Epilogo

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Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita.
- Oscar Wilde



21 ottobre 2018, Resistenza sicura Barnes-Romanoff, Montmartre, Parigi

Okay ha deciso, ora o mai più... sono solo passati sessantadue anni dall'ultima volta.

James controlla per l'ennesima volta che Natasha sia ancora stesa sul divano, soffermandosi ad osservare la sua espressione concentrata mentre sfoglia l'ultimo giallo comprato in libreria con Liho acciambellato sullo stomaco a farle le fusa.

-Cos'hai da fissare? -lo interpella a tradimento spiandolo da sopra il dorsetto del libro, assottigliando lo sguardo mentre James deglutisce a vuoto preso in contropiede.

-Non ti stavo fissando. -si giustifica con il sorriso sulle labbra, ottenendo un mugugno accondiscendente in risposta. -Hai già capito chi è l'assassino?

-Ho solo letto le prime cinquanta pagine... anche se ho un sospetto fondato. -ride divertita, scacciandolo con un cenno della mano. -Se continui a fissarmi non riesco a concentrarmi, trovati qualcosa da fare e sparisci in un'altra stanza per favore.

-Agli ordini. -replica allo scherzo defilandosi nel corridoio d'entrata, tranquillizzandosi nell'avere il via libera sapendola impegnata.

Apre il cassetto di sinistra del bancone aspettandosi di vedere la scatolina di velluto in bella vista, restando interdetto quando non la trova da nessuna parte nonostante fosse convinto di averla abbandonata lì, iniziando a rovistare nel cassetto con ansia crescente... perchè non può averlo perso, Rebecca lo ammazzerebbe, prefigurandosi il fantasma della sorella a perseguitarlo negli anni futuri.

-Amore, che cerchi? -la voce di Natasha giunge tempestiva dal salotto, rendendosi conto che nella foga di rovistare tra le cianfrusaglie, aveva iniziato ad imprecare a mezza voce facendo una confusione allucinante, spazzando via i suoi buoni propositi di coglierla di sorpresa.

-Le sigarette. -risponde d'impulso non sapendo inventare di meglio, ritrovandosi il pacchetto ancora sigillato tra le mani.

-Cassetto di sinistra, in fondo... impossibile sbagliare. -interviene Natasha efficiente con tono annoiato, voltando la pagina del libro con un leggerissimo stropiccio di carta, tentennando un paio di secondi prima di concludere l'affermazione lasciata in sospeso con la voce colorata dal dubbio. -Dovresti saperlo, sei tu quello che fuma tra i due.

-Si, lo so... -lascia cadere la risposta nel silenzio stringendo il pacchetto tra le dita, il cervello ridotto ad un disco rotto con la puntina inceppata nel pensiero assillante di aver perso l'anello di sua madre... e Liho lo distrae inopportuno, infilandosi in mezzo alle sue gambe miagolando a gran voce, reclamando le coccole.

-Liho, non è il momento... -afferma scocciato sovrappensiero, realizzando con un secondo di ritardo che se il gatto l'aveva raggiunto a dargli il tormento, ciò significava che Natasha si era alzata dal divano e lo stava raggiungendo.

-Tu hai una seria dipendenza da nicotina. -annuncia con voce sempre più vicina, riuscendo stranamente a percepire il rumore dei suoi passi in avvicinamento, oppure quella era solo suggestione data dal panico del momento.

-La nicotina e al secondo posto, prima ci sei tu. -glissa riavviando il suo sistema operativo, pescando dal cassetto un pacchetto di fiammiferi per consolidare l'alibi, insultandosi da solo perchè non aveva davvero idea di come gli fosse uscita una risposta del genere con dei livelli di diabete fuori misura ed imbarazzanti soprattutto per lui.

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