Capitolo 9

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La verità è una questione di circostanze. Non è sempre uguale per tutti, ogni volta è diversa. Vale anche per me.
-Natasha Romanoff [1]



18 agosto 2018, Ala medica, Complesso degli Avengers, Upstate New York

-... sì... sì, la zia Nat sta bene... Lila mi passeresti la mamma ora? Grazie...

Clint le fa una linguaccia in risposta alla sua improvvisa ilarità, approfittando della distrazione per sistemarsi meglio contro i cuscini della sua branda, tirando accidentalmente la cannula della flebo nel movimento sopprimendo un lamento dato dal fastidio, rischiando di far precipitare sul pavimento il mazzo di rose abbandonate sul comodino.

-Ehi, fai piano... -la riprende Clint all'istante, chiudendo la conversazione appena terminata con Laura, accorrendo in suo soccorso prima che si strappi via gli aghi e i tubicini che entrano ed escono dalle sue braccia, agevolandole i movimenti sistemandole meglio il cuscino sotto la testa e spostando i fiori al centro del mobiletto salvandoli dal bordo.

-Secondo te, Tony per quanto altro tempo mi terrà in osservazione? Sto bene... -sbuffa scocciata sprofondando di nuovo con la testa contro il cuscino, spostando le gambe per fare posto a Clint sul fondo del materasso.

-Un altro paio di giorni, prima vuole capire se le tue onde cerebrali sparano a mille perché sforzi il tuo cervello a ricordare, o se invece l'anomalia è data da un motivo un po' più serio. -ribatte Clint per l'ennesima volta sospirando con gli occhi al cielo. -Non pensarci, ti procuri solamente un mal di testa e basta.

-Sai, è difficile non pensarci... non so perchè ho sparato a Nick, ma so che al Cimitero stavo aiutando il mio aggressore... e lo aiutavo per colpa dei reset, altrimenti non me lo spiego... e in tutto questo, al Cimitero c'eri tu, Steve e Bucky... -spiega tradendo una nota esagitata nella voce, sforzandosi di non gesticolare troppo per non tirare di nuovo la cannula della flebo, bloccandosi a causa di una fitta particolarmente forte che sembra spaccarle in due la testa, portandosi istintivamente le dita alle tempie massaggiandosele. -Perché c'era Bucky, Clint?

-Ci ha dato una mano a rintracciarti, è lui che ha addestrato Novokov. -la aggiorna spiccio eludendo il suo sguardo, chinandosi verso la pediera sfilando la cartella clinica controllando le analisi e i dosaggi dei farmaci. -Il mal di testa come va? Aumento gli antidolorifici?

-Non sballare i dosaggi, sto bene. -replica irritata dall'apprensione generale che tutti provano nei suoi confronti... avevano giocato di nuovo con il suo cervello, non era la prima volta che capitava, e tutto ciò che Natasha desiderava era fingere che non fosse mai accaduto. -Tu piuttosto, non dovresti essere in palestra ora?

-I ragazzini arrivano ad allenarsi dopo pranzo, al momento in palestra c'è Cap con Wanda, Visione e Lang. -la istruisce velocemente riponendo la cartelletta al suo posto. -Ho la mattinata libera, sparisco dopo pranzo quando arrivano Kate, Peter e tutti gli altri[2].

-Per questo Tony si palesa solo di mattina e Steve mi fa gli agguati dopo pranzo? -chiede delucidazioni su quelle dinamiche interne al Complesso a lei estranee, sopprimendo una fitta al pensiero che lei ha solo una vaghissima idea del dove abbia vissuto e del come abbia trascorso l'ultimo paio d'anni.

-Esattamente. -afferma Clint annuendo con il capo, distendendo meglio le gambe sul bordo del materasso. -Altri dubbi esistenziali?

-Dove sono stata nell'ultimo paio d'anni? Dove sono stata di preciso... -tenta di spiegarsi mentre la frase le muore in gola, collegando lentamente i dettagli caotici che le invadono la mente, tacitamente grata che Clint si fosse preso le ultime mattinate per aiutarla a fare ordine nel guazzabuglio incoerente delle sue sinapsi.

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