi lucidi e una ragazza prendersi gioco di lui.
Camminai verso di lui a passo svelto. Tutto mi fu più chiaro quando sentii un "illuso" da parte della ragazza. Mi sentii io male al posto di mio fratello, in fondo, eravamo un tutt'uno io e lui.
Quando misi la mano sulla sua spalla fece scivolare una lacrima.
"Sei solo un povero gay" urlò la stessa ragazza prima che Calum la cacciasse via.
"Che succede?" chiese Calum allarmato. "Nulla..." rispose mio fratello con voce rotta. Lo abbracciai. "Oh Lucas" sospirai.
"Non pensare a loro, tu sei superiore a lui" cercò di incoraggiarlo Calum.
La trovai una cosa carina, la sua. "Ti va di andare a casa?" chiese Calum. Aggrottai le sopraciglia.
"Abbiamo altre due ore" gli feci accorgere. Ma, per mio malgrado, lo sapeva, e anche bene.
"Conosco un'uscita secondaria" ci informò.
È solo un capitolo di passaggio.
Questa volta continuo solo a 40 commenti e minimo 150 e massimo 400 apprezzamenti. (Cioè: i mi piace)
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So Disconnected || Calum Hood
Fanfiction"Lo farai senza il mio volere" - "Feriscimi" dico, "Feriscimi con un bacio" puntualizzai.