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꧁D꧂꧁A꧂꧁I꧂꧁N꧂꧁T꧂꧁Y꧂
2000 anni sono un tempo lunghissimo per amare ed odiare una persona.
Sono passati esattamente tutti questi anni da quando Rebekah Mikaelson mi ha salvata, trasformandomi in un vampiro.
Durante questo tempo mi ha aiutata con la mia trasformazione, la fame e la voglio di uccidere qualunque cosa si muova.
Inoltre sono diventata come un membro della famiglia Mikaelson e tutti mi hanno accettata come se fossi veramente una loro familiare.
Tutti tranne l'ibrido tanto temuto, Niklaus Mikaelson.
Continue battute sulla mia poca forza rispetto alla sua, a come potrebbe battermi e anche uccidermi se solo lo volesse.
Mentirei dicendo di non averlo odiarlo ma non so nemmeno spiegarmi come ho iniziato a sviluppare dei sentimenti per lui, che non è odio.
Certo sempre di metterli da parte anche perché mi ha fatto ben capire che il suo odio verso di me è intramontabile.
Non ho capito perché mi odi, non ho mai fatto niente per innescare in lui questo cattivo sentimento e alla fine ho perfino smesso di cercare una spiegazione.
Oggi come tutti gli altri giorni Klaus ha iniziato ad infastidirmi fin dalle prime luci dell'alba.
Come tutte le mattine bevo la mia dose di sangue giornaliero, avviene ogni volta in massimo silenzio in quanto in qualche modo riesco a essere l'unica nella stanza.
Stavolta però è un giorno diverso.
"Vedo che gli allenamenti per essere meglio di me ti mettono sete"
Alzo gli occhi al cielo non appena la sua voce entra nelle mie orecchie.
"Non voglia delle tue istigazioni Klaus"
Butto la bustina contenente il sangue per poi iniziare a salire le scale ma vengo fermata da Rebekah.
"Preparati, oggi usciamo"
Non me lo faccio ripetere due volte, corro nella mia camera e mi cambia ritornando giù dopo 20 minuti.
"Dove state andando?" Ci chiede Klaus prima che potessimo uscire
"A fare compere" risponde Rebekah sbattendo il piede a terra
"Posso venire?"
"NO" rispondiamo insieme Rebekah ed io
Klaus alza le mani al cielo ridendo, dopo la sua ulteriore provocazione riusciamo ad uscire.
••••
"È così ovvio" dice improvvisamente Rebekah mentre giriamo nei vari negozi
"Che tu e Klaus vi amiate"
Rebekah è profondamente convinta che Klaus ricambi il sentimento e afferma fortemente che io dovrei confessarglielo.
"Non iniziare" le dico puntandole il dito contro
Alza le mani in segno di difesa ridendo
"Sto solo dicendo che dovreste smettere di sbavare alla visione dell'altro e accettare i vostri sentimenti"
"Quello che dovreste fare tu e Marcel"
Non risponde più e io sorrido soddisfatta perché ho zittito Rebekah Mikaelson.
Ritorniamo a casa nel primo pomeriggio, trovando la casa stranamente silenziosa.
Non appena entriamo in salotto, Rebekah scompare mentre prende il suo posto Klaus che mi sorride.
"Cosa c'è?" Chiedo annoiata non volendo ascoltare cos'abbia da dire
"Vorrei consegnarti una cosa"
La cosa mi sembra alquanto divertente ma la sua espressione è seria quindi decido di non fare nessuna battuta.
"Ok..?" Chiedo vedendo che le sue mani sono vuote
"Possiamo parlare nella mia camera?"
"Qui non c'è nessuno" gli dico indicando la stanza vuota
"Ma chiunque potrebbe entrare"
"Anche nella camera potrebbe entrare"
È lui questa volta a ruotare gli occhi e mi scappa un piccolo sorriso per averlo infastidito.
"Per favore"
Niklaus Mikaelson che usa la parola "per favore".
Incuriosita dal suo cambio di comportamento decido di seguirlo.
Arrivati nella sua camera, esce nel piccolo balconcino, lo seguo perché anche se non gliel'ho mai detto la sua camera ha la vista più bella.
Me ne sono resa conto la prima volta che sono entrata, pensando che questa sarebbe diventata la mia stanza.
Non parliamo, ci limitiamo a guardare le persone che passano sotto di noi.
Ad un certo punto, lo vedo uscire dalla tasca un cofanetto e mi giro verso di lui.
Me lo porge senza dire niente, quando lo apro rimango senza parole.
È una collana con lo stemma della famiglia Mikaelson.
"Klaus è bellissima, grazie" gli sorriso grata per il regalo
Sorride anche lui e per un momento credo che potremmo davvero funzionare se solo lui ricambiare ciò che provo.
"Perché tutto questo?" Chiedo rigirandomi nelle mani la collana
"Perché fai parte della famiglia"
Mi appoggio la collana al collo e mi giro, permettendo a Klaus di poter chiudere.
Le sue mani rimangono sulle mie spalle, facendo battere il mio cuore più velocemente.
"Klaus" sussurro non volendo rovinare il momento
"È troppo tardi per dirti che ti amo?"
Mi giro leggermente verso di lui, guardando il suo viso cambiare quando sul mio volto compare un sorriso.
"Ti amo anche io Klaus"
Dopo 2000 anni entrambi siamo riusciti a coronare il nostro sogno: avere una persona che ci ami incondizionatamente.