꧁D꧂꧁A꧂꧁I꧂꧁N꧂꧁T꧂꧁Y꧂
"Sicurezza"
È ciò che mi viene in mente quando penso ad Elijah.
Nonostante tutti i drammi familiari, in un modo o in un altro trova sempre il modo di difendermi e per questo gli sarò sempre grata.
Tranne questa volta..
Sono insieme a Rebekah nella nostra classica giornata di shopping sfrenato, dopo aver finito di comprare la qualsiasi, ci avviamo verso il parcheggio, fino a quando all'improvviso Rebekah si accascia a terra.
Preoccupata mi inginocchio alla sua altezza, la scuoto cercando di svegliarla ma è tutto inutile.
Prendo il mio telefono, cercando il contatto di Elijah ma prima di poterlo fare, tutto intorno a me si fa buio.
Quando mi sveglio, non riconosco il posto in cui mi trovo, ci metto alcuni secondi per ricordare l'accaduto e quando lo faccio cerco con lo sguardo Rebekah.
La trovo di fronte a me, anche lei legata e con lo scotch sulla bocca.
Annuisce facendomi capire che sta bene, come se mi leggesse nella mente.
"Bene le due signorine si sono svegliate"
Entrambe ci giriamo verso la voce, che appartiene a Lucien Castle.
"Mi fa piacere essere in vostra compagnia" ghigna in modo maligno
Si avvicina a Rebekah togliendole lo scotch permettendole di parlare.
"Cosa vuoi?" Gli chiede mentre Lucien si avvicina a me ripetendo la stessa azione
"Voglio l'attenzione di Elijah e so che adesso è tutta concentrata su di me"
●●●●●●
Non so quanto tempo sia passato dalla visita di Lucien ma quando la porta del nostro nascondiglio si apre, uno spiraglio di speranza mi percorre il corpo.
"Eccolo qui" dice Lucien all'improvviso mentre Rebekah sorride
Non essendo un vampiro non capisco cosa stia succedendo, ma quando Elijah entra, sorrido anch'io.
"Liberale entrambe immediatamente"
"Prima perché non parliamo un pò?"
"Non ho tempo da perdere con i tuoi giochetti, dimmi cosa vuoi e facciamola finita" Elijah ruota gli occhi visibilmente irritato
"Ho qui con me un'altra dose di ciò che può trasformare una delle due come" spiega Lucien indicando me e Rebekah
"Cosa ti fa pensare che te lo lascerò fare?" Gli chiede Elijah iniziandosi ad agitarsi
"Perché non hai altra scelta se non decidere chi delle due salvare"
"Oppure?"
"Uccido entrambe"
Sbarro gli occhi, girandomi verso Rebekah anche lei chiaramente scossa.
Elijah si avvicina a noi, prende Rebekah in braccio e prima di andare via così com'è arrivato mi mima un "perdonami".
Quando i due Mikaelson scompaiono dalla nostra vista, le lacrime iniziano a scendere copiosamente sul mio volto.
"Fai ciò che devi fare" sussurro a Lucien ma lui scuote la testa
"Non ho intenzione di farti niente, per adesso, volevo dimostrarti che non ci si può fidare dei Mikaelson.
Se non hai il loro stesso sangue non vali niente per loro"●●●●●
Lucien mi ha lasciata andare via, posso ritornare in quella che ritenevo "casa" ormai da molto tempo.
"T/n!" Rebekah mi abbraccia non appena varco la soglia del palazzo
Le sorrido leggermente, per poi salire verso la camera che io ed Elijah condividiamo.
Inizio a mettere i vestiti in una valigia, piangendo nel mentre.
"T/n stai bene" esclama Elijah entrando in camera
"Non grazie a te"
"Cosa stai facendo?" Mi chiede non appena si accorge della valigia
"Sto andando via"
"Ascolta lo so che ti ho lasciata ma" inizia la sua spiegazione ma lo blocco immediatamente
"Ma dall'altra parte c'era tua sorella, lo capisco"
"No tu non capisco se vuoi andare via" si posiziona davanti all'armadio in modo che lo possa guardare in faccia
"Capisco che l'uomo che promette di proteggermi alla prima occasione che si presenta non lo fa"
"Volevo salvarti, Klaus ed io stavamo creando un piano per salvarti"
"Ma nel frattempo sarei potuta morire"
"Io non lascio entrare le persone nella mia vita e tu sei una delle poche che lo ha fatto, non ti lascerei mai soffrire" gli occhi di Elijah si riempiono di lacrime
"È meglio se le persone stanno lontane da te Elijah, Lucien aveva ragione se non fai parte della famiglia Mikaelson non conti niente, me ne sono accorta troppo tardi" con in mano la valigia, passo accanto ad Elijah che mi blocca un braccio
"Non dire così, è come se fossi di famiglia"
"Non voglio più sapere niente di te e di qualunque cosa ti succeda" con uno strattone mi libero dalla sua presa
Esco dalla sua residenza e contemporaneamente dalla sua vita.