Capitolo 10

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19 dicembre 1991, Red Room - Base operativa, Mosca

A Yelena fanno male le punte dei piedi, ma continua imperterrita a martoriare il parquet della sala da ballo con più cattiveria di quella necessaria, risuonando con passi pesanti contro il legno volendo sfogare tutta la sua rabbia e pianto represso... sa di non poter concedersi di versare delle lacrime liberatorie, così opta per il sangue, arrivata a quel punto le basta solo che qualunque cosa fuoriesca da lei porti via anche il dolore che alberga nel suo cuore.

Si sforza con tutta se stessa di cancellare dalla propria testa l'immagine del telegramma recapitato quella stessa mattina dalla Siberia, imponendosi di dimenticare il suggerimento velato da parte del Dipartimento X che informava lei e la sua insegnante della decisione di mettere sotto ghiaccio tutti gli operativi restanti, che ora restavano in campo solo loro due e per forza di cose dovevano arrangiarsi nel guardarsi le spalle, deducendo che le avevano abbandonate in balia degli eventi... reduci da un tradimento che aveva lasciato bruciature profonde in tutto il Leviathan, disgregando i pochi rimasti, ovvero quelli che non erano finiti sotto tre metri di neve in quella lotta fratricida indetta dalla Traditrice.

Yelena reprime il singulto al pensiero di Tania sepolta sotto la neve fresca, al seme che la Zarina aveva impiantato dentro di lei ed il come esso fosse germogliato silenzioso ed invisibile fintanto che non aveva intrecciato le sue radici con quelle del loro Maestro... la ragazza trovava semplicemente sconcertante la quantità di persone che Natalia era riuscita a corrompere con un sorriso affabile ed una parola gentile, instillando nelle menti altrui l'idea malata che ognuno era artefice del proprio destino. Yelena si reputava abbastanza intelligente da vantarsi di non essere caduta nel tranello, ergendosi a mente superiore, conscia che la sua vita iniziava e terminava al volere ed ai capricci dei suoi padroni... per Tania era stato così, i Capi avevano logicamente sradicato una mela avvelenata per placare l'infezione che di quei tempi proliferava come una pestilenza mortifera tra le fila del Leviathan, del KGB e di qualsiasi altra organizzazione in cui erano riusciti ad infiltrarsi.

Si impone di non pensare e perdersi in elucubrazioni mentali di dubbia entità e scopo, evitando accuratamente di soffermarsi troppo a lungo sul fatto che probabilmente anche lei morirà molto presto... sopprimendo la paura che le riscuote le viscere ormai da giorni, perché è perfettamente consapevole che una Vedova Nera non ha paura di niente, ma anzi, ride spudoratamente in faccia alla morte.

Yelena continua a pestare il parquet ma con grazia sempre più decrescente, danzando scomposta ed incurante della maschera di perfezione a cui aveva gradualmente rinunciato da quando aveva indossato le scarpette da ballo, concedendosi di fregarsene se oltre il vetro specchiato c'è Madame B che studia ogni suo più piccolo passo sgraziato, ogni minuscola discrepanza emotiva che traspare dal suo volto e contempla –probabilmente schifata– le sue caviglie deboli che si storcono facendole abbracciare il pavimento.

L'aveva raggiunta solamente una volta che la sua schiena aveva toccato terra e lì era rimasta, pungolandola allo stomaco con il bastone da passeggio con la stessa flemma con cui si valuta se un animale è ancora vivo o morto, studiandola dall'alto con fare intimidatorio ordinandole di rimettersi in piedi una volta appurato che lei era cosciente, infliggendole una bastonata allo stomaco quando Yelena ignora bellamente gli ordini limitandosi a rannicchiarsi in posizione fetale accusando il colpo, nascondendo tra le ginocchia i lucciconi che le si erano formati agli angoli degli occhi... minacciando di trasbordare, nonostante sia perfettamente consapevole di non poterselo assolutamente permettere.

-Ho detto in piedi.

-Perché? -aveva replicato Yelena con tono a tratti capriccioso, stringendo i denti incassando la seconda vergata sulla schiena, sollevandosi sui gomiti studiando l'insegnante. -Non ho più uno scopo... avanti, spezzami le ossa, tanto non mi servono più a nulla!

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